Leggo con una certa curiosità il recente report di StatCounter, ripreso da Punto Informatico, secondo il quale il sistema operativo più diffuso, al momento, non è affatto un sistema operativo contemporaneo, per così dire.
E’ infatti Windows 10 che è utilizzato da quasi il 74% dei computer nel mondo. In altri termini: un sistema (che ha esordito nell’ormai lontano 2015) che ora non è più in produzione, è il sistema più usato al mondo. La cosa davvero buffa è l’andamento che si registra negli ultimi mesi del 2024, con Window 11 in discesa e Windows 10, addirittura, in salita.
Una buona cosa senz’altro è il 4% di Linux, sistema di cui qui – anche attraverso il blog SegnaleRumore ora qui confluito – mi sono occupato in diverse occasioni, per molti anni. Una buona cosa, certo, anche se ancora non può essere considerato un sistema che lotta per il dominio desktop (sono decenni che si vocifera di Linux sul desktop, invero). Per quanto, considerato che macOS si pone appena oltre il 14%, Linux rappresenta comunque una frazione significativa di tale sistema.
Vabbé. Perché Windows 10 è ancora il più diffuso? Le ragione possono essere molteplici. Sistemi vecchi che non si possono più aggiornare, sfiducia nel passaggio a Windows 11, calcolatori che gestiscono macchinari o computer di laboratorio, per cui l’aggiornamento potrebbe dare problemi (secondo la innegabile saggezza per cui ciò che funziona non si tocca). Analisi che senz’altro vanno lasciate agli esperti, magari confortati da statistiche più dettagliate.
Però a me, astrofisico, tutto questo fa anche pensare a qualcosa di più. Fa pensare alla fatica che compie il nuovo per affermarsi, per entrare veramente in circolo, per prendere parte effettiva alla nostra quotidianità. In tutti i sensi, il nuovo fa molta fatica. C’è come una pigrizia, una isteresi, una difesa preconcetta, un attrito di distacco.
Perché non riusciamo a pensare in modo nuovo, anche noi? Perché così spesso carichiamo in mente moduli vecchi, logori, visti e rivisti? Ancora e prima di tutto, l’idea stessa di universo. Il sistema operativo con cui pensiamo al cosmo.
Perché, ormai lo sappiamo che è un universo in espansione accelerata, quello in cui viviamo. Lo sappiamo, per la verità, almeno dalla fine del secolo scorso. Ma lo sappiamo con la testa, non con il cuore, con la pancia. Lo sappiamo, in teoria: ma non lo viviamo davvero. Abbiamo ben visto che c’è in giro, disponibile, un nuovo modo di vedere le cose (le galassie, le stelle, i pianeti), ma non abbiamo fatto l’aggiornamento. Non ci siamo presi il disturbo di farlo, non abbiamo affrontato la fatica – e l’incertezza – del passaggio.
E’ un passaggio di soglia, niente affatto facile. Non è semplice transire da un cosmo statico ad uno in espansione accelerata. Dove niente è fermo, dove tutto cambia giorno per giorno. Dove i quasar più lontani fuggono via da noi a velocità indicibili, dove anche noi sfrecciamo nella Via Lattea, appresso al nostro Sole, a velocità superiori ai 220 Km/s (quasi ottocentomila chilometri all’ora, tanto per rientrare in un sistema di misura a noi più familiare).
Non è immediato eseguire un upgrade. Non è questione di capire qualcosa, infatti, è questione di vivere qualcosa, in modo diverso. Ci vuole un lavoro, certo (e anche progetti come DarsiSpazio vengono, in fondo, come proposta di aiuto). Dopotutto è un bel lavoro, un lavoro che ci possiamo prefiggere di compiere, almeno un poco, in questo anno appena iniziato.
Oh, e se abbiamo un PC con Windows 10, potremmo pensare di aggiornare, se è possibile. O se proprio non è possibile, potremmo valutare di fare il salto a Linux. Ma ciò è anche questione di gusti, o di volontà di sperimentare. L’essenziale, ritengo sia mantenere un sistema operativo (ovvero, un sistema globale in grado di gestire i segnali in entrata, processarli, reagire di conseguenza, fornire degli appropriati segnali in uscita) aggiornato. Sia nel computer che nella testa, per quanto possibile.
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Quindi Windows 10 cresce ancora mentre l’11 è in picchiata come il pil
Beh “in picchiata” è un po’ eccessivo, forse. Però è curioso, questo andamento…