Lo sappiamo, di galassie è pieno il cielo. Davvero pieno. Di forme e dimensioni differenti, certo. Quello che a volte ci manca è la capacità di stupirci, per tanta bellezza. Come dire, ci fossimo in un certo modo abituati, ci avessimo fatto abitudine, ci avessimo fatto il callo. E sarebbe triste, alla fine, perché nel cielo queste meraviglie continuano a brillare, e certo tutta questa bellezza, ha bisogno, ha davvero bisogno, di qualcuno che la guardi.

Però alla fine, penso, non è tutto perso. Io per esempio mi sono accorto di meravigliarmi ancora, guardando una foto come questa, una volta messa a tutto schermo. Quando l’occhio può spaziare tra le varie intarsiate delicate regioni di questo arazzo cosmico (esteso circa per centodiecimila anni luce), in effetti, c’è da meravigliarsi. Eccome.

La galassia NGC 5468. Crediti: ESA/Hubble & NASA, W. Li et al.

Tecnicamente, il bello di questa galassia, rispetto a tante altre, è nella sua specifica orientazione, rispetto a noi che la guardiamo. Raramente si incontra una galassia così veramente vista di fronte, in modo che tutta l’imponenza dei suo bracci a spirale può arrivare al nostro occhio e nutrire la nostra meraviglia.

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