Giove è semplicemente sconfinato. Una cosa pazzesca. Ma non ce ne rendiamo conto se non quanto ammiriamo immagini come questa.
Che rappresenta appunto il pianeta gigante, con la sua grande macchia rossa, quella tempesta perfetta che dura da oltre tre secoli ormai (tra l’altro, non è nemmeno ben chiaro perché sia rossa).
Quel “piccolo” corpo celeste che si vede sulla sinistra è una tra le lune di Giove più grandi, ovvero Europa: il confronto tra un corpo dal rispettabile diametro di più di 3000 km e il pianeta sottostante, la dice lunga su che razza di pianeta sia Giove. Invece la macchia scura a destra, è l’ombra di Io, altra grande luna gioviana.
Ma l’immagine dovrebbe anche qualcosa su che razza di sonda sia quella che l’ha scattata. Sedici istantanee prese dalla Voyager 1 (e si parla degli anni settanta dello scorso secolo) sono state appena rielaborate per ottenere questo splendido risultato. La Voyager 1 (e la sua gemellina Voyager 2) ci ha aperto gli occhi sui pianeti esterni del Sistema Solare, con risultati straordinari che reggono assai gagliardamente l’urto del tempo.
E la cosa più straordinaria, è che le Voyager stanno ancora lavorando. Costituiscono al momento la vera missione interstellare in cui è impegnata l’umanità (anche se spesso non ci bada, ahimè).
Roba fatta per durare. Messaggi tecnologici dal secolo scorso, che ci dicono che – quando vogliamo – sappiamo far qualcosa che vale. E che concentrare le nostre capacità per esplorare le meraviglie là fuori, invece di perderci in piccoli litigi di bottega, è una delle cose più belle e soddisfacenti che possiamo decidere di fare.
Ad ogni epoca.
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