Il Meeting di Rimini ha sempre avuto una attenzione encomiabile alla scienza, come parte imprescindibile dell’avventura umana, guardata nel suo complesso (e in fondo non separabile nelle sue diverse parti).

Quest’anno – e chi scrive lo ha gironzolato per circa tre giorni – questa attenzione si è concretizzata ancora più stabilmente in una sezione chiamata ExoPlanets (curata anche da Euresis, da camp1us, nonché alimentata dall’entusiasmo di giovani ricercatori italiani), un’area dedicata dove si sono svolti – e si stanno svolgendo – diversi incontri molto interessanti. Nell’area vengono anche svolti dei dibattiti con il pubblico, spesso a seguire di eventi e relazioni sul tema che si svolgono in altre sale, più grandi. Cosa encomiabile, perché fornisce la concreta possibilità di interagire fattivamente con i relatori – per giunta su un argomento così affascinante – recuperando una possibilità di ambiente familiare e dialogante che magari nelle conferenze più “classiche” viene di fatto a mancare.

Specifico subito che, avendo sperimentato da spettatore questa formula, devo dire che funziona. Mi ha stupito la grande affluenza, l’attenzione concentrata del pubblico anche in passaggi non sempre facilissimi (non si è banalizzato nulla, come vedrete, pur presentando la materia con un angolo di vista certamente più “docile” rispetto ai congressi per gli addetti al lavori). E appunto, le domande a cui ho assistito nel “dopo”, nella parte di scambio e dialogo nell’area Exoplanet. Spesso veramente interessanti, capaci di porre quel valore aggiunto ad una cosa già intrigante di per sé. 

Ormai sappiamo che i pianeti sono miliardi e miliardi, nell’Universo. La domanda sulla possibilità della vita su parte di questi, è sempre più stringente… 

Gli incontri stanno avvenendo ancora adesso, mentre scrivo (il meeting si concluderà sabato). Se qualcuno fosse da quelle parti, lo incoraggio a metterci il naso, dunque. E’ un’occasione preziosa e non frequentissima di per entrare veramente a contatto con chi fa professionalmente ricerca in questo campo, e viene in Fiera disposto a raccontare i suoi risultati (che è un modo anche per sdebitarsi, per restituire un dono, come ha appunto accennato Morbidelli in un dialogo con il pubblico).

Questo che vi propongo qui – lasciando alla vostra curiosità l’emozionante ricerca degli altri video collegati al tema (molti) nel canale YouTube del meeting  – è l’incontro avvenuto martedì scorso, coordinato dall’astrofisico e divulgatore Marco Bersanelli (professore ordinario all’Università di Milano), con ricercatori internazionali del calibro di Alessandro Morbidelli ( Direttore di ricerca presso l’Osservatorio della Costa Azzurra a Nizza, Francia), Enrico Flamini (responsabile esperimento MARSIS per ASI, Agenzia Spaziale Italiana). In collegamento, Roberto Battiston (presidente dell’ASI).

L’incontro l’ho potuto seguire dal vivo e devo dire che è davvero valido e confortante. Valido per la scienza che si sta facendo sul tema degli esopianeti, scienza in ottima parte anche italiana, come sentirete. E confortante perché tutto questo lavoro viene collocato -grazie alla discreta ma sapiente regia di Bersanelli) nell’orbita di una indagine che risponde ad una naturale sete di sapere dell’uomo.

Una simile impostazione, come potere verificare, contribuisce a togliere a quest’avventura ogni sospetto di accademia o di lavoro specialistico, per rivelarla in quello che davvero è: un tassello emozionante e straordinariamente contemporaneo, fruibile da tutti, dell’eterna avventura dell’uomo nel cosmo. 

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