L’universo si muove, lo sappiamo. Spesso però i tempi scala che sono diversamente estesi rispetto alla vita umana, non ci consentono di apprezzare quel che sta pur adesso, accadendo.

Ci vengono in soccorso dunque le simulazioni, che comprimono grandemente la dimensione temporale in modo che diventi apprezzabile per il nostro occhi. Queste – come quella che presento qui, che parte dal gas nell’universi primordiale fino a giungere al disco di una galassia spirale – sono cose che fino a pochi anni fa, ce saremmo semplicemente sognate.

In poco più di due minuti, la formazione di un disco galattico, a partire dalla materia primordiale. Crediti: TNG CollaborationMPCDFFAS Harvard U.; Musica: World’s Sunrise (YouTube: Jimena Contreras)

Oggi possiamo goderne. Prenderci un paio di minuti per vedere come, secondo la scienza (la simulazione è fatta in accordo pieno con il quadro teorico attualmente ritenuto valido) si forma una galassia, è concederci di osservare qualcosa che i grandi astronomi del passato nemmeno osavano sognare.

Tutto questo è dunque possibile solo adesso, ma perché? Ce lo chiediamo mai? Forse perché adesso possiamo fare un salto di coscienza importante. Possiamo veramente aprire gli occhi e superare quel riduzionismo ancora onnipresente che ci zavorra mente e cuore.

Come ci dice Federico Faggin, lo sforzo necessario per vedere la realtà con occhi nuovi è ciò che ci porterà a liberarci da una prigione concettuale che in passato ha tarpato le nostre ali.

Uno sforzo che – oggi più che mai – si può tradurre in un lavoro, lungo e paziente. Anche, ad una insurrezione pacifica, possibile.

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