“Da che punto guardi il mondo, tutto dipende”, cantava qualche anno fa Jarabe de Paolo. E questo è vero anche e sopratutto se pensiamo al mondo nella sua accezione più vasta, ovvero l’universo. 

Così anche l’aspetto di Giove, di cui ci siamo occupati più volte per l’eccellente lavoro di mappatura che sta facendo la sonda Juno, in realtà non è sempre lo stesso, ma dipende. Dipende da come lo guardiamo, effettivamente. Ecco dunque che in banda infrarossa è già un po’ diverso, differente da come siamo abituati a vederlo nelle mille foto che ci arrivano (quasi) quotidianamente dallo spazio, acquisite nello spettro di lunghezze d’onda naturali per i nostri occhi.

Crediti: NASA, ESA, Hubble; Data: Michael Wong (UC Berkeley) et al.; Processing & License: Judy Schmidt

Perché ne stiamo parlando? Ebbene, per comprendere meglio la dinamica globale del sistema di nubi del pianeta, ed aiutare Juno a mettere in un contesto più vasto le immagini molto dettagliate che ruba con la sua indagine, ecco che viene in aiuto il venerando Telescopio Spaziale Hubble, impegnato ad acquisire regolarmente immagini globali dell’intera superficie.

Ed appunto, le bande che vengono monitorate vanno ben oltre la capacità dell’occhio umano, e si allargano dunque alle zone infrarosse ed ultraviolette. In questa stupenda immagine del 2016, ad esempio, le bande infrarosse sono state rimappate opportunamente nel visibile, in modo da poter essere percepite dai nostri occhi. Dall’esame dell’immagine si comprende come Giove sia diverso in infrarosso, in parte perché è diversa – a queste lunghezze d’onda – la frazione di luce solare che viene riflessa, dando alle nubi, nel complesso, una conformazione un po’ differente.

Quel che interessa notare qui, è che l’approccio sinergico tra un “anziano” e glorioso telescopio spaziale ed una sonda decisamente più moderna, è quello che poi  permette di portare a casa i risultati migliori, ovvero quel che consente di conoscere meglio l’oggetto dell’indagine, in questo caso il pianeta gigante del Sistema Solare.

Per parte sua, Juno ha ormai completato dieci delle dodici orbite previste intorno a Giove, e continua a inviarci dati che aiuteranno l’umanità a comprendere non solo la meterologia gioviana, ma anche – cosa ben più importante – cosa si nasconde dietro lo spesso strato di nuvole che ricopre il pianeta.

Un’avventura cosmica che non mancherà certo di regalarci momenti forti, ne possiamo scommettere.

 

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