Succedono cose, lontano da qui. Nel silenzio degli spazi cosmici, qualcosa si muove, ci sono preparativi in corso. C’è qualcuno che aspetta di spiccare il volo, contando i pochi giorno che mancano all’inedito tentativo.

Il piccolo Ingenuity aspetta, al riparo…  Crediti: NASA / JPL-Caltech / MSSS

La foto ritrae il piccolo elicottero Ingenuity il 30 marzo, al riparo sotto la pancia del rover Perseverance (l’immagine in realtà è un mosaico di scatti, realizzati con una camera montata su un braccio robotico della sonda). Verso il centro dell’inquadratura si vede Ingenuity sospeso ad appena pochi centimetri dalla superficie marziana, in confidente attesa che arrivi finalmente il suo momento.

Ingenuity ha un peso di meno di due chili sulla Terra (meno di sette etti su Marte). Con le sue eliche che coprono una ampiezza di 1,2 metri, proverà tra qualche giorno a spiccare il primo volo guidato su di un altro pianeta, elevandosi nella tenue atmosfera del pianeta rosso (densa appena l’un per cento di quella terrestre). C’è ancora un poco da attendere, perché il tentativo è previsto non prima del giorno 11 di aprile.

Un tentativo temerario, per molti versi. Nessun controllo diretto da Terra, nessun pilota (ovviamente), nessun aiuto o correzione in tempo reale. Niente di tutto questo è mai stato tentato. Spingere oltre la soglia del già conosciuto, già visto, è la vera caratteristica dell’impresa spaziale, fin dall’inizio. Trovo affascinante che a centinaia di milioni di chilometri da noi, senza nessuno in grado di intervenire sul posto, siano in corso preparativi di questa complessità, in modo quieto ma con sicura progressione.

Vada come vada (e speriamo bene) aver osato fin qui è comunque un successo. Qualcosa che è spinto dalla sana voglia di conoscere, di esplorare. Di capire un altro pezzettino di questo Universo, scrigno di sorprese senza fine.

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