Forse è un’attività di tutti, in questi tempi. Intendo, quella di chiedersi io cosa posso fare? Davanti agli sconvolgimenti di questo tempo, davanti ai tristi, angoscianti scenari di guerra, forse è giusto chiederselo.

La domanda ci cresce addosso, quando siamo ormai stanchi di litigare su Facebook o su Twitter, su cosa dovremmo fare per l’Ucraina. Quando non ne possiamo più di attaccare bellicosamente (appunto) chi la pensa diversamente da noi. Dalle comodità del nostro divano, pretendiamo di decidere per chi è sotto le bombe. Abbiamo le nostre opinioni – come sul COVID, del resto – e ci dividiamo in bande, ci definiamo per contrapposizione.

Foto di James Wheeler da Pexels

Che poi siamo tutti pacifisti in epoca di pace, ma siamo onesti: questo pacifismo di superficie (e molto ideologico) nasconde spesso un’agitazione, un’irrequietezza che aspetta sovente solo l’occasione per trovare sbocco.

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