Categoria: astronomia
L’universo raccontabile (anche su Facebook)
A casa, in un universo più amico
“Non ci mancano certo le forze dinamiche per costruire il futuro. Viviamo immersi in uno sconfinato oceano di energia. Ma questa energia, in definitiva, è nostra non per dominio ma per invocazione.”
“È il mendicante il vero protagonista della storia”
Questo nostro misterioso Universo
L’ordine naturale delle cose…
Il nuovo concetto della natura è sempre l’argomento più importante della matrice che costituisce ogni nuovo ordine sociale. In tutti i casi, la nuova cosmologia serve a giustificare la giustezza e l’inevitabilità del nuovo modo in cui gli esseri umani stanno organizzando il proprio mondo, presupponendo che la natura stessa è organizzata secondo linee simili. Ogni società si può così sentire rassicurata dal fatto che il modo con cui conduce le proprie attività è compatibile con l’ordine naturale delle cose e, inoltre, è un giusto riflesso del grande disegno della natura.
… l’ordine del mondo (cosmologico, politico, conoscitivo, e perfino morale) non è statico, non è definito una volta per tutte, ma è storico, si dà cioè temporalmente, attraverso una processualità di mutazioni sostanzialmente “rivoluzionarie” (dalla rivoluzione copernicana in poi)
il sentimento di “insicurezza” deriva da una miscela di incertezza e ignoranza: ci sentiamo umiliati perché inadeguati al nostro compito, e la conseguenza è il crollo della stima e della fiducia in noi stessi. È qualcosa che riguarda tutti.
Non a caso questa insicurezza si riverbera nella percezione del cosmo.
Così nel il cammino storico, dove ci sembra di aver percorso tutto, esplorato e bruciato tutto (impeti rivoluzionari, ideologie, tirannie…) dove le stesse democrazie liberali mostrano impietose i loro limiti. Ci sembra, in altri termini, di conoscere molto di più degli uomini di qualche tempo fa, di essere avvertiti e disincantati allo stesso tempo, come pure di essere arrivati ad un punto di confusione, di stallo. Di conoscere e non conoscere allo stesso tempo — o perlomeno di non avere la conoscenza necessaria per agire in modo costruttivo nell’agone sociale.
L’uomo è inserito in questo processo storico con la propria libertà creativa, può cioè intervenire attivamente, non deve solo prendere atto di un mondo esterno sovrastante e bloccato e adeguarvisi, ma può interagire appunto creativamente col darsi storico del mondo. La creatività umana è dunque reale e radicale, in quanto la sua libertà è reale e radicale: per cui l’uomo, si potrebbe anche dire, trascende sempre il mondo dato.
D’altronde se il sistema del mondo (cosmico come politico) fosse chiuso in sé (bloccato in una necessità tragica e fatale, come il cosmo greco), che spazi di libertà autentica e quindi di creatività radicale avrebbe l’uomo?
Spunti per… onde nuove
La mia storia con GAIA (intervista)
Eccovi qui una recente intervista che ho rilasciato di recente a Marco Staffolani per Tendopoli, la rivista dell’omonimo movimento. Ringrazio Marco per avermela proposta, è stato bello e divertente prepararla. Trovate l’intervista anche su GruppoLocale.it 😉
Ciao Marco, benvenuto in questa rubrica scientifica del giornale Tendopoli. Descrivici brevemente chi sei, la tua famiglia, il tuo lavoro.
Ciao Marco, sono lieto di fare il mio ingresso nel vostro giornale!

GAIA potrà trovare anche pianeti in altri sistemi solari. Credi che ci sia vita nell’universo? in caso come te la immagini?
GAIA potrà certo trovare pianeti all’esterno del nostro Sistema Solare: al termine della missione, intorno al 2018, ci si aspetta un numero di circa 8000 pianeti rilevati, che non è affatto poco! Purtroppo per le caratteristiche del satellite, e per la difficoltà intrinseca di tale ricerca, non saremo in grado di dire se in alcuni di essi vi sia o vi sia stata la vita, comunque sarà un grande passo avanti per stimare la probabilità delle configurazioni planetarie più adatte alla vita. Come scienziato che si attiene ai dati, devo dire che finora non abbiamo nessun indizio di forme di vita intelligente oltre il nostro, nell’Universo. E’ vero che la vastità dell’universo fa ritenere a molti implausibile l’idea che la vita come la conosciamo si sia sviluppata solo sulla Terra. Tuttavia non sono ancora del tutto chiare le probabilità dei vari fenomeni che darebbero origine alla vita, e la stessa origine della vita rimane un mistero. In tale situazione, considerazioni filosofiche e metafisiche possono portare un ricercatore a ritenersi, in cuor suo, certo della diffusione della vita, e un altro a ritenere che la Terra possa essere il solo pianeta che la ospita. Se comunque vi fosse, non me la immaginerei molto diversa dalla nostra: dopotutto, gli elementi “base” per la costruzione delle forme di vita sono uguali in tutto l’universo, e anche i meccanismi biologici e chimici che la governano.
ADS, dieci milioni di articoli
In questo blog si è spesso parlato di libri digitali. Ora vorrei spendere qualche parole per ripensare un po’ a quanto sta cambiando l’approccio di lettura di una cosa leggermente diversa, quale può essere un articolo (un articolo scientifico, per la precisione). Fedele al motto scrivi di ciò che conosci, farò riferimento, ovviamente, alla mia esperienza di ricercatore astronomo. E’ pur sempre un osservatorio molto interessante sul mondo della tecnologia, tra le altre cose.
Per un bel periodo di tempo, se ci penso, ho continuato a riferirmi alla pagina per elaborare le informazioni Ecco, dopo un po’ che leggevo l’articolo sullo schermo del computer, dovevo per forza premere il tasto stampa. Ai miei occhi il vero articolo, per molti anni, è stato esclusivamente quello stampato.
Già il passaggio dalla rivista scientifica cartacea a quella digitale è stata una piccola rivoluzione. Ricordo ancora bene le peripezie che si innescavano quando volevo (o dovevo) andarmi a leggere un articolo, magari desunto da una referenza posta in calce ad un altro articolo. Ora lo farei stando al computer, senza altro movimento che quello delle dita. Due click (o poco più) e avrei il PDF aperto sullo schermo.
Allora, no.
Si trattava “in quel tempo” – tecnologicamente assai remoto – innanzitutto, di muoversi. Intanto, di recarsi nella libreria dell’istituto. Cercare tra i veri libri. Lì poteva allora dispiegarsi una elaborata caccia, condotta tramite degli appositi indici posti in fondo ai volumi delle riviste, rilegate. Attraverso un complesso sistema di rimandi e di codici si poteva riuscire a risalire alla pagina e al fascicolo dell’articolo che si cercava. Ed era un risultato. Indi, si procedeva alla consultazione in sito, o all’eventuale fotocopia. Non era però infrequente il caso in cui si scopriva – solitamente con un vivo disappunto – che no, purtroppo l’articolo non era disponibile nella libreria locale. Allora il passo successivo era quello di coinvolgere un altro essere umano… segnatamente il bibliotecario, il quale – grazie alla sua disponibilità e attraverso la sua rete di contatti – avrebbe (a) verificato la reperibilità del volume ricercato, e (b) provveduto a far recapitare le fotocopie all’utente interessato. Nell’arco, ovviamente, di qualche giorno o forse più, a seconda della difficoltà del reperimento dell’articolo stesso.
Tutto piuttosto diverso da quanto avviene adesso.
Cosa succede ora, infatti? Se mi serve un articolo, lo cerco su NASA Astrophysical Data System (ADS) e in un attimo trovo quello che mi serve. Se mi ricordo la referenza in maniera incompleta metto i dati che conosco, magari un intervallo di anni, il nome di uno degli autori e il sistema mi fornisce istantaneamente la lista di tutti gli articoli che soddisfano la mia richiesta (la maschera di ricerca è veramente elaborata). Se voglio leggere l’articolo in forma completa quasi sempre posso farlo, seguendo l’opportuno link. Se voglio scaricarlo sul mio computer, idem.
Insomma. Tutto semplice, tutto immediato.
E’ scomparsa completamente la parte della caccia: in altre parole,non è più necessaria alcuna abilità (se non quella di riempire opportunamente i campi di ricerca dell’interfaccia di ADS). Insomma, potremmo dire che l’efficienza e la praticità hanno vinto anche su quella residua parte di mistero, che poteva ancora essere presente in una procedura complicata e in qualche modo artigianale, che comunque che richiedeva una sua opportuna dose di apprendimento.
Ovviamente non è solo la perdita del romanticismo, il punto. Se abbiamo perso qualcosa con questa moderna immediatezza, abbiamo enormemente guadagnato in altri ambiti. Solo per restare ad ADS, è impressionante riflettere sul fatto che praticamente mette a nostra disposizione (con qualche limitazione per il materiale sotto copyright) circa dieci milioni di articoli, provenienti da tutte le maggiori riviste internazionali di astronomia (e non solo). Nessuna libreria fisica potrebbe sperare tanto.
Un po’ emoziona la facilità con la quale si possono raggiungere articoli storici, come quello della scoperta della radiazione cosmica di fondo, tanto per dirne una…
Indulgendo in una facile generalizzazione, possiamo dire che ormai lo strumento di elezione per trovare e leggere gli articoli è il web. Sono finiti gli anni degli stanzini pieni di collezioni delle riviste, dove ti potevi aggirare sperdendoti tra le annate di Astrophysical Journal di cinquant’anni fa. Toccando, in pratica, la storia dell’astronomia.
Ora è tutto virtuale, è tutto digitalizzato. I vantaggi sono molti, certamente. Ma un po’ di poesia, ecco, forse è svanita…