Non può che sembrare un gioiello cosmico, l’ammasso globulare M53. Uno dei tanti, ammettiamolo. Nella Galassia ce ne sono più di duecento, alcuni scoperti anche molto di recente.

L’ammasso globulare M53. Crediti: ESA/HubbleNASA

La maggior parte delle loro stelle sono più vecchie del Sole, e più rosse. Quelle che nell’astrofisica vengono chiamate stelle di Popolazione II, in pratica. Eppure c’è anche qui, l’intruso, a spaginare un quadro troppo tranquillo. Ci sono stelle che appaiono più blu e più giovani del Sole, e non si capisce bene come mai. Certo, visto che gli ammassi globulari sono tra le cose più vecchie in circolazione, in questo universo.

Queste stelle birichine, suggestivamente indicate come vagabonde blu, sono stranamente abbondanti nell’ammasso M53. E sparigliano allegramente le opinioni consolidate, queste vagabonde. Hanno smantellato l’idea un po’ semplicistica che avevamo prima, che tutte le stelle degli ammassi globulari fossero nate nello stesso momento (prendete un qualsiasi testo di astronomia del secolo scorso, c’è scritto proprio così).

Vivaci dibattiti e svariati dialoghi (e scontri) tra scienziati, sono serviti a capire meglio. Ora si pensa che queste stelle siano in realtà “ringiovanite” da materia che cade loro addosso da una compagna vicina (molte stelle sono in sistemi binari, in effetti). Intanto, l’idea che gli ammassi globulari abbiano un solo episodio di formazione stellare, è tramontata. Grazie anche ad un contributo sostanziale di ricercatori italiani.

Ma questo M53 non lo sa. Lui continua ad impreziosire il cielo notturno con la luce di oltre 250.000 stelle, incastonate in questa struttura così ammirabile. Così semplicemente, perfetta.

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