Sono passati cento anni appena, e questo ci dovrebbe far riflettere. Di quanto in cento anni è cambiata la nostra percezione del mondo, dell’universo. Abbiamo appena dietro le spalle il periodo di cambiamenti più accelerati, probabilmente, di tutta la storia della nostra millenaria indagine riguardo la struttura ultima del cosmo.

Gli scienziati vi si riferiscono come al Grande Dibattito, ormai, senza altre qualifiche, e prende le mosse proprio nel 1920. La cosa di cui si discute è probabilmente l’ultima grande questione di una tale rilevanza “cosmica” che l’umanità si trova davanti (fino ad una nuova sorpresa, ovviamente).

La galassia di Andromeda, qui in una meravigliosa foto acquisita con il Galaxy Evolution Explorer, fu uno degli oggetti del “Grande Dibattito” (Crediti: NASA/JPL/California Institute of Technology)

Esiste solo la nostra Galassia o ce ne sono altre? E’ stranissimo a pensarci, ma solo cento anni fa questa domanda aveva una pertinenza di freschissima attualità. Era la domanda cosmologica fondamentale. E’ difficile realizzare compiutamente quanti passi avanti abbiamo compiuto, da allora, come è cambiata la nostra percezione dell’universo in così poco tempo.

E’ difficile ma è importante farlo: è importante perché soltanto così possiamo tornare a meravigliarci, possiamo capire quanto è recente la cosmologia che ora riteniamo così “assodata”, che ci sembra quasi che esista da sempre.

E invece ecco, questa memoria ci riporta di schianto all’attualità di cento anni fa, quando la frontiera della ricerca cosmologica era, appunto, di capire se ci fossero altre galassie oltre la nostra, o se la Via Lattea contenesse in realtà tutto l’universo. Domanda che non riguardava appena le persone meno familiari con la scienza del cosmo, ma rendeva parimenti perplessi perfino i più grandi studiosi.

Sono proprio due di loro (Harlow Shapley e Heber Curtis, per la cronaca) infatti che si ritrovano in una mattina di fine aprile, allo Smithsonian Museum of Natural History a Washington, per sostenere ed illustrare opposte tesi su questa fondamentale questione.

Adesso sappiamo che la Via Lattea è appena una tra le centinaia di galassie che sono contenute nella parte di universo che possiamo osservare (la conclusione a cui giunse il dibattito, per la cronaca, era quella corretta). Sappiamo di un universo davvero sconfinato, al quale possiamo e forse dobbiamo dare senso, perché torni comprensibile e declinabile in parole, raccontabile. Un’avventura epica, di importanza capitale per ricomprendere – in modo moderno – il nostro posto nel mondo. E per la quale ci servirà tempo, molto tempo.

In questo senso, e per questo compito, tutto sommato un intero secolo è quasi un’inezia.

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