Mi fa strano pensarlo. Sono cresciuto – come persona prima studente e poi praticante in astronomia – con questa idea del grande telescopio che sarebbe dovuto partire, in un qualche punto del futuro. Era una cosa di là da venire, ma anche una cosa che aspettavamo tutti.

Crediti: NASA/Bill Ingalls

Così ora mi pare strano pensare che il James Webb Telescope sia effettivamente stato lanciato.

Eppure è così. Ed oggi ho visto la diretta del lancio con una certa trepidazione.

La cosa più bella è stata vedere ciò che accadeva in sala controllo. Persone di ESA, della NASA e dell’Agenzia spaziale canadese lavorare fianco a fianco, tutti per un’opera comune. Tutti con la mascherina, certo: ma il coronavirus questa cosa non l’ha fermata.

Il coronavirus non ci ferma se vogliamo. Ci ferisce, ma non ci ferma. La voglia di conoscere ed esplorare è più forte, e forse è quella che ci tira fuori dai guai, che ci dona uno sguardo ampio e ci aiuta a sperare.

Ora c’è una cosa in più in viaggio nel cielo. C’è un sogno che vola sopra la nostra testa. Molte cose dovranno ancora accadere prima che sia operativo (penso al dispiegamento dello specchio, ad esempio, assolutamente non banale), ma il sogno è partito.

Stiamo con lui, se appena possiamo.

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