Sono 142 le immagini “riappiccicate” sulla Terra, per ottenere questo panorama a 360 gradi dalla base del cratere Jezero su Marte. Le immagini a colori in alta risoluzione, ovvio, sono state prese da Perseverance (la sua camera Mastcam-Z con zoom ha fatto il lavoro) il 21 febbraio. In bella vista c’è proprio la struttura di Perseverance, grande come un’automobile.

Panoramica da Perseverance. Crediti: NASAJPL-CaltechMSSSASU

Perché qui, in questo cratere? Se a volte sulla Terra parcheggiamo un po’ per caso, dove troviamo posto, su Marte non c’è (ancora) questo problema. Dunque la scelta è altra. Ed è una scelta che ha preso ben cinque anni, nei quali è stata esaminata con grande attenzione una ampia serie di possibili siti. Alla fine ha vinto Jezero, per le sue caratteristiche uniche. Proprio per capire se c’è stata vita, da queste parti.

I ricercatori sospettano che quest’area fosse, un tempo, inondata d’acqua. Anzi, fosse proprio il luogo dell’antico delta di un fiume. Verificare questo, cercare antichi segni di vita, è la missione specifica di Percy, che avrà perfino cura di depositare dei campioni interessanti perché una prossima missione li possa poi prelevare e riportare a casa dove potranno essere studiati con l’attenzione che meritano.

Perché un lavoro è ben fatto quando non si chiude in sé stesso, ma getta le basi per qualcosa che lo trascende, passa il testimone per chi verrà dopo. Perseverance è preziosa anche per quello che lascia in affidamento. Per una storia che diventa sempre più salda e bella, grazie al contributo di chi si è speso per questa. Perché nel nuovo cielo, la collaborazione non è un optional, ma è l’unico modo ancora credibile, per far funzionare le cose. Da soli, praticamente, non esistiamo. La strada è la relazione, e non ci sono scorciatoie, non ce ne sono più.

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