L’immagine che proponiamo oggi è una suggestiva porzione di un ammasso aperto, appartenente alla nostra Galassia. Per la precisione, è l’oggetto chiamato Messier 11.

Crediti: ESA/Hubble & NASA, P. Dobbie et al

Bisogna dire che M11 è uno degli ammassi aperti più ricchi di stelle che facciano parte della Via Lattea. La sua età dovrebbe essere di poco superiore ai 200 milioni di anni: così si evince, almeno, dall’analisi dei colori e delle luminosità delle stelle che ne fanno parte.

Per quanto suggestivo, un ammasso aperto è tipicamente surclassato – in termini di numero di stelle che ne fanno parte – da uno qualsiasi degli ammassi globulari, che possono contenere anche (nei casi più estremi, come Omega Centauri) anche milioni di stelle. Qui, appunto, se ne trovano “appena” qualche migliaio. Un bell’ammasso globulare come Messier 2 ne contiene circa centocinquantamila, molto concentrate e disposte in una suggestiva simmetria sferica. Sappiamo anche che gli ammassi globulari sono molto più vecchi, con stelle di età paragonabile all’età stessa del nostro Universo (quei tredici miliardi di anni e qualche spicciolo, come ci dicono le stime più recenti).

Comunque sia, il fatto evidente – quasi invadente – è che il fenomeno stella appare quanto mai ubiquo nell’Universo. Sappiamo bene l’importanza che gli astri hanno avuto e ancora oggi hanno, nel nostro tragitto d’uomini. Sappiamo bene oggi come funziona una stella, almeno nei suoi termini più generali (molti particolari ci sfuggono ancora, anche se il quadro teorico è ormai ben consolidato).

Conosciamo bene anche – in un ottica diciamo biologica – la loro funzione nel cosmo, che è duplice (sempre fondamentale).

Da un lato la stella si propone come unica fucina cosmica per gli elementi più pesanti di idrogeno ed elio (con pochissime eccezioni): dunque le stelle che ammiriamo in cielo, oltre a stupirci per la loro bellezza, stanno proprio in questo momento occupate in qualcosa di abbastanza importante. Stanno, in questo esatto istante, costruendo l’universo.

Insieme a ciò, la stella è l’unico oggetto celeste che mette in piedi (e se va bene, garantisce per qualche miliardo di anni) una interessante zona di “vivibilità” al suo intorno. Parliamo di ambienti con temperature intorno alla zona di acqua liquida, con variazioni contenute. La casa per la vita così come la conosciamo, o la possiamo ipotizzare.

In vari modi dobbiamo la nostra esistenza alle stelle. Noi per certo, e chissà se in qualche remoto angolo della Galassia, c’è chi sta pensando la stessa cosa. Non possiamo ancora esserne sicuri, anche se per certi versi sembrerebbe probabile. Quel che invece è già assodato, è che se vive, lo deve a una stella.

Esattamente come noi.

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