Blog di Marco Castellani

Categoria: blogging

Il piacere di un ritorno

Certe volte è anche bello cambiare. Tornare, o meglio ricominciare. 
Tornare a curare, a coltivare questo blog, su questa piattaforma,
per me ha un sapore speciale. Come
ritrovare un ambiente, un amico, sicuro, stabile, sempre lui
che ti dice ohi ti aspettavo, ma dove eri andato? Ma lo dice, lui lo dice,
con pacatezza, con tranquillità,
con morbida curiosità.

Fatti salvi esperimenti preistorici, qui ho iniziato seriamente a curare un blog.
La piattaforma è solo una piattaforma, ma si lega,
comunque si lega, quasi suo malgrado,
a tante storie e momenti di vita, ed è come se diventasse
più carnale, più reale, più colloquiale e meno
freddamente tecnica, più agevolmente umana.

Ritornare come un po’ all’inizio, nella freschezza luminosa
dell’inizio, come riprendere fiato e marcare la partenza che fu
appunto, fu qui, in pratica. E qui le cose si muovono piano, e qui
mi si aspetta. Potrei rimanerci, un altro po’. Ritornarci, appunto.

Medium  è stato emozionante, anche pieno
a suo modo, di nuove
speranze ma ora, per ora,
non lo è più.

Dovrò migrare i post, sistemare un po’. Ogni giorno è nuovo e
dunque vedremo. Ma per ora, lo dico, per ora
è un piacere ritornare.

E’ un piacere solido e sottile, essere, di nuovo, qui.

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Trasferimenti

Ecco, dopo anni di utilizzo della piattaforma Blogspot, ho deciso di prendere dimora su Medium, per cui mi trovate qui. Se tutto va bene Stardust dovrebbe essere la mia nuova casa, almeno per un po’.

Poi tutto nel web è in movimento, per cui… beh intanto vi aspetto!

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Casa di vacanza

Allora, per (almeno) un po’ i miei post saranno qui.
Il motivo invece si trova qui e anche qui.

Se venite a trovarmi, mi fa piacere. Tranquilli, c’è molto posto.
Una cosa, soltanto: le bibite fresche le portate voi?

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Omologazione informatica

Ogni tanto ci penso. E’ che chi non ha vissuto il tempo glorioso della sperimentazione probabilmente non può comprendere appieno. C’è stato un tempo nel quale fiorivano diverse piattaforme, si sperimentavano modelli di social network, per ogni paradigma che sembrava farsi strada, vi era tutto un sottobosco di esperimenti più o meno riusciti che avevano i loro sostenitori, e comunque ti facevano capire che c’era ben più di ‘un modo per farlo’. Di modi ce ne erano a decine, ognuno in sana competizione con gli altri.
Ci penso. Penso che Twitter è nato con una struttura così elementare che nessuno gli avrebbe dato mezzo euro di credito. Brevi post di 140 caratteri appena (fatti apposta da poter essere scritti come SMS dal cellulare), nessuna possibilità di commenti, di citazioni di altri. Poi è venuto – dalla comunità degli utenti – il meccanismo della risposta, ottenuto premettendo la “@“ al nome dell’utente al quale si vuol parlare. Poi è stato integrata una dinamica di citazione, di ‘retweet’. Sono arrivati gli hashtag

Oggi Twitter è il paradigma assolutamente imperante per questo tipo di social network. E’ uno standard, non più una particolare realizzazione. E’ come la posta elettronica – non è percepito come un servizio commerciale di un dato fornitore. E’ quel servizio. Basti pensare che quando Benedetto XVI ha aperto il suo microblog, logicamente lo ha fatto su Twitter. Logicamente, realisticamente: perché è “lo” standard per il microblogging (tanto che quest’ultimo termine comincia a perdere di significato, visto che dovrebbe indicare una galassia di servizi per la quale la luce di uno solo offusca tutti gli altri). Onestamente: ogni altra scelta sarebbe sembrata “strana”, non trovate?
Ma prima no. Prima c’erano altre strade, altre vie. Altri modi di vedere il mondo. Ecco, prima c’era Jaiku. Ricordiamocelo. Quando Twitter non aveva ancora nulla, Jaiku aveva messo su un vero sistema di commenti, ad esempio. Non solo. Aveva i gruppi: potevi associarti ad un gruppo con cui condividere un dato interesse, ognuno con il suo forum di discussione. Jaiku inoltre aveva un client per Symbian che – per l’epoca – era davvero un gran bel pezzo di software. L’ho usato sul mio Nokia 73 e vi posso garantire che era splendido. La scommessa per il mercato mobile era stata lanciata. L’alleanza con Nokia (dire Nokia qualche anno fa era come dire iPhone oggi) un’arma formidabile. 
E’ stato un bell’esperimento…  
Poi per qualche motivo la scommessa è stata anche persa. Jaiku è prima stato comprato da Google, poi è defunto. Qaiku – nato sul suo modello – ha subito lo stesso destino. Il mercato è implacabile. E ha leggi a volte imperscrutabili.
Facebook aveva pure i suoi antagonisti. La guerra Facebook – MySpace, chi se la ricorda ora? Chi dice più “cercami su MySpace?”. Senza contare tutti gli altri network che spuntavano come funghi. Bello il periodo che è passato. Ogni giorno c’era una cosa nuova da provare. Fotografie di un passato recente, che sembra già antichissimo. 
Ora il mercato ha scelto. Si è ristretto su Facebook e Twitter (Google+ tenta di entrare in partita, ma non mi è chiaro quanto riesca davvero). Prima era divertente (tanti network con cui giocare, sperimentare) e frustrante (per collegarti con Tizio dovevi registrarti da una parte, con Caio dall’altra…). Ora è efficiente, utile (o inutile), rapido (siamo tutti su Facebook), e… noioso. 
Sì, dal punto di vista tecnico, noioso. Perché abbiamo perso lo stupore e la varietà.  Non abbiamo più che un solo modo di vedere le cose.

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Ripresa … lenta!

Accipicchia. E’ quasi un mese che non scrivo sul mio blog, direi poveretto che lo sto un pò trascurando!

Riepilogando, dovrei parlare un pò delle vacanze al mare in Molise, di cui ho mandato brevi accenni, eppoi della vacanza di una settimana a St. Moritz fatta con moglie e prole (tranne la più grande, tornata appena ora da una megavacanza in Canada a Montreal, dallo zio) e con tanti amici. Sì ci sarebbe da parlare, ma magari è più interessante mettere online qualche foto e lasciare spazio alle immagini (lo so, è una scusa per rimandare ancora…)

E poi certo, c’e’ il fatto di essere stato chiamato in causa dalla primogenita, per cui bisognerà pur rispondere, no? Mmm.. cara figlia, fammi pensare ad altri blog da nominare, però!

Certo, potrei dire che – da attento fruitore (!) del web2.0 – mi sto allineando al flusso generale per cui diversi osservatori indicano come il fenomeno del microblog sia in salita mentre i blog stanno un pò perdendo terreno (tanto che in effetti già si vedono diversi blog che sono in realtà ninete altro che aggregatori automatici dei vari lifestreaming, il flusso di cose che segnano la propria presenza online in vari servizi – tipo il box di friendfeed che è qui a lato). Certo posto più nel microblog che nel blog vero e proprio; un pò perchè è più semplice un pò perchè non sempre si ha tempo e voglia di organizzare le proprie idee in un post più articolato. Ehm. Potrà questo giustificare il mio postare un pò “rallentato”?

Io comunque, per non sbagliare, ho messo anche l’avviso “bloggo quando posso”. Ovviamente acchiappato dal blog Miculae et Nubes. Che quasi mi scoccia dirlo (chè temo l’interessata si monti la testa), trovo piuttosto interessante…

Oh vabbè, un post l’ho fatto, allora… anche se non so ancora bene di cosa ho parlato ! 😉

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