L’immagine è catturata dal satellite Landsat 8 e mostra un’area sopra l’Australia occidentale, il giorno 12 maggio 2013. In bella evidenza, i ricchi sedimenti tipici di un florido estuario tropicale.

Un pezzetto di Australia, “visto” in modo particolare…
Credit: NASA/USGS Landsat; Geoscience Australia

Certo, come si capisce facilmente, l’immagine è stata processata per mettere in evidenza l’acqua e alcune porzioni di terreno. Davanti a queste elaborazioni – spesso usate anche per lo spazio – sovente si sente dire eh ma non sono i veri colori, e certo l’affermazione è indiscutibile, presa alla lettera.

Ma se pensiamo che i colori sono appena il modo in cui riceviamo certe informazioni sulla radiazione luminosa che ci arriva, un riprocessamento non è altro che una rielaborazione effettuata in modo che l’occhio umano colga la maggior quantità possibile di informazioni. Dunque non è un tradimento ma una traduzione, se vogliamo.

La stessa raccolta dati che può fare un grande telescopio, che si appresta a fare anche JWST non è che questo: rimappare alcune informazioni che non cogliamo, in modo da poterle cogliere.

Per spiccare infine il salto verso una comprensione più profonda, che è riconoscimento della nostra appartenenza al mondo creato che è – nella accezione più corretta – una rinnovata proposta di amicizia con quest’ultimo.

Amiamo qualcosa – qualsiasi cosa – osservandola e raccontandola. Se l’universo è fatto di storie, come potrebbe essere altrimenti?

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