Blog di Marco Castellani

Categoria: Editoriali

Scienza e pace

No, non è una variazione estemporanea del titolo del ben noto romanzo di Tolstoy, Guerra e PaceE’ piuttosto una articolazione che – io penso – è più che mai urgente ripercorrere e rinforzare. Soprattutto adesso, soprattutto all’indomani dei fatti di Parigi, così tragici e apparentemente assurdi che fanno preferire un silenzio doloroso ai peraltro sempre più inutili esercizi retorica. 

Non è quindi di questi fatti che vorrei parlare qui. Piuttosto, vorrei esprimere come e in che modo io mi senta interrogato dalle provocazioni che provengono da questo travagliato periodo. E intendo, io come scienziato. 

Fare scienza davvero è un atto di pace?

Fare scienza davvero è un atto di pace? E’ lecito chiederlo, è lecito lavorare per una ipotesi di risposta. Come qui.

Se una cosa si può dire, difatti, è che l’urgenza attuale, la domanda di un senso, sempre più lancinante ed improrogabile,  porta ogni persona – inevitabilmente – ad interrogarsi su come può il suo esistere, il suo lavoro, la sua opera, aiutare a ricercare e ritrovare un orizzonte di positività su cui semplicemente poter esistere, fare progetti. Vivere.

Per uno scienziato può voler dire scendere alle radici della sua attività, capire che quello che fa in laboratorio, o davanti al computer, non rimane confinato in un ambito ristretto, ma in qualche modo è connesso all’universo intero. Come del resto ogni altra attività.

E la scienza, vorrei dire la scienza praticata, è fondamentalmente pace. Certo, lo so anche io che la scienza ha prodotto cose come la bomba atomica. E’ innegabile. Ma rimango convinto che l’attività scientifica, sopratutto per come si qualifica al giorno d’oggi, è una pratica intrinsecamente portatrice di pace.

Vorrei spiegarmi.

La scienza oggi è inevitabilmente transazionaletransculturale. La scienza vera, cioè quella che ha fatto la scelta di campo di appoggiarsi a metodi di controllo e di verifica, che procede secondo la falsificabilità popperiana delle sue teorie, è così. Non è un pensiero, o una aspirazione. Lo vedo ormai da anni, nella pratica quotidiana.

Non è che la scienza sia fatta da persone migliori. Sono persone come tutte, se ci fosse bisogno di specificarlo, con le loro meschinità e le loro miserie. Sono persone come me che sto scrivendo, come te che leggi.

Il punto è un altro. E’ l’oggetto in se stesso – la ricerca scientifica – che detta il metodo. Ed è un metodo che incoraggia intrinsecamente la collaborazione internazionale, che spinge a non fermarsi su valutazioni di differenza di razza, di etnia, di religione, di visione della vita.  Chi è innamorato della scienza, a chi è appassionato, se ti incontra, interessa se quello che hai da dire lo aiuta a meglio comprendere un problema. Se puoi portare un contributo, indipendentemente dal colore della tua pelle. O da dove vieni.

La rete informale di ricercatori di uno stesso ambito, è sovente molto larga e molto efficiente (io lo tocco con mano nel progetto ESA-GAIA, in cui lavoro, ma gli esempi non mancano di certo). Copre un gran numero di nazioni di orientamenti più diversi. Predilige la tranquillità politica e la pace. E non per farsi bello davanti al mondo: piuttosto, perché così  può – pragmaticamente – operare meglio e più fruttuosamente. E questo è sempre più vero più passa il tempo, perché i grandi progetti attuali (satelliti astronomici, esperimenti di fisica teorica, etc…) coinvolgono tipicamente un esteso numero di persone e sono collaborazioni tra una notevole molteplicità di stati sovrani. E possono essere condotti a termine solo se queste persone collaborano efficacemente tra loro.

Lavorando nella scienza in maniera seria, si è dunque inevitabilmente forzati a scambi ed interazioni con persone che sono tra loro le più diverse. Si è spesso condotti a seguire congressi e riunioni in diversi paesi. Si impara – per forza, non per virtù – a collaborare con persone bianche, nere, gialle, con il turbante, con il crocifisso o la tonaca, o senza niente di tutto ciò. E’ richiesto appena un acconsentire ad un insieme minimale di regole di convivenza, democrazia e scambio, e tutto il resto viene da sé.

Perché non sembri idealistico, possiamo anche mettere in conto che in questo convivono anche le consuete rivalità tra gruppi concorrenti, le umanissime meschinità e gli altrettanto umani giochi di potere, e quant’altro potete immaginare (a livelli diversi, a seconda delle persone e degli ambienti).

Con tutto questo, l’autentica passione per la scienza, per la comprensione profonda della struttura del mondo, favorisce la pace e la tolleranza – perché è possibile perseguire l’obiettivo soltanto con la pace e la tolleranza.

Facendo scienza davvero, lavoriamo per la pace. Prendendo sul serio il nostro lavoro, scopriamo di fare automaticamente la nostra parte per il buon ordine dell’universo.

Ma questo, capisco, non è limitato appena all’opera dello scienziato. E’ l’opera dell’uomo, nel senso più bello ed autentico del termine.

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Astrokids: le avventure di Martina Tremenda da oggi in un libro

Astrokids-Libro_MartinaTremenda

Copertina del libro Astrokids dedicato a Martina Tremenda. Crediti e copyright: Angelo Adamo, Scienza Express. Disponibile su Media INAF:http://www.media.inaf.it/2014/04/28/astrokids-il-libro/

Martina Tremenda è una bambina di undici anni, curiosa, allegra, innamorata delle stelle e dei pianeti e che un giorno, durante una visita all’Istituto di Astrofisica Spaziale trova una navicella non funzionante e ci sale… Inizia la sua avventura nell’universo con Genio, il computer-cervellone di bordo, che non fa mai quello che gli si dice.

Martina nasce da un’idea di Stefano Sandrelli dell’INAF- Osservatorio di Brera durante gli appuntamenti Astrokids con i bambini (dagli 8 ai 12 anni) alla Feltrinelli di Milano. Assomiglia a Giovannino Perdigiorno di Gianni Rodari, anche se più moderna e tecnologica.
Giovannino Perdigiorno visita mondi speciali, anche se in ognuno di essi trova qualcosa che non lo convince e se ne va, alla ricerca di qualcosa di migliore. Martina viaggia nel cosmo e in ogni capitolo si ferma su un oggetto del nostro Sistema Solare o viaggia tra le stelle, tra le galassie, tra i buchi neri, andando a studiare la radiazione X, la radioastronomia, l’astrobiologia e la ricerca di nuovi pianeti extrasolari, al di fuori del nostro Sistema Solare.
Le avventure di Martina Tremenda sono fantastiche, slegate fra loro, un po’ come le storie di Giovannino, ma tutte le informazioni sono corrette da un punto di vista scientifico. Vi hanno lavorato numerosi astronomi e divulgatori dell’INAF, di varie università italiane e giornalisti scientifici.

Il libro, che nasce da un’idea di Laura Daricello dell’INAF – Osservatorio Astronomico di Palermo, è strutturato in 17 capitoli con una filastrocca iniziale e un’avventura di Martina; alla fine vi è la parte dedicata ai laboratori, agli esperimenti, attività pratiche da sviluppare da soli, con gli insegnanti oppure con i genitori e che permettono al bambino di entrare in modo diretto e divertente in contatto con quanto ha letto nel capitolo.
Qui di seguito il titolo generale del capitolo, la filastrocca e il titolo della storia di Martina:

1. Un pianeta molto speciale – Martina Tremenda, esploratrice spaziale – La Terra
2. Vita da astronauta – La casa nello spazio – Le missioni spaziali
3. Il nostro satellite – Martina sulla Luna – La Luna
4. La stella che ci scalda – Il Sole che ride – Il Sole
5. Amici per la pelle – Notturno – Sole, Terra e Luna
6. Eppure è vuoto – La cometa senza coda – Il Sistema Solare
7. Stelle di tutti i colori – Il circo del Sole – Le stelle
8. La nostra Galassia – La ballata delle galassie – La Via Lattea
9. L’ABC del buco nero – Un buco nero allo stomaco – Buchi neri
10. Patate, palle di neve sporca e buchi giganti – L’asteroide surgelato – Asteroidi, comete e crateri di impatto
11. Tutti i colori del Sole – Il semaforo blu – La luce
12. Alla conquista dell’invisibile – Il fantasma magnetico – Lo spettro elettromagnetico
13. Il cielo ai raggi X – Il fantasma invadente – I raggi X
14. A caccia di onde radio – Gli orecchioni di Martina – La radioastronomia
15. Forse anche noi siamo un pò extraterrestri – La nube alcolica – L’Astrobiologia
16. Identikit dell’extraterrestre – Il pianeta in maschera – Gli extraterrestri
17. Uno, cento, mille pianeti – Il ti-enne-gi sul vulcano – I pianeti extrasolari

Il libro è stato pubblicato da Scienza Express.
Astrokids – Avventure e scoperte nello spazio
A cura di Laura Daricello e Stefano Sandrelli
Copertina di Nicole Vascotto
Illustrazione di copertina di Angelo Adamo
Grafica e impaginazione di Nicole Vascotto
Illustrazioni di Angelo Adamo
Disegni tecnici di Sonia Adragna
Ricerca iconografica di Sabrina Masiero
Filastrocche di Stefano Sandrelli

Vorrei ringraziare Daniele Gouthier di Scienza Express per la fruttuosa collaborazione e per la possibilità di far parte della “squadra” fin dalla nascita del libro; Laura Daricello che mi ha suggerito la nascita di un capitolo dedicato ai pianeti extrasolari durante una conferenza a Varsavia nell’ottobre scorso; Stefano Sandrelli col quale ho scritto un capitolo e due filastrocche ma che mi ha dato preziosi suggerimenti su Martina fin dalla stesura della prima riga; Caterina Boccato dell’INAF-Oss. di Padova che mi ha suggerito la parte di laboratorio-esperimenti da far fare ai bimbi grazie alla sua esperienza con Astrokids nelle Librerie Feltrinelli di Padova; il Direttore del Telescopio Nazionale Galileo (TNG) Emilio Molinari, che mi ha dato la possibilità di scrivere ben tre capitoli durante il mio soggiorno di lavoro alla Fundacion Galileo Galilei (FGG)-TNG, per le sue chiacchierate costruttive insieme a Gloria Andreuzzi della FGG-TNG e delle loro revisioni nelle varie fasi della stesura. Un’esperienza dalla quale ho imparato molto, e che mi ha lasciato grande entusiasmo.

Molti sono gli autori coinvolti, tra cui anche Angelo Adamo dell’INAF-Oss. di Bologna che ha realizzato tutte le illustrazioni di Martina Tremenda, rendendo “visibile” il volto di una bambina che simbolicamente rappresenta ognuno di noi, appassionati di astronomia, astronomi o meno, cresciuti con una stellina pulsante nel cuore: la curiosità che ci ha spinti a sognare il cielo e a comprenderlo.

Per approfondire
Per leggere qualcosa su Giovannino Perdigiorno di Gianni Rodari online:

Pendolante.wordpress.com – http://pendolante.wordpress.com/2013/09/01/i-viaggi-di-giovannino-perdigiorno/ con riportate le edizioni di Giovannino Perdigiorno disponibili.

Così è la Luna – Giovannino nel paese degli uomini di zucchero e il pianeta di cioccolato – http://crea.francibb.it/2006/03/altre-mirabolanti-imprese-di-giovannino/

Gli uomini di gelato – Giovannino nel paese degli uomini di zucchero: http://www.pinu.it/giovannino.htm
Gli uomini di burro – http://www.giannirodari.it/bambini/torta.html

Media INAF: Astrokids: il libro – http://www.media.inaf.it/2014/04/28/astrokids-il-libro/
Scienza Express – http://www.scienzaexpress.it/ La collana Piccoli Scienziati Crescono: http://www.scienzaexpress.it/i-nostri-libri/piccoli-scienziati-crescono.html

Sabrina

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Quanti Amici, il libro di Natale sulle onde della Meccanica Quantistica

Quanti Amici

La copertina del libro di Stefano Sandrelli, Quanti amici, edizioni Feltrinelli Kids. Crediti Feltrinelli Kids: http://www.feltrinellieditore.it/opera/opera/quanti-amici/ .

E’ una vecchia passione quella di raccontare il cielo, le stelle e la fisica. Stefano Sandrelli a capo dell’Ufficio del Public Outreach and Education – Divulgazione e Didattica dell’INAF-Osservatorio Astronomico di Brera, Milano, Presidente delle Olimpiadi Italiane di Astronomia e collaboratore dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), nel libro “Quanti Amici” riesce in modo magistrale a rendere la Meccanica Quantistica un mondo fiabesco e del tutto accessibile anche alle menti dei bambini. Forse più di quanto non lo sia spesso in quella degli adulti.

L’idea narrativa di Stefano Sandrelli, infatti, sta nella classica frase “Facciamo finta che…” che ricorre frequentemente sulle labba dei bambini.

“Il mondo della Meccanica Quantistica è un mondo che assomiglia al “facciamo finta che” dei bimbi” afferma Stefano “perché racconta di esperienze un po’ fantastiche”. La Meccanica Quantistica è un mondo dove valgono regole al di là del senso comune delle cose e “vanno apprese senza la presunzione di voler interpretare quel mondo con i giudizi che noi adulti già abbiamo”. E’ esperienza comune, per esempio, che nulla può passare attraverso un muro. Quando noi appoggiamo la mano su una parete la parete non si muove, né la mano ci passa attraverso. Nella Meccanica Quantistica, nell’infinitamente piccolo, le cose non vanno affatto in questo modo. Entrando allora nel mondo dei bambini, “facendo finta che… io ci passi, che succede?” si domanda Stefano.

Anna e Luca di 10 e 12 anni li abbiamo incontrati un paio di anni prima nel libro “In Viaggio per l’Universo”. Ora, sul finire dell’estate in una calda giornata settembrina, i due giovanissimi lasciano i genitori a casa e partono in treno a trovare la zia Milla nella sua bella casa di campagna a Campiglia, in Toscana per la loro settimana al mare prima di riprendere con la scuola.

In treno i due bambini si imbattono in una figura ambigua e, nascosti dietro ai sedili, ascoltano la frase: “L’ho lasciato che non sapevo se era vivo o morto”. Un omicidio? E l’assassino è proprio quella donna misteriosa dal vestito leggero e con un cappello nero da spiaggia in testa? Su questo dilemma amletico del vivo e del morto si sviluppa tutta la vicenda, che è un po’ quella del gatto di Schrödinger della Meccanica Quantistica [1].

Personalmente questa scena iniziale mi ha fatto subito pensare ad una sorta di “thriller scientifico”, dove la figura femminile si mescola con il senso di macabro che sorge spontaneamente nella mente dei due bimbi nel momento in cui sentono l’aggettivo “morto”. Anna e Luca, involontariamente, diventano testimoni indiretti di un omicidio che li sconvolge completamente e fa dimenticare loro la fermata del treno. E l’immagine di questa donna dal grande capello e dal vestito leggero estremamente femminile (almeno nella mia immaginazione) me la sono portata dietro per tutto il libro. “Dove la ritrovo, questa? ” mi chiedevo continuamente.

Il bambino ha una predisposizione ad accettare l’aspetto “favolistico” in un certo senso della Meccanica Quantistica perché per sua natura non si pone certi quesiti nè va alla ricerca della concretezza che, invece, è tipica della mente adulta. Il bambino “non ha quell’ambito di esperienze che invece noi adulti utilizziamo, con presunzione, per cercare di interpretare tutto il noto” afferma Stefano. “E’ la classica chiusura mentale dell’adulto, che il bambino non ha. L”adulto arriva a dire: Ah, non capisco la meccanica quantistica… In realtà si sta cercando di forzare la cosa. Se invece “facciamo finta che le cose vadano così”, come i bambini, allora tutto diventa più semplice e ci si rende conto che è davvero in questo modo che funzionano le cose, perché altrimenti il Sole non brillerebbe, i computer non esisterebbero e la televisione non si accenderebbe”.

“La meccanica quantistica si basa sull’idea di probabilità. Un elettrone può essere ovunque nello spazio ed è associata in ogni luogo dello spazio una certa probabilità di trovarlo. In matematica questo concetto si descrive con delle funzioni che sono chiamate “onde” e che rispettano certe quazioni. L’idea dell’onda è ciò che permette ad un atomo di essere diffuso, è ciò che permette ad un elettrone di passare attraverso i muri e così via. L’idea di base è dunque “probabilità e onda”. Questa idea di base viene mescolata con dei ragionamenti molto fanciulleschi. Per esempio, l’idea del mare di semolino e delle onde che lo solcano è un sogno che feci da bambino, uno dei primi sogni che ricordo, a casa della nonna, mentre avevo la febbre” racconta Stefano.

Ma quanti atomi ci sono in un granello di sabbia? E in un uomo? La zia Milla non mostra mai un momento di stanchezza, risponde alle domande dei due ragazzini mostrando sempre un pizzico di fantasia ed ingegno. Per i due bambini la zia Milla “è la zia più astrofichissima di tutte” mentre si divertono a mangiare dei fichi in compagnia di alcuni suoi amici d’universita’ che sono venuti a trovarla.

“Mi pare plausibile”, risponde Anna. “Tutto il mondo astronomico è fatto di palle: pianeti, stelle. Sarà così anche per gli atomi”, sentenzia. L’idea dell’atomo come un mini Sistema Solare è un’idea che non è proprio corretta ma che ancora oggi a scuola viene insegnata per semplificare i concetti. Qui viene raccontata per com’è veramente. Tra nucleo ed elettrone non c’è praticamente niente, o meglio c’è il vuoto.
Se da un lato nell’uomo vi sono 7 miliardi di miliardi di miliardi di atomi, com’è possibile che all’improvviso l’atomo risulti vuoto? “Siamo vuoti dentro!” conclude Anna spaventata. E questo vuoto dentro me lo sono sentita pure io mentre scorrevo freneticamente le pagine per cancellarlo. Ci sarà stato un tutto da qualche parte, no? mi dicevo.

Sento un grande vuoto, dentro di me.

Forse, quando ci manca qualcuno, il vuoto dentro gli atomi si fa sentire di più?

L’idea di Anna di un mondo fatto di palle era venuta anche a me, qualche anno fa mentre studiavo il Sistema Solare e tutti gli oggetti che in generale formano l’Universo e confesso che spesso mi sono sentita anch’io Anna, nelle sue domande piene di curiosita’, nei dubbi, nelle sue imbarazzanti conseguenze logiche, fuori dal comune, dall’ordinario. Anna e Luca, con il suo bonsai da cui non si stacca mai (che stavolta subisce anche una modifica rispetto alla vicenda narrata nel precedente libro “In Viaggio per l’Universo che pero’ non vi svelero’), sanno attrarre il lettore e tenerlo agganciato fino alla fine. Se spesso sono gli adulti a dare la loro mano per accompagnare i bimbi nel mondo, ora qui sono i bimbi ad offrirla agli adulti e a spingerli nel mondo della Quantistica.

Facciamo finta che… entriamo nel mondo della Quantistica!

Un libro estremamente interessante che si potrebbe introdurre nelle scuole italiane per presentare la fisica e la meccanica quntistica ai ragazzi delle scuole elementari. Divertendoci, con un po’ di umorismo, tutto diventa più semplice da imparare, non solo da leggere! E i ragazzi di oggi ne hanno veramente bisogno, distratti come sono da mille strumenti tecnologici come cellulari, computer, televisione e videogiochi. Ma se mi limitassi al mondo dei bambini, sarebbe troppo limitativo. Io l’ho letto da adulta e mi è piaciuto un sacco. Quello che mi è capitato spesso è che gli adulti leggono dei libri per i loro piccoli, ma alla fine lo finiscono da soli, troppo curiosi di conoscere come va a finire!

Se i grandi tornassero per qualche ora a guardare il mondo con gli occhi di un bambino come lo troverebbero? Sicuramente migliore, non solo a Natale. E sicuramente deciderebbero di cambiare molto di piu’ di quanto non fanno gli adulti.

Confesso che questo libro e’ uno dei migliori che abbia letto. Frizzante fin dall’inizio, incuriosisce, stupisce, fa sorridere, ma anche ridere (e la parte dei fotoni e’ sicuramente la piu’ emblematica). Ve lo suggerisco.

Tornerete ad apprezzare la fisica e guarderete al mondo infantile con occhi diversi.

GRAZIE STEFANO!

Stefano Sandrelli

Quanti amici
Stefano Sandrelli
2011, Edizioni Feltrinelli Kids

Quanti Amici di Stefano Sandrelli, Edizioni Feltrinelli Kids, euro 13. Crediti: Feltrinelli.it: http://www.feltrinellieditore.it/opera/opera/quanti-amici/

L’intervista a Stefano Sandrelli e’ tratta da Moebius – Facciamo che ero un elettrone – http://www.moebiusonline.eu/fuorionda/sandrelli_quanti_amici.shtml

Curriculum Vitae di Stefano Sandrelli – http://www.brera.inaf.it/utenti/stefano/

Quanti Amici – sul  sito della Feltrinelli:
http://www.feltrinellieditore.it/opera/opera/quanti-amici/ e
http://www.lafeltrinelli.it/products/9788807921902/Quanti_amici_Sulle_onde_della_fisica_moderna/Stefano_Sandrelli.html
Formato ebook – http://www.lafeltrinelli.it/products/9788858809051/Quanti_amici/Stefano_Sandrelli.html
Opere di Stefano Sandrelli su Feltrinelli Editore – http://www.feltrinellieditore.it/search/?q=Stefano+sandrelli+

La recensione di Quanti Amici su Media INAF – Io, i quanti e mia figlia – http://www.media.inaf.it/2012/11/19/io-i-quanti-e-mia-figlia/#sidebartabswidget-3-section-categories

[1] Il gatto di Schrödinger aiuta a capire le difficoltà teoriche del processo di misura nella Meccanica Quantistica e quanto i suoi postulati vadano contro l’intuizione comune.

Sabrina

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In viaggio per l’Universo, l’astronomia per bambini raccontata da Stefano Sandrelli

In viaggio per l universo

Fonte – http://www.feltrinellieditore.it/opera/opera/in-viaggio-per-luniverso-attraverso-litalia-con-gli-occhi-puntati-verso-il-cielo/

In Viaggio per l’Universo
Stefano Sandrelli
Edizioni Feltrinelli Kids, euro 13,00

Il libro e’ dedicato ai bambini ma anche ai ragazzi e ai loro genitori. L’idea e’ quella di un viaggio che l’autore spesso fa quando, con i due bimbi e la moglie, partendo da Milano raggiunge il suo luogo natale, Piombino. E’ un viaggio attraverso luoghi cari, un viaggio che viene a coprire i luoghi di vacanza per eccellenza, la montagna ed il mare.

E’ proprio quando ci si allontana dalla citta’ che si scopre la vota stellata’ sopra di noi.

“L’obiettivo del libro è quello di recuperare il senso del cielo nuovo, messo in luce per la prima volta da Galileo Galilei con le sue osservazioni fatte col cannocchiale  nel 1609” afferma Stefano Sandrelli, astrofisico a capo della sezione di Outreach and Education dell’INAF-Osservatorio Astronomico di Brera.

“Fino all’invenzione dell’elettricita’ la volta stellata faceva parte del nostro quotidiano: noi vivevamo alla luce del sole di giorno e alla luce delle stelle di notte. Doveva essere un’esperienza strana, completamente diversa da quella che sentiamo noi quotidianamente” continua Stefano.
“Oggi il cielo di fatto non c’e’, specialmente per chi vive nelle citta’ , come me, come i miei bambini, sicche’ quando vedono la Luna o le stelle si meravigliano e mi chiedono cosa sono e perche’ stanno li’. L’idea era quella di recuperare un viaggio di due ragazzini di otto e dodici anni insieme ad una zia giovane, astrofisica, precaria, una ragazza dei nostri tempi che ha le sue inquietudini, inqueta anche sentimentalmente e che nel corso di una notte cambia fidanzato tre volte”. L’esplorazione che faranno la zia e i bimbi durera’ tutta la notte.

Questo libro e’ una sorta di proposta per tornare a vedere il cielo cosi’ come si presenta i nostri occhi ma anche attraverso le scoperte piu’ moderne perche’ e’ un libro che parla di un’astronomia non soltanto visibile ad occhio nudo, ma anche dei suoi recenti risultati: della possibile vita su Marte, dei buchi neri, dell’evoluzione delle stelle, della formazione degli elementi chimici che compongono il nostro corpo. Viene messa assieme l’astronomia con la piu’ moderna astrofisica che e’ una grande panoramica sullo stato della ricerca attuale, dove tante cose non si sanno e dove non e’ imbarazzante dire “Non lo so” di fronte ad una domanda complessa”.

Dedicato ai bimbi, ai ragazzi e ai bambini che lo sono stati un tempo.

Stefano Sandrelli

Stefano Sandrelli durante l’intervista rilasciata a Felitrinelli.it .

Responsabile della sezione di Attività di Outreach ed Education della sede dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) – Osservatorio Astronomico di Brera, Stefano Sandrelli è anche Presidente del Comitato per le Olimpiadi Italiane di Astronomia. Responsabile del Gruppo di Divulgazione e Didattica dell’INAF dal maggio 2008 al novembre 2009, collabora con l’Agenzia Spaziale Europea dal novembre 1998 come giornalista scientifico. Ha al suo attivo oltre 150 web story e, come rappresentante ESA, ha realizzato oltre 350 interviste televisive trasmesse da Rainews24 e RAI 3.

Le interviste su Rainews24 vanno in onda tutti i giovedì alle 15.30 su Rainews24 e in replica notturna su RAI 3.

I libri di Stefano Sandrelli – http://www.brera.inaf.it/utenti/stefano/libri.html

L’intervista di Stefano Sandrelli realizzata da Feltrinelli.it:

 

 

Le informazioni sul sito Feltrinelli.it del libro, Viaggio nell’Universo, si trovano qui .

Sinossi del libro [Fonte Feltrinelli.it]:

Anna e Luca, fratello e sorella di 12 e 8 anni, partono da Milano insieme alla zia Camilla, astrofisica, per raggiungere Piombino e passare lì il weekend. Il viaggio diventa l’occasione per la zia di parlare del suo affascinante lavoro, e mentre il sole tramonta e nel cielo appaiono le prime stelle la conversazione si accende. È un continuo botta e risposta su ciò che via via appare sulle loro teste: il sole, le altre stelle, le galassie, l’universo, il sistema solare… L’ultimo tratto prima di arrivare a destinazione viene scandito in tappe che simulano la stessa distanza da Piombino dei pianeti dal sole e, mentre la zia racconta, i bambini hanno ancora di più l’impressione di viaggiare nel sistema solare. È l’alba, quando esausti e divertiti vedono sorgere il sole nella grande piazza di Piombino. Età di lettura: da 10 anni.

Curriculum di Stefano Sandrelli – INAF-Osservatorio Astronomico di Brera –  http://www.brera.inaf.it/utenti/stefano/oab.html

INAF- Osservatorio Astronomico di Brera – http://www.brera.inaf.it/

Outreach ed Education – INAF-Osservatorio Astronomico di Brera – http://www.brera.inaf.it/?page=chipoe

Sabrina

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