C’è qualcosa che spesso non convince negli spot di Apple, almeno secondo me. Voglio dire, tecnicamente sono fatti molto bene, sono fatti da gente che li sa realizzare. Su questo, nulla da dire.
Ma se ragiono sul messaggio che mi vogliono mandare, spesso trovo un disallineamento dalla realtà, uno sfasamento sottile, mi imbatto in qualcosa che insomma non mi torna. Oggi, come nel recente passato.
Prendiamo quello che sta girando abbastanza in televisione, in questi caldi giorni estivi (quello che trovo in rete, per la verità, è una versione un po’ diversa da quello che ho visto più volte in televisione, ma il concetto è lo stesso).
Riprendo le parole del sito iphoneitalia, nell’articolo che descrive lo spot
Nel video, telecamere di sicurezza sono rappresentate come fastidiosi uccelli e pipistrelli che sorvolano gli utenti mentre navigano sul web, simboleggiando i tracker dei siti. La maggior parte dello spot si concentra su utenti non iPhone, ma verso la fine, un utente iPhone apre Safari e tutte le inquietanti telecamere esplodono in aria, sottolineando la sicurezza del browser Apple.
Beh, qui c’è qualcosa che non va. Il messaggio che mi arriva è che se voglio navigare al riparo da occhi indiscreti devo comprarmi un iPhone, e usare Safari. Quindi devo spendere una cifra non proprio irrisoria, ma ne guadagno nella sicurezza. Che è una cosa importante. Una cosa che, probabilmente, non ha prezzo.
A parer mio, qui c’è quindi del vero mischiato a del falso, o almeno a del discutibile. Verissimo che la sicurezza sia importante, ma siamo certi che l’unico modo per navigare sicuri sia attraverso un oggetto costoso come un iPhone? Che l’unica sia lanciare Safari, per abbattere tutti gli uccellacci spioni del video (realmente inquietanti, non c’è che dire)?
Vediamo un po’. Ora, secondo il sito nordvpn, tra i tredici browser più sicuri per la privacy nel 2024, Safari è solo al nono posto, sopravanzato da browser come Vivaldi, Brave, Firefox. Tutti browser – è questo il punto – che si possono tranquillamente istallare su un dispositivo Android, anche quelli che costano un quinto di un nuovo iPhone. E gli uccellacci, posta vera la classifica di nordvpn, dovrebbero cadere ancora di più!
Io uso da tempo Vivaldi (dal 2020, per la precisione), sia per desktop che per smartphone e tablet. Mi ci trovo molto bene, così che ne ho parlato molte volte in questo blog (beh era per lo più nell’altro blog SegnaleRumore, ma ora quei post sono qui).
Ma se non piace Vivaldi, si può anche usare Brave o Firefox, a seconda dei gusti. E naturalmente si può scendere nella classifica fino a Safari, se si vuole. Il punto è che non si guadagna automaticamente sicurezza affidandosi ad un marchio piuttosto che ad un altro, per quanto in certi casi adottino – più che altro per far bella figura – comportamenti quasi virtuosi. Si guadagna in sicurezza capendo cosa stiamo facendo e diventando curiosi di cosa fanno i nostri dati nella grande rete, di chi li può vedere e in che modo può farlo. Poi, decidere di fidarsi in certi casi, e meno in altri.
In un universo in espansione accelerata, dove tutto cambia di giorno in giorno, è importante che acquistiamo consapevolezza di quel che facciamo e ragioniamo a fondo sulle nostre abitudini nella Grande Rete, in modo da concedere i nostri dati solo a chi veramente vogliamo. Se manteniamo un comportamento statico (esempio, uso Chrome perché lo trovo già istallato, è comodo e lo usano tutti), possiamo prendere l’occasione di smuoverci e capire che, se per noi i nostri dati e le abitudini di navigazione non sono importanti, per qualcun altro sì. Per qualcun altro sono soldi, valore che noi concediamo (spesso) senza averne vera intenzione.
La notizia, che lo spot ovviamente non dice, è che possiamo abbattere quegli uccellacci di controllo senza correre a comprare qualcosa di diverso da quello che abbiamo. Ma appena, scaricando un software diverso da quello che stiamo usando.
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