Tradizione e innovazione, scelta che non esclude

Davvero un’immagine bellissima, non ci si stancherebbe mai di guardarla. Di perdersi dietro ai particolari più minuti. Questa parte dell’ammasso aperto NGC 6530 potrebbe apparire come un muro di fumo spesso, tempestato di stelle. Di fatto è una raccolta di diverse migliaia di stelle che si trovano ad una poco superiore ai quattromila anni luce. L’ammasso fa parte a sua volta della Nebulosa Laguna, che appartiene al braccio di spirale galattico immediatamente più interno del nostro, il Braccio del Sagittario.

Una parte dell’ammasso stellare NGC 6530
Crediti: ESA/Hubble & NASA, O. De Marco; Acknowledgment: M.H. Özsaraç

Colpa del gas interstellare, se l’immagine ha questo particolare carattere fumoso. Come sappiamo, osservare in banda infrarossa è essenziale per investigare gli ambienti ricchi di gas e polvere, come questo. L’immagine che vedete è stata acquisita grazie alla capacità di Hubble di spingersi anche nel vicino infrarosso. Ma le capacità osservative in infrarosso del James Webb Telescope, davvero senza precedenti, ci permetteranno di compiere passi avanti giganteschi e complimenteranno assai efficacemente queste pur straordinarie immagini di Hubble.

Il nuovo telescopio cioè non sostituisce il vecchio ma lo affianca, vede oltre non sconfessando il suo predecessore ma rilanciando e amplificando la sua stessa tensione di ricerca.

Non si costruisce azzerando quel che si conosce, resettando la tradizione. Il nuovo si apre soltanto agli occhi di chi ha vissuto l’antico e l’ha amato, l’ha fatto proprio, l’ha accolto. Ben più difficile che rigettare frettolosamente la tradizione, del resto, è trovarvi in essa una propria strada personale.

Il lavoro di una vita, probabilmente. Tra i cieli, e sopra la Terra.

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