Sì, c’è un grande nuovo telescopio nello spazio, ora. Si tratta appunto del James Webb Space Telescope (JWST, sigla con la quale presto ci abitueremo a coesistere). Non solo ha uno specchio cinque volte più esteso in area, rispetto al famoso Hubble, ma può vedere assai meglio in luce infrarossa.

Il James Webb Space Telescope già alto sopra la Terra (Crediti: ArianespaceESANASACSACNES)

L’immagine mostra il JWST già ben alto sopra la superficie terrestre, appena dopo essere stato “mollato” dallo stadio più alto del vettore Ariane V, che ha effettuato il lancio proprio il giorno di Natale.

Nel prossimo mese, JWST raggiungerà il punto di Lagrange chiamato L2 – a circa un milione e mezzo di chilometri da Terra – dove stazionerà per la sua orbita intorno al Sole. Durante questo tempo e per i successivi cinque mesi, non resterà affatto inattivo: dovrà infatti dispiegare il suo specchio – realizzato a segmenti – come pure una serie di sofisticati strumenti scientifici. E testarne il corretto funzionamento.

L2 è un eccellente punto di osservazioni, per questioni gravitazionali e di illuminazione dal Sole. Scelto anche per la sonda Gaia, di cui ho scritto in varie occasioni.

Se tutto va bene, JWST incomincerà ad esaminare le galassie più lontane del cosmo e i pianeti in orbita intorno a stelle della nostra galassia, nell’estate del 2022.

C’è molto da fare e ci sono vari passaggi critici da superare. Speriamo davvero che tutto vada bene. Già così il lancio è un successo della cooperazione internazionale e un segnale di quanto possiamo fare anche in tempo di emergenza sanitaria. Qualcosa di epico. Se poi l’occhio di JWST potrà davvero aprirsi sull’universo lontano, avremo uno strumento fantastico per comprendere il cielo ed ascoltare il suo linguaggio, con una finezza di indagine e capacità di comprensione mai raggiunta finora.

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