Blog di Marco Castellani

Categoria: DarsiSpazio Page 2 of 54

Pilloline quotidiane di astronomia, piccoli spunti di ricerca per una “altra scienza”, semini di cosmo per accompagnare il cammino paziente verso una nuova umanità

Un mondo vulcanico

Grande circa come la Terra. LP 791-18 d è tutto tappezzato di vulcani, tanto che potrebbe essere vulcanicamente attivo quanto la luna Io di Giove, che è considerata – da questo punto di vista – il corpo più esuberante in tutto il Sistema Solare.

Immagine di fantasia del mondo vulcanico LP 791-18 d
Crediti: NASA’s Goddard Space Flight Center/Chris Smith (KRBwyle)

Ma lui è ben più lontano, perché orbita non attorno al nostro Sole ma ad una stella nana rossa a circa 90 anni luce da noi (il Sole è poco più di otto minuti luce da Terra, al confronto).

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Cinquanta anni dopo

Era il 14 maggio del 1973. Il Saturn V viene lanciato dal Kennedy Space Center della NASA. A bordo porta i componenti principali della stazione spaziale Skylab. L’equipaggio sarà poi lanciato il giorno seguente, a bordo del modulo di comando e servizio chiamato Apollo.

Il momento del lancio dello Skylab
Crediti: NASA

Stava finalmente entrando in opera quella che a tutt’oggi è l’unica stazione spaziale interamente statunitense. Nel corso della vita di Skylab – dal maggio 1973 al febbraio 1974 – tre diversi equipaggi le fecero visita, portando a termine ben 270 indagini scientifiche e tecniche nei settori della fisica, dell’astronomia e delle scienze biologiche.

Skylab è di importanza fondamentale perché ha aperto il campo fino a quel momento inesplorato, delle attività umane in orbita terrestre bassa, contribuendo in modo decisivo a spianare la strada alla futura Stazione Spaziale Internazionale.

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Spicchio di Terra

Il nostro bel pianeta sfoggia una mezzaluna curva e sfiorata dal sole, su una sfondo di un nero limpodo, in questa straordinaria immagine.

Uno spicchio di Terra “crescente”, vista dall’Apollo 17
Crediti: Apollo 17NASARestoration – Toby Ord

Qui la nostra Terra è piccola come un’immagine telescopica di un lontano pianeta, l’intero orizzonte infatti è dentro il campo visivo. Ben diversa è l’immagine del pianeta che si gode dalla Stazione Spaziale Internazionale, per esempio: una vista molto più ravvicinata a motivo della bassa orbita terrestre. Lì, orbitando ogni novanta minuti intorno al pianeta, si vedono scorrere spettacoli di oceani, nuvole e terre emerse, in un susseguirsi sicuramente emozionante.

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Essere liberi

Volare liberi nello spazio. Essere liberi. A cento metri dalla stiva del Challenger, Bruce McCandless stava davvero vivendo un sogno, fluttuando nello spazio più distante dalla navicella di appoggio, di quanto fosse mai stato fatto.

Essere liberi, nello spazio.  
Crediti: NASASTS-41B

Era il 1984, ma già da diversi anni la NASA aveva sperimentato le passeggiate spaziali: il primo americano a condurre una di queste passeggiate fu, infatti, l’astronauta Edward H. White nel lontano 1965, che si intrattenne al di fuori della navetta Gemini 4 per ben venti minuti.

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Un modo di cercare

Marte era molto diverso in passato. Più florido, certamente. Le nuove immagini che ci porta il rover Perseverance mostrano segni evidenti di quello che una volta era – con ogni probabilità – un corso d’acqua in rapido movimento. E non era solo, ma faceva parte di una estesa rete fluviale presente all’interno del cratere Jezero, l’area che il rover ha esplorato fin dalla sua fase di atterraggio, ormai più di due anni fa.

Queste rocce ci parlano di una storia di fiumi che scorrevano gagliardi…
Crediti: NASA/JPL-Caltech/ASU/MSSS

Comprendere questi ambienti una volta acquosi, aiuta senz’altro gli scienziati nel cercare quei segni di antica vita microbica che potrebbero ancora annidarsi dentro le rocce marziane. E potrebbero arrivare grandi sorprese.

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Andare su Giove

Una volta tanto, non apro con una foto astronomica ma con una bella illustrazione di  Rick Giudice che risale all’agosto del 1973 – ovvero quasi cinquant’anni fa – e riguarda il passaggio ravvicinato della sonda Pioneer 10 al pianeta gigante.

Immagine artistica della Pioneer 10 in passaggio ravvicinato a Giove. Crediti: NASA

L’obiettivo principale di Pioneer 10 era esplorare Giove, i satelli, il suo campo magnetico, e le cinture in cui si intrappola la radiazione. La sonda, lanciata da Cape Canaveral a marzo del 1972, è stato il primo satellite artificiale a passare attraverso una fascia di asteroidi, il primo anche ad ottenere immagini dettagliate di Giove e le sue lune.

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L’abbondanza, la ricchezza, la crisi

Un campo come questo si apre a mille considerazioni. Prima di tutto, si scorgono miriadi di galassie ellittiche, “colte” in diversi orientamenti. Sulla sinistra, anche un paio di stelle brillanti, vicine a noi, come simpatiche “intruse” nell’immagine a largo campo.

L’ammasso di galassie Abell S520 visto da Hubble
Crediti: ESA/Hubble & NASA, H. Ebeling

Questa preziosa collezione di curiosità astronomiche è l’ammasso di galassie Abell S520 (anche ACO S520), che si trova ad una distanza da noi di circa 2,6 miliardi di anni luce. Veramente ricco: le galassie che ne fanno parte sono quasi trecento.

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Il potente motore di NGC 5283

La galassia lenticolare NGC 5283: è senz’altro lei la protagonista di questa bella immagine presa dal Telescopio Spaziale Hubble. NGC 5283 è una galassia che contiene al suo centro un nucleo galattico attivo (in breve AGN, da Active Galactic Nuclei), ovvero una regione estremamente compatta e luminosa, dove risiede sornione (ma non troppo) un buco nero di grande massa.

La galassia NGC 5283
Crediti: NASA, ESA, A. Barth, M. Revalski; Processing: Gladys Kober

Prima di cadere inesorabilmente preda del buco nero, la materia al suo intorno si riscalda terribilmente e diventa molto luminosa, così da giustificare la grande luce che vediamo provenire da questi oggetti, un tempo decisamente misteriosi.

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