Viene qui pubblicata integralmente l’introduzione di Carla Ribichini al volume “Anita e le stelle: la saggezza di uno sguardo” appena uscito presso Amazon (in cartaceo e in digitale). Il volume ospita sei racconti scritti da Marco Castellani, che fanno idealmente seguito ai sei già apparsi nel volume “Anita e le stelle“. Le frasi scritte dai ragazzi della scuola Corradini, che compaiono nel libro tra un racconto e l’altro, si possono leggere a questo indirizzo.
Lo stato di salute della nostra umanità è grave, i giovani sono smarriti e disorientati, eppure sono fatti per credere, per trovare un significato, per cercare qualcosa più grande di loro. Si portano nel cuore un desiderio infinito di vita, perché la loro vocazione è la vita e Anita, la protagonista dei racconti di Marco Castellani, questa vita ce l’ha raccontata insegnandoci l’arte dello stupore e della contemplazione.

Carla Ribichini al lavoro con i suoi alunni (Istituto Comprensivo P.M. Corradini, Roma)
Marco Castellani è un astrofisico per formazione e professione ed un poeta per passione e vocazione; ha lavorato nelle classi della scuola media in cui insegno rivolgendosi a ragazzi appena dodicenni; pur nella diversità dei nostri ruoli la finalità educativa è stata la medesima, abbiamo condiviso contenuti e strategie e cercato insieme una nuova visione per sviluppare intuito, creatività, consapevolezza e libertà di pensiero. La scienza è stata solo il punto di partenza e il grande merito dell’autore è stato quello di averla inserita in una dimensione più profonda, di averla trasformata in letteratura e di averla tradotta come impegno per il mondo.
Marco Castellani, nei racconti, pur mostrando due livelli di coscienza diversi, è riuscito ad operare una sintesi perfetta tra di loro, tra conoscenza razionale e conoscenza intuitiva, tra fisica e spiritualità; ha ricordato ai ragazzi che la scoperta più affascinante della fisica è che l’universo osservato dipende dall’osservatore, l’uomo da creatura diventa creatore: osserva, pensa, domanda, agisce, trasforma.
L’uomo crea l’universo con le sue emozioni, i suoi pensieri e le sue parole.
A scuola questa scoperta è stata davvero sorprendente e rivoluzionaria e la scienza ha parlato finalmente ai cuori dei ragazzi: tutti hanno compreso di essere piccoli difronte all’infinito dell’universo, ma infinitamente grandi per trasformarlo e guarirlo, tutti hanno capito che se vogliono scommettere sul loro futuro non è più possibile fingere di vivere la vita e continuare ad osservarla come la osserva un cieco; sono pronti a cercare nuove vie.
Anita è proprio come ognuno dei ragazzi che Marco ha incontrato nella mie classi, Anita cerca e domanda, è curiosa e coraggiosa, ascolta e interroga il suo cuore, e dalla sua dimensione profonda ha imparato a parlare con il cielo. E’ ostinata, vuole conoscere e comprendere, non si accontenta di risposte veloci e troppo razionali, si muove oltre la razionalità perché sa che il cuore vede ciò che la mente ancora non vede, percepisce che la scienza non è altro che una lenta scoperta di quello che già esiste dentro di lei.
Le sue domande sono delle vere lezioni di vita, in esse Anita costruisce le forme della sua e della nostra esistenza. In quelle domande c’è un universo inespresso che vuole donarsi e rivelarsi.
Come diceva Socrate, è la domanda che ci rende uomini profondi, non la risposta.
In quelle domande c’è uno sguardo intelligente ed intuitivo che va oltre le stelle e di fronte alla loro curiosità geniale anche la mente più ostinata si inchina.
Prof.ssa Carla Ribichini
Istituto Comprensivo P. M. Corradini (Roma)
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