E’ uscito venerdì scorso (per ora soltanto in formato ebook) il nuovo libro di Julián Carrón, Il risveglio dell’umano (BUR Rizzoli). Il testo è una conversazione del teologo spagnolo con il giornalista Alberto Savorana. A tema, come ci si potrebbe attendere, la presente emergenza sanitaria e le sfide che questa comporta nelle vite personali di ognuno.
Una lettura semplice (ma non banale) che finalmente, al di là delle cifre sui guariti e sui deceduti che ci viene fornita quotidianamente con precisione esasperante, aiuta nel cammino di trovare un senso a quello che sta accadendo. Cosa ancora più importante, un senso personale. Un significato non “precotto” o fornito intellettualmente, peraltro.
E’ piuttosto un significato che richiede, in ogni persona che accolga la sfida, una postura attiva e non meramente recettiva.

In accordo con la “scuola” dell’Autore (che è alla guida del movimento ecclesiale di Comunione e Liberazione), infatti, il libro è un invito gentile a mettersi all’opera, a mettersi al lavoro nel cammino di scoperta di come questo periodo apparentemente “sospeso” possa essere usato per incamminarsi con più decisione verso la verità di sé.
Niente astratte dottrine, niente regole disincarnate, ma l’attenzione cordiale verso testimoni di una possibile pienezza, verso ogni “segnaletica” di un modo più vero di stare nel reale. Un testo che procede in un dialogo fitto e costante con quanto è stato detto e scritto sulla presente emergenza relativa al Coronavirus (al proposito si apprezza decisamente non solo l’ampiezza ma anche la freschezza dei riferimenti proposti, alcuni così recenti da arrivare alla data del 5 aprile di quest’anno).

L’uomo che si risveglia, si comprende dalla lettura, è l’uomo che riscopre, o meglio ricostruisce con questo lavoro di cesello quotidiano, la propria identità. E torna bene una frase che estrapolo dal libro di Marco Guzzi, Dizionario della lingua inaudita, laddove egli avverte che

Dobbiamo ricostruire la nostra identità, 
capire chi siamo in quanto occidentali,
europei, cristiani e nichilisti. E per fare questo
dobbiamo confrontarci, anche solo culturalmente
e a prescindere da qualunque adesione di fede,
con la novità assoluta della rivelazione cristiana,
su ciò che fa dell’evento di Cristo
l’inizio di una storia nuova sul pianeta.

Non è un libro che cambia la vita, questo di Carrón: è un libro che semmai aiuta a porsi in una strada per cui la vita può cambiare. O meglio, può cambiare la percezione che ne abbiamo, rinegoziando nel profondo le cose che crediamo di sapere. Ed anche – ed è forse il suo valore più denso – può aiutare a scoprire una utilità anche in questo periodo apparentemente “sospeso”. 

Per tutti, non solo per chi lotta in corsia, ma anche per chi deve “semplicemente” rimanere in casa.

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