Un anello blu brillante intorno a Plutone, mentre si allontana inesorabilmente. Così lo vede la sonda New Horizons, dopo avere effettuato il passaggio ravvicinato. Siamo al 14 luglio del 2015. Nel momento dello scatto, la sonda è a circa duecentomila chilometri dal pianeta nano. Ma si è avvicinata fino a 12.500 chiloometri dalla superficie. Durante il passaggio ravvicinato ha ottenuto le prime (e per ora e chissà quanto) uniche, immagini ad alta risoluzione della superficie di Plutone e della sua luna Caronte.
New Horizon ha compiuto un viaggio di quasi dieci anni, per arrivare qui. Ad una distanza da Terra di 33 Unità Astronomiche (4,5 ore luce in pratica). Per comunicare a Terra e ricevere un segnale di ritorno, ci vogliono nove ore. Un’eternità. I dati che ha raccolto la sonda verranno scaricati a Terra in un periodo di ben nove mesi, dopo il sorvolo. Sono panorami incredibili che chissà quando potremo fotografare di nuovo.
L’azzurro della foto si ritiene sia dovuto al passaggio della luce solare attraverso il gas l’atmosfera di Plutone (composta in ampia parte di gas metano). Le particelle di foschia formano numerosi ed intricati strati orizzontali, che si estendono ad altitudini di oltre 200 chilometri.
Una impresa epica, questa di New Horizons. L’astronomia è la grande scoperta del mondo, raccoglie il testimone lasciato dagli esploratori ottocenteschi del pianeta Terra e rilancia la loro sfida, moltiplicandola virtualmente all’infinito. Esiste un cielo bellissimo ed incredibile là fuori, disponibile se lo vogliamo vedere. La decisione è nostra. Davvero ci troviamo davanti ad un bivio.
Conoscere o distruggere? Aprirci all’universo come sogente di stupore inesauribile o chiuderci in logiche di dominio? Lavorare per dare spazio all’uomo nuovo – intrinsecamente relazionale – o ricadere negli usati schemi dell’uomo vecchio, essenzialmente belliche?
Una questione bruciante, non solo per la scienza.
Scopri di più da Stardust
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli via e-mail.
Lascia un commento