Roma mi somiglia Roma mi somiglia by Serena Maffia
My rating: 4 of 5 stars

Mi è piaciuto. La poesia della Maffia è sanguigna, pulsionale, apparentemente delicata con degli affondi inattesi, luminosi, completamente carnali. Roma è diffusa in tutta questa raccolta poetica, che gioca con i mille ritmi del cuore, e l’innamoramento è sempre del corpo e della città, di un corpo e una citta, definita, determinata, storica e luminosa. Non c’è separazione tra privato e sociale, tra spazi intimi e angoli e piazze cittadine, c’è appena un comune sentire, un soffio di sottile gioia che comprende e non separa, mette insieme e lascia fiorire. Poesia leggera, che non pretende e non spaventa, e per questo, poesia (di nuovo) possibile compagna di vita.

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Ecco, ogni tanto ci penso. Lasciare traccia di quanto si legge, anche questo è un compito. Qualcosa che aiuta a fare un cammino, ad uscire dalla distrazione, dalla omologazione. Che è la stessa cosa. Il cammino che abbiamo davanti è di esprimere la nostra personalità, di macchiare il mondo di noi stessi, dei nostri personalissimi umori, odori. Siamo unici, e ogni tragitto di letture – anche – ci rimette davanti alla nostra unicità.  Come reagiamo a quanto troviamo scritto, come interagiamo con le parole pensate, dette, scritte da altri? 
E la poesia, specialmente la poesia, non è alla fine una semplice faccenda di interazione, di intersezione, tra chi scrive e chi legge? Ogni libro di poesia che trovo, che apro, non è per me la possibilità di arricchire la parola scritta, facendola vibrare dei miei stessi personali autostati, impregnandola di vita, della mia vita? La poesia grande, quella vera, assorbe la vita degli altri, è aperta ad ogni vita, la fa risuonare e la esalta. La mia vita passa dentro i versi di qualcun’altra, do qualcun’altro, e mi ritorna più colorata. 
Come Roma. Lei, lei davvero si fa teatro attivo delle emozioni di chi la percorre; le assorbe, le custodisce, le impreziosisce delicatamente e le ritorna più dense, arricchite di una qualità speciale. Personale, soprattutto. Roma non ha tempo da sprecare (e nemmeno tu, nemmeno io), per rimanere anonima, spersonalizzata, disincarnata o astratta. No, per niente. Invedce, Roma avvia un dialogo speciale ed unico con ognuno. Così che lo posso dire, alla fine. O già all’inizio, già al primo scorcio di infinito domestico. Roma mi somiglia, infatti. 
Somiglia anche a me. 

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