A dispetto dell’innegabile bellezza di questa immagine, dovete sapere che qui c’è una immensa battaglia galattica in corso. Una battaglia che lascia ben poche speranze alla galassia più piccolina (in basso), ma che è destinata a durare ancora diverso tempo.

Crediti: NASA, ESA and the Hubble Heritage Team (STScI/AURA)

Vediamo di capire qualcosa di più. La galassia più in alto, da sola prende il nome di UGC 1810 e, con la compagna (per la cronaca, si tratta di UGC 1813) , fanno parte del sistema chiamato Arp 273. Già la forma stessa di UGC 1810 ci dice qualcosa (ed in particolare il suo anello esterno, blu), ci racconta in particolare di una storia complessa di varie interazioni gravitazionali con altre galassie.

Il sistema si trova a circa trecento milioni di anni luce da noi, in direzione della costellazione di Andromeda. E potete scommetterci, è tutt’altro che un sistema stabile. Si ritiene infatti che continuerà a modificarsi, ed è plausibile che UGC 1810 assimilerà completamente la galassia più piccola, finendo poi per assestarsi nella più classica configurazione a spirale.

Così di questa peculiarissima configurazione, alla fine resterà ben poco. Quello che resta per noi, già adesso, è la tenace evidenza (anche bella, a pensarci) che siamo in un Universo connesso su varie scale, a moltissimi livelli. Anche le galassie, che sovente concepiamo come splendidamente isolate, in realtà spessissimo devono la loro forma – e la loro bellezza – ad un passato turbolento di interazione e anche di “assimilazione” di galassie vicine.

Esempi eclatanti di una “guerra” in fondo non così cruenta (perfino le fusioni delle galassie spesso avvengono in modo alquanto graduale e “pacifico”), che non di rado genera incredibile bellezza.

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