Blog di Marco Castellani

Mese: Ottobre 2021

Un esuberante annuncio di nascita

Questa sorta di spada laser celeste non si trova affatto in una galassia molto lontana da noi, ma rifulge proprio dentro la nostra Via Lattea. Per la precisione, si trova nella parte più interna di una turbolenta zona di formazione di nuove stelle, nota come la Nube Molecolare di Orione B (appartenente al Complesso nebuloso molecolare di Orione), a circa 1500 anni luce di distanza da noi.

Un… fascio di luce laser, per annunciare al mondo una nascita! (Crediti: NASA/ESA)

Perché si forma questo bizzarro fascio di luce intorno ad una stella in formazione? Per capirlo, bisogna andare appena un attimo indietro, a quando la stella sperimenta le sue primissime fasi di vita. Quando si forma una stella, essenzialmente dal collasso di gas e polvere cosmica sotto la propria gravità, si costituisce anche un disco piatto che ruota intorno alla struttura appena formata.

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Tra distruzione e costruzione

Questa volta Hubble ci porta ad ammirare una massa di gas dall’aspetto violento e caotico, residuo di una esplosione a supernova. Chiamato N 63A, l’oggetto costituisce i resti di una stella di grande massa, che ha appena terminato la sua traiettoria di vita riversando i suoi strati gassosi in una regione, peraltro, già turbolenta di suo.

Il resto di supernova N 63A. Crediti: NASA/ESA/HEIC and The Hubble Heritage Team (STScI/AURA)

Il resto di supernova è parte di una regione di formazione stellare nella Grande Nube di Magellano, una galassia irregolare lontana circa 160.000 anni luce dalla Via Lattea.

Non è chiarissimo per gli astronomi, il ruolo delle esplosioni di supernova rispetto alla formazione stellare. A lungo si è pensato che i resti di supernova scatenino episodi di nuova formazione, quando i loro strati in espansione incontrano e compattano il gas intorno a loro. L’ipotesi è suggestiva: come un ciclo, un passaggio di testimone, dalla morte (di una stella) alla vita (di molte altre). Per ora, però, N 63A appare ancora molto giovane ed esuberante, tanto che le sue scosse violente sembra che stiano distruggendo le nubi di gas che incontrano, piuttosto che costringerle a collassare e formare nuove stelle.

In questa indecisione tra distruzione e costruzione si muove N 63A e forse non è il solo. Può darsi che la sua esuberanza ora eccessiva si muterà con il tempo in una attività più disciplinata, dalla quale nasceranno quegli spunti di costruzione che gli astronomi si aspettano.

E anche noi, mi dico, siamo spesso posti davanti a scelte simili: cerchiamo un modo per affermare noi stessi e la nostra presenza in una modalità di costruzione, in qualcosa cioè che possa essere utile, nello spazio intorno. Spendersi per far nascere qualcosa, forse è l’atto più bello ed artistico, ma rimane sempre una nostra decisione. Da prendere, momento per momento.

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GAL Hassin a rischio di chiusura

La storia del GAL Hassin nasce nella seconda metà degli anni Novanta del secolo scorso, quando il Comitato Internazionale per la Programmazione Economica (CIPE) e la Regione Siciliana finanziarono uno studio di fattibilità per la realizzazione di una struttura dedicata alla divulgazione dell’astronomia da situare sulle Madonie.

Completato lo studio, non fu possibile, però reperire i fondi necessari alla realizzazione dell’opera, per cui il progetto rimane “in sonno” sin verso la metà dello scorso decennio, quando il sindaco di Isnello, Giuseppe Mogavero, lo riesumò e, insieme a Mario Di Martino, astrofisico dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF)-Osservatorio Astrofisico di Torino, lo rivisitò in maniera radicale. Il progetto fu presentato al CIPE con la richiesta di finanziamento dell’opera. 

La notizia che la proposta era stata accettata e finanziata arrivò come un fulmine a ciel sereno: la sera del 6 novembre 2009, una telefonata dell’On. Gianfranco Miccichè, all’epoca Sottosegretario di Governo con delega al CIPE, comunicò al Sindaco che il progetto era stato finanziato per 7,5 milioni di euro a cui se ne aggiunsero altrettanti in strutture del Comune e derivanti da ulteriori finanziamenti. Inoltre, il Ministero dell’Università e Ricerca assegnò un milione e mezzo di euro all’INAF, per l’avvio delle attività di gestione del GAL Hassin. 

La notizia ufficiale del finanziamento fu data la sera del 7 novembre 2009, in occasione di una conferenza dell’astrofisica Margherita Hack, presso il Centro Sociale di Isnello. Il progetto fu presentato in poche settimane e nel corso di tre anni e mezzo i lavori edilizi furono chiusi. Nel maggio 2017 è nata la Fondazione GAL Hassin che gestisce il Centro e al fondatore promotore, il Comune di Isnello, si sono uniti (e si uniranno) enti e istituzioni scientifiche, enti pubblici e persone giuridiche pubbliche o private, italiane o straniere.

A Pino (Giuseppe) Mogavero, l’allora Sindaco di Isnello che ha reso possibile con la sua tenacia la realizzazione del Parco Astronomico delle Madonie, l’International Astronomical Union (IAU) – Minor Planet Center ha intitolato il 12 luglio 2014 l’asteroide 4627, delle dimensioni di 11 chilometri, scoperto il 5 settembre del 1985 ed in orbita tra Giove e Marte. Anche a Isnello IAU ha dedicato l’asteroide 6168, scoperto nel 1981 e al GAL Hassin l’asteroide (28007) 1997 XO10, divenendo 28007 GAL Hassin. L’asteroide (28007) 1997 XO10 fu scoperto da Maura Tombelli e dall’astronomo (all’epoca studente universitario) Andrea Boattini nel 1997, quando stavano osservando il cielo da Cima Ekar, presso l’Osservatorio Astrofisico di Asiago. L’asteroide viene dedicato al GAL Hassin, con la motivazione “Centro Internazionale per l’Astronomia a Isnello (Sicilia, Italia) che svolge attività didattiche e divulgative nel campo dell’astronomia, oltre a una ricerca avanzata nello stesso ambito. Quest’ultima verrà particolarmente sviluppata con il quasi ultimato Wide-field Mufara Telescope (WMT). Questa facility sarà principalmente dedicata alle osservazioni dei NEO”. Gli asteroidi 4627 Pino Mogavero, 6168 Isnello e 28007 GAL Hassin ricordano la storia della Sicilia, una storia centenaria di uomini e di studi, ma anche di idee convincenti e di tanta passione. 

C’è un valore culturale ben evidente del Parco Astronomico GAL Hassin: la diffusione della conoscenza scientifica e, in particolare, della conoscenza astronomica. Per il successo di quest’operazione, ben valutabile dalle decine di migliaia di studenti che hanno già visitato il Parco, sono essenziali l’alta qualità didattica degli animatori astronomi che accolgono il pubblico. È ovvio che in futuro questi due punti di forza, diffusione della conoscenza scientifica e alta qualità didattica, dovranno essere garantiti e possibilmente incrementati con investimenti opportuni, che avranno anche utili ricadute sull’economia del territorio siciliano.

Al momento, però, il Centro GAL Hassin rischia di chiudere. Per questo, il Presidente della Fondazione Dott. Giuseppe Mogavero ha diffuso un comunicato assieme alla pubblicazione di una petizione, Salviamo il GAL Hassin.

La Scienza e la Cultura scendono in campo

Prestigiosi nomi della scienza e della cultura sono tra i primi 100 firmatari dell’appello inviato dal Presidente del GAL Hassin Giuseppe Mogavero al Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella, al Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi, alla Ministra dell’Università e della Ricerca Maria Cristina Messa, al Ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi, alla Ministra per il Sud e la coesione territoriale Maria Rosaria Carfagna, al Presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci e al Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana Gianfranco Miccichè.

Tra i sottoscrittori spiccano Michel Mayor, Premio Nobel per la Fisica 2019, Silvia Rosa Brusin, giornalista scientifica RAI, Roberto Battiston, Professore di Fisica sperimentale Università di Trento, già Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Piero Bianucci, scrittore, giornalista scientifico (editorialista a “La Stampa”), Franco Foresta Martin, geologo, giornalista scientifico – già redattore scientifico e ambientale del Corriere della Sera, Ricercatori e Direttori di Osservatori astrofisici dell’INAF, Responsabili di progetti di ricerca nazionali e internazionali, l’industria (tecnologi spaziali) ma anche il Generale Giorgio Piccirillo, ex Capo di Stato Maggiore dell’Arma dei Carabinieri, Docenti universitari, uomini di cultura come Franco Arminio o Antonio Presti, ricercatori e importanti nomi della medicina, artisti musicali come Antonio Sottile, Lello Analfino, Giuseppe Milici, Pietro Adragna, Francesco Buzzurro o il cantante lirico Carmelo Corrado Caruso.

E poi le Scuole. Tantissimi ragazzi, 50 mila, dal 2017 al febbraio 2020 (quando si è dovuto interrompere il tutto a causa dell’emergenza sanitaria da Covid-19) hanno visitato il GAL Hassin, guidati da astrofisici in percorsi didattici entusiasmanti e di grande interesse.

Sul fronte della Ricerca scientifica il GAL Hassin partecipa a importanti progetti internazionali e collabora con il Minor Planet Center (Harvard, Massachusetts), con l’International Asteroid Warning Network (Università del Maryland), con l’Observatoire de la Côte d’Azur (Nizza) e con DLR (Deutsches Zentrum für Luft und Raumfahrt) di Berlino nell’ambito della ricerca sui corpi minori del Sistema Solare e Near-Earth Object (NEO, asteroidi potenzialmente pericolosi per la Terra). Nell’ambito della ricerca sui pianeti extrasolari partecipa al progetto ExoClock, preparatorio alla missione spaziale ARIEL (Atmospheric Remote-Sensing Infrared Exoplanet Large-survey), dimostrando una notevole capacità di attivare collaborazioni scientifiche di alto livello. I risultati ottenuti in questi settori di ricerca sono già molto lusinghieri.

Ma molto di più e meglio si potrà fare con il Wide-field Mufara Telescope (WMT), un telescopio innovativo e prototipo mondiale, già installato sulla cima di Monte Mufara (Madonie) e in fase di collaudo. L’Agenzia Spaziale Europea (ESA) collocherà a breve, sempre su Monte Mufara, il suo telescopio, uno strumento di nuova concezione e anch’esso un prototipo mondiale, denominato NEOSTEL FLY-EYE. 

Tantissimi i riconoscimenti, le manifestazioni di interesse e le credenziali di qualità dall’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), Agenzia Spaziale Europea (ESA), Agenzia Spaziale Italiana (ASI), Università di Tübingen, NASA, ONU. Tante le personalità scientifiche di grandissimo rilievo che sono stati presenti al GAL Hassin (i premi Nobel per la Fisica George F. Smooth e Michel Mayor, l’astronauta Paolo Nespoli e tantissimi altri, qualificatissimi nomi indiscussi per competenza e valore come Giovanni Bignami, Nicolò D’Amico, Margherita Hack, Corrado Lamberti, Marcello Coradini, solo per citarne alcuni). 

Ma il GAL Hassin è anche un esempio più che virtuoso di finanziamenti pubblici spesi bene, capace ancora di muovere economie sul territorio allargato.

Bene. Tutto questo patrimonio di cultura, di conoscenze, di relazioni internazionali rischia oggi di andare perduto. Vi è “una aspettativa di vita” di un anno. Il GAL Hassin non può reggersi fidando soltanto sulle esigue somme che provengono dalla bigliettazione degli ingressi. Necessita di un adeguato supporto finanziario di base stabile almeno su medio termine, per continuare a operare e avviare progetti importanti di ricerca astrofisica, visto che finora ha dimostrato di saperlo fare. In mancanza di attenzioni concrete da parte delle istituzioni e della politica, l’unica alternativa sarà la chiusura, vanificando, oltre tutto, le ingenti risorse finanziarie pubbliche già impegnate. 

Verrà a mancare un formidabile presidio di cultura nella nostra Regione. Si ebbe a dire il giorno della sua inaugurazione: il GAL Hassin è nato come operazione di cultura e di conoscenza, contro la diffusa ignoranza ed è la nostra lupara contro la mafia. 

E verrà a mancare, perduta per sempre, una occasione unica e irripetibile per la Regione Siciliana. Dietro la realtà del GAL Hassin vi è una storia di grandi passioni, di sofferenze e di difficoltà inimmaginabili, di impegni resi in maniera gratuita e senza tener conto di appartenenze “politiche”, di relazioni nazionali e internazionali costruite. E non sarà per niente facile riprendere questo ragionamento.

Si avvia la sottoscrizione nazionale dell’appello, rivolto ai massimi rappresentanti delle Istituzioni perché ciascuno, per le proprie competenze, intervenga per salvare il GAL Hassin e così evitare che un Centro di eccellenza che promuove la Cultura e la Ricerca Scientifica sia costretto a chiudere.

Per sottoscrivere: sul sito galhassin.it.  

Nel sito web vi è il testo dell’appello e l’elenco dei primi 100 sottoscrittori. Il Presidente della Fondazione GAL Hassin

Dott. Giuseppe Mogavero

Sostenere la Fondazione GAL Hassin è un gesto di grande valore, perché significa promuovere un progetto culturale di alta qualità che lega la comunicazione scientifica alla ricerca con enti ed istituzioni nel mondo. La cultura è un motore per la crescita del territorio: finanziarla vuol dire investire nel futuro di tutti noi. Grazie per sostenere la Cultura in Italia. 

Sabrina Masiero 

Responsabile della Didattica e Divulgazione del GAL Hassin 

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La teoria delle stringhe

Il compito sembrerebbe impossibile: descrivere la teoria delle stringhe senza la matematica, senza alcuna equazione. I nostri amici di Fisicast però non si sono tirati indietro, e hanno appena realizzato una sapida puntata esattamente dedicata a questa teoria così elusiva e affascinante. La settantasettesima puntata del podcast di Fisica (scritta da Fabio Riccioni e Gianluca Li Causi, con Chiara Piselli come altra voce, per la regia di Edoardo Massaro) ci permette dunque di mettere il naso in un regno davvero affascinante.

Sintonizziamoci con la “musica segreta” della natura, accordiamoci alla sinfonia sommessa del mondo subatomico. Un’avventura senza confronti, un’avventura per tutti.

Una trattazione “amichevole” della teoria delle stringhe costituiva d’altra parte una richiesta di molti ascoltatori, avanzata più volte negli anni: richiesta ora compiutamente esaudita. Come riporta la descrizione dell’episodio, la fisica moderna spiega il mondo sulla base di due grandi teorie, la meccanica quantistica e la relatività generale, che tuttavia sono in disaccordo sul modo di descrivere la forza di gravità. Si può riconciliarle? Una possibile risposta consiste nella Teoria delle Stringhe, che propone una nuova visione dei fondamenti della materia. Ma di che cosa si tratta? E perché ne abbiamo bisogno? Proviamo a far luce su una delle più sbalorditive concezioni della fisica moderna.

Poco più di trenta minuti per una esplorazione guidata di uno dei campi più affascinanti (e meno intuitivi) della fisica moderna. La cosa più vicina a quella teoria del tutto che è l’anelito di ogni fisico teorico degno di questo nome. E insieme, una cosa dalle mille risonanze (è proprio il caso di dirlo), una teoria che di nuovo ci porta la sensazione e il gusto di qualcosa di incredibilmente articolato, molto più fantascientifico della stessa fantascienza. Dimensioni spaziali “compattificate” che percepiamo come cariche elettriche, vibrazioni differenti che generano diverse particelle. E molto di più. Ce ne è per tutti i gusti: soprattutto ce ne è per smentire il nostro pensiero un poco pigro, per il quale non ci sia più nulla di cui stupirsi.

Vale la pena prendersi una mezz’ora per scivolare dentro questa meraviglia della fisica moderna. Io ci ho provato, prima di scrivere questo pezzo, e sono rimasto affascinato. Abbastanza digiuno di teoria delle stringhe (purtroppo), ho gustato questa immersione in un territorio quasi sconosciuto, ma soprattutto ho apprezzato la bellezza e anche la maestosità di una costruzione teorica che non rinuncia ad andare al fondo del reale, così come lo vediamo. Che non rinuncia – in questa epoca di pensiero debole, di convinzioni liquide – nell’impresa di cercare quello che è il vero fondamento del mondo fisico. Che in questa epoca di frammentazione dilagante, offre un quadro che recupera, unisce, connette, tutti i vari aspetti dell’esperienza. Giocando con tempo e spazio, sovvertendo i nostri preconcetti, ipotizzando dimensioni nascoste, arrotolate, elaborando una interpretazione “geometrica” del campo elettromagnetico legata proprio a queste ipotetiche ulteriori dimensioni.

D’accordo, non sarà proprio una vera teoria del tutto (come viene spiegato bene in conclusione della puntata) ma è una teoria realmente affascinante. Questo fascino si può avvertire anche senza perdersi dentro equazioni matematiche. In fondo questa è la sfida di fondo di tutto il progetto Fisicast, portare la meraviglia della fisica a tutti, spogliandola di quei dettagli matematici che sono certamente necessari per chi ci lavora, ma a volte ostacolano la visione del panorama a chi, pur non essendo esperto del campo, non voglia comunque privarsi di questa bellezza.

Secondo me, a questo giro era veramente tosta. Forse una cosa da pazzi, affrontare la teoria delle stringhe in una chiacchierata, ascoltabile mentre si guida, o mentre si stira o si prepara la cena. Ma caspita, mi pare ci siano riusciti.

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