Blog di Marco Castellani

Mese: Dicembre 2019

Senza vergogna (grazie al cielo)

Così scrive don Julian Carron nella bella lettera pubblicata sul Corriere di oggi.

“Dio non ha vergogna di noi, della nostra fragilità, delle nostre ferite, del nostro essere sballottati da tutte le parti”

Un Dio così è veramente interessante, è veramente “amabile”. Vale la pena, mi dico, lavorare per togliere dalla mente le altre immagini di Dio e tutte le paure, lasciando entrare questa, risanante e tranquillizzante.

Lasciando che questa “nasca” in noi, trovi dimora, riparo.

Una immagine di Dio che ci può fare compagnia, che se impariamo a fare nostra, a farla entrare dentro di noi, può aiutarci e sostenerci. Nella vita normale, intendo. Ci vuole qualcosa proprio per la vita normale, la vita che viviamo fuori dalle festività. Ci vuole una ripartenza, una diversa esistenza, proprio per quello. Ci vuole un mondo nuovo, esattamente per il mondo ordinario. Mentre camminiamo, ci fermiamo, mangiamo, leggiamo, mentre siamo in un negozio, in un bar, mentre scorre la vita, ecco, ci vuole l’idea di una prospettiva diversa, fragrante, morbida. Su cui fermarsi a pensare e a volte, anche, fermarsi per gioire.

Gioire da fermi, pensando. Pensare in modo morbido e aperto, se da qualche parte c’è una gioia, diventa in qualche modo possibile, ritorna possibile in diversi modi, per l’alba di diversi mondi. Di pianeti che sono lo stesso nostro pianeta ma diversi, anche, e dove c’è vita ma più vita di qui, anche se siamo qui.

Ci vuole un’altra vita, come cantava Franco Battiato tanti anni fa. E così si dicono Anita e la sua mamma, questi giorni, sotto un cielo di stelle di puntini piccoli piccoli luminosi invadenti impertinenti. Lievemente, giocosi.

Lo sappiamo che ci vuole un’altra vita, lo sentiamo tutti che questa, per molti versi, ci sta stretta. Il fatto è che niente, a volte non lo riteniamo possibile. E questo c’entra con le immagini del divino, secondo me, c’entra parecchio, ci si professi credenti o no. Insomma una immagine così di un Dio amico e vicino e che “non ha vergogna” fa piazza pulita di tante incrostazioni mentali, e ci fa ripartire.

Certo la mente è quello che è e le incrostazioni mentali tornano, amano tornare, a volte si trova una via luminosa e viene voglia di dire ma ecco è così! Ci siamo, ci siamo è così! e la vita ordinaria aspetta e vuole riprenderci nelle sue dinamiche e così i pensieri, nei soliti collaudati e un po’ esauriti pensieri.

Ecco perché penso che queste buone notizie sono, possono essere, l’inizio (o la ripresa) di un lavoro, su di sé, e quindi ipso facto  sul mondo, sul cosmo (fin fino alle lontane stelle,sì). Ci si può applicare, siamo lavorabili dice il poeta e filosofo Marco Guzzi, e il fatto che siamo lavorabili è una gran buona notizia, una notizia che spesso ci dimentichiamo. Il lavoro ha alti e bassi e siamo spesso “sballottati da tutte le parti” (almeno io, lo sono), e il fatto che c’è Chi non ha vergogna di questo, ci aiuta e ci intriga,ci incolla di più in questo lavoro, della vita.

Buon Natale!

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Variegato, quasi come noi

L’astronomia ha forse questo, tra le sue cose più peculiari. Ci occupiamo di un sistema unico, quasi sempre. Difficilmente replicabile, difficilmente permutabile con un altro. Ogni galassia, quasi ogni stella se vista bene, è qualcosa di diverso, di specifico, di inimitabile. Certo, ci sono regole e andamenti generali, come è ovvio. Ma a guardar con attenzione, ogni cosa è un mondo a sé, ogni oggetto celeste ha caratteristiche particolari, specifiche. Uniche, appunto.

Ecco perché qualsiasi somiglianza, è pur importante. Ecco perché ci piace oggi occuparci, anche brevemente, del “sistema NGC 3175”.

NGC 3175, Crediti: ESA/Hubble & NASA, D. Rosario et al.

La galassia con questa denominazione, si trova a circa cinquanta milioni di anni luce dalla Terra. In questa suggestiva foto del Telescopio Spaziale Hubble si vedono bene sia i bracci di spirale che la zona centrale del nucleo, dove si addensano gas e polvere, e naturalmente stelle, stelle in grande quantità.

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Come ti formo una spirale…

In ideale continuità con l’ultimo post, dove siamo andati a curiosare dentro la complessa meraviglia di una grande galassia a spirale, oggi andiamo a vedere un po’ meglio come si formano queste meravigliose strutture.

E qui subito dobbiamo fare i conti con quella parte di mistero, di cose ancora ignote, che ci accompagna orma fedelmente nell’indagine dei cieli e di quel che in essi ci desta meraviglia.

Sì, perché sappiamo abbastanza bene come la gravità modella la materia, definendo delle precise morfologie, sagomando il mondo – possiamo dire – secondo la dinamica esatta della sua modalità di azione. Questo sì, lo conosciamo abbastanza bene ormai.

Quello che non conosciamo quasi per nulla, è come intervengano altri attori, nella scena galattica. Attori che ormai sappiamo essere ben presenti. Quali ad esempio, il campo magnetico.

Crediti: NASA/SOFIA; NASA/JPL-Caltech/Roma Tre Univ.

Ed eccoci alla specificità di quanto stiamo guardando. Questa è una immagine di una galassia chiamata Messier 77 ma è una immagine particolare (e non solo per il suo colore rosato). Le linee che vediamo infatti sono la mappa fedele delle linee di forza del campo magnetico, così come derivate da ricerche effettuate tramite lo Stratospheric Observatory for Infrared Astronomy (SOFIA, in breve).

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La bellezza di NGC 5468

Lo sappiamo, di galassie è pieno il cielo. Davvero pieno. Di forme e dimensioni differenti, certo. Quello che a volte ci manca è la capacità di stupirci, per tanta bellezza. Come dire, ci fossimo in un certo modo abituati, ci avessimo fatto abitudine, ci avessimo fatto il callo. E sarebbe triste, alla fine, perché nel cielo queste meraviglie continuano a brillare, e certo tutta questa bellezza, ha bisogno, ha davvero bisogno, di qualcuno che la guardi.

Però alla fine, penso, non è tutto perso. Io per esempio mi sono accorto di meravigliarmi ancora, guardando una foto come questa, una volta messa a tutto schermo. Quando l’occhio può spaziare tra le varie intarsiate delicate regioni di questo arazzo cosmico (esteso circa per centodiecimila anni luce), in effetti, c’è da meravigliarsi. Eccome.

La galassia NGC 5468. Crediti: ESA/Hubble & NASA, W. Li et al.

Tecnicamente, il bello di questa galassia, rispetto a tante altre, è nella sua specifica orientazione, rispetto a noi che la guardiamo. Raramente si incontra una galassia così veramente vista di fronte, in modo che tutta l’imponenza dei suo bracci a spirale può arrivare al nostro occhio e nutrire la nostra meraviglia.

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Anita e le stelle

E’ giusto, probabilmente, che Anita torni anche qui a parlarci, a presentare brevemente questo libro che la vede protagonista – assieme con la mamma, astronoma di professione – in una serie di sei racconti, parte dei quali sono stati anticipati su questo sito. Ad iniziare da quel primo, La bambina e il quasar, da cui ha avuto origine tutto il progetto.

La copertina del libro è disegnata da Agnese Sampaolo, che frequenta le scuole superiori. I disegni all’interno sono di Ilaria Zof.

Che posso dire? Forse innanzitutto che il libro, reperibile presso IBS (per gli insegnanti, anche con la carta del docente), è un esperimento, un esperimento che è già da tempo in corso in alcune scuole, e che ha portato risultati proprio interessanti, parte dei quali sono raccontati dalla professoressa Carla Ribichini nella sua ottima introduzione al volume, che si può leggere integralmente sul mio blog.

E che scrivere questi racconti è stata un’avventura molto bella, per me.

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