Grande circa come la Terra. LP 791-18 d è tutto tappezzato di vulcani, tanto che potrebbe essere vulcanicamente attivo quanto la luna Io di Giove, che è considerata – da questo punto di vista – il corpo più esuberante in tutto il Sistema Solare.
Crediti: NASA’s Goddard Space Flight Center/Chris Smith (KRBwyle)
Ma lui è ben più lontano, perché orbita non attorno al nostro Sole ma ad una stella nana rossa a circa 90 anni luce da noi (il Sole è poco più di otto minuti luce da Terra, al confronto).
Per quanto interessante, non è molto ospitale. Per giunta la sua rotazione è tale che mostra sempre la stessa faccia alla sua stella, e dunque la zona giorno (sempre quella) dovrebbe essere troppo calda per la presenza di acqua liquida alla superficie.
La scoperta di questo pianeta si deve ad una combinazione di dati della TESS Exoplanet Mission e dell’ormai pensionato Telescopio Spaziale Spitzer, di cui negli anni qui abbiamo parlato a più riprese.
L’energia per il suo accentuato vulcanismo, sembra venire dalle interazioni gravitazionali che questo pianeta intrattiene con alcuni suoi simili, altri due mondi che ruotano intorno alla medesima stella, chiamati LP 791-18 b e LP 791-18 c. Il gioco di forze che si sprigiona nel corso dell’orbita, arriva a deformare il pianeta stesso, creando frizioni interne che riscaldano il corpo celeste e inducono l’attività vulcanica.
Un caso eclatante in cui la presenza dell’altro, possiamo dire, è decisamente mal digerita. Anche per noi, ci vuole un percorso che ci porti dal segreto sospetto all’accoglienza vera, lo sappiamo. Scrive Federico Faggin (che incontreremo sabato) nel suo testo “Irriducibile”, penso che il modo più efficace per raggiungere l’unione sia attraverso un processo di creazione collettiva e cooperativa , anziché competitiva , di una società giusta , empatica e amorevole , mediante azioni giuste informate dal cuore e dalla mente intuitiva.
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