La storia della moderna astronomia (sopratutto nella nobile branca della divulgazione) è in gran parte quella di rendere mostrabile quello che non si vede. Il che non significa alterare i fatti, come già c’è stata occasione di specificare: piuttosto vuol dire spostare delle informazioni sulle frequenze visibili (o udibili) dall’uomo, per far cascare all’interno della sua area percettiva, le informazioni che desideriamo contemplare.

Il campo magnetico nella galassia Vortice. Crediti: NASASOFIAHAWC+Alejandro S. BorlaffJPL-CaltechESAHubbleText: Jayanne English (U. Manitoba)

In questa immagine la Galassia Vortice (che si trova dentro M51) mostra in rosso le linee del campo magnetico, che seguono la curvatura dei bracci con impressionante precisione. Segno che alla composizione di questa forma così aggraziata, che vediamo con gli occhi, concorrono entità che non vediamo (come il campo magnetico, appunto).

C’è spesso qualcosa che non vedo, che è responsabile di una bellezza che vedo. Occorre cercare, avere altri occhi, aperti ad altre frequenze oltre quelle ovvie. Occorre, probabilmente, un lungo (e confortante) lavoro.

Forse è proprio il lavoro per cui siamo vivi.

Loading