Il bello delle eclissi è questo, che ci accorgiamo di colpo, ci riaccorgiamo in un lampo, che siamo immersi in un universo in movimento. Non siamo proiettati in uno spazio asettico e imperturbabile, dove giocare le nostre esistenze in modo avulso dal contesto.

Non ci pensiamo quasi mai, ci siamo costruiti un universo virtuale dove perfino la notte non c’è, se non la vogliamo. Luci artificiali inondano di fotoni le nostre città quando il Sole è impegnato altrove, scompare la volta stellata e noi ce la dimentichiamo, non ci sembra nemmeno che ci manchi. Salvo quando per qualche fortunata avventura, non ci troviamo in un posto isolato, buio. E lo spettacolo della Via Lattea ci avvolge, quasi ci sommerge.

Le eclissi ci raggiungono anche in città, sono eclatanti. Capiamo che il cielo è in movimento, che le cose cambiano. Che se siamo vivi è per una combinazione mirabile di fattori, anche astronomici. Che possiamo essere contenti di questo. Il cielo dà spettacolo e ci dice guardami.

Eclissi parziale di sole, vista da Arlington, Virginia (USA). Crediti: NASA/Bill Ingalls

Nell’eclissi di ieri (visibile solo in alcune zone del globo) la Luna si frapponeva al disco del Sole creando effetti belli come quello nell’immagine. Corpi celesti che solo con la loro posizione relativa, ci riconducono a pensare, ad immaginare. Capiamo che siamo dentro un universo di corpi – corpi celesti e corpi umani – e quel che conta è come si mettono in relazione, dalla loro relazione infatti possono provenire meraviglie, possono crearsi storie che nutrono l’universo stesso. L’universo è fatto di storie, non di atomi, avvertiva Muriel Rukeyser.

Una storia è una relazione tra corpi, innanzitutto. Non c’è da intellettualizzare nulla, ma da gustare quel che accade, quando accade. La storia del Sole con la Luna dura da miliardi di anni, e ci regala adesso questa meraviglia. Facciamone tesoro.

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