L’universo produce luce in una grande varietà di forme. Proprio la luce è stata per molti secoli l’unica informazione proveniente dal cosmo. E le scoperte realizzate attraverso queste ridotte informazioni sono tali e tante che potremmo legittimamente stupirci… di noi stessi! L’universo però ci aiuta, perché di luce ne è stata prodotta parecchia nel tempo.

Crediti: X-ray: NASA/CXC/SAO; Optical: NASA/STScI, Palomar Observatory, DSS; Radio: NSF/NRAO/VLA; H-Alpha: LCO/IMACS/MMTF

La bella immagine di R Acquarii che vedete comprende in realtà due sorgenti di luce, una nana bianca che percorre la sua vecchiaia in apparente tranquillità e una stella in fase di gigante rossa, più esuberante.

Insieme, costituiscono una coppia – potremmo ben dire – abbastanza sbilanciata. Invece di un mutuo scambio, in cui ognuno si arricchisce dell’interazione con l’altro, è la nana bianca che, per la sua maggior gravità, strappa materiale dalla superficie della gigante rossa e se lo incamera. Senza dar nulla in cambio, o almeno così pare.

Ma tanta ingordigia gravitazionale non è senza prezzo.

Quando il materiale che si accumula supera una certa soglia, sulla superficie della nana ingorda si verifica un’esplosione. Quelle recenti sono state osservate dagli astronomi, mentre per le più antiche rimangono come testimoni le spettacolari strutture osservate da Hubble (in rosso e blu nella foto). Nella banda dei raggi X (qui, in porpora, da Chandra) si vede il profilo dei getti che fuoriescono dalla nana bianca e vanno ad impattare sul materiale circostante.

Da questa strana coppia dunque, vengon fuori meraviglie. Forse pure io, prima di giudicare, è meglio che osservi i frutti. Anzi forse è meglio che osservi e basta, senza giudicare nulla e nessuno. Non mi è facile: non ci riesco quasi mai. Come voler bene davvero che, insegna il poeta, è come tener la mappa nel vento.

Ma la bellezza di immagini come questa, intanto, mi mette sulla strada.

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