Software per ebooks, ecco FBReader

Mi piace sempre di più, questo semplice ma efficace lettore di ebook. Parlo di FBReader, un lettore per Linux e Windows (e anche per Android). Lo uso con soddisfazione sia sul mio HTC Wildfire che sullo “sfortunato” tablet Toshiba Folio 100. Mi piace perché è semplice e si adatta molto bene a schermi di varia dimensione: ottimo sia sul 10 pollici del Folio che sullo schermo piccolino del Wildfire (e volendo posso usarlo anche sul desktop con Ubuntu). 
Inoltre nelle versioni più recenti è stato introdotto un sistema di annotazioni che trovo molto comodo. Si può selezionare una parte di testo che verrà inserita nella lista di annotazioni, in modo da ritrovarla con comodo in un secondo tempo (io la uso per tenere una lista di frasi “importanti” dei libri di Valerio Albisetti o della “Scuola di Comunità” di Juliàn Carron). Quello che apprezzo molto è l’opzione, formalizzata con due tab nella parte alta della pagina dei bookmark, che permette di transire dalla lista delle annotazione per il libro che si sta leggendo a quella per TUTTI i libri nel propri archivio. Ottimo per ritrovare facilmente un elenco di passaggi notevoli, che nel corso del tempo vengono a costituire, per ogni lettore, un piccolo ma importante “tesoro” cui poter far riferimento in ogni istante.
FBReader nella funzione di ricerca 
Certo non è che non abbia limitazioni; ad esempio i libri in formato epub protetti dal certificato digitale di Adobe non possono essere letti (e ahimè sono proprio tanti); inoltre non interpreta – mi pare – il foglio di stile a volte associato ai libri. Però a parte quello garantisce comunque una ottima esperienza di lettura, grazie anche alla barra inferiore, studiata per fornire una grande quantità di informazioni sul libro e sullo stato del device in un piccolo spazio: ingegnosa in particolare la rappresentazione grafica delle varie sezioni con la barra di avanzamento, che consente a colpo d’occhio di capire a che punto si è, e non ruba spazio nemmeno negli schermi piccoli degli smartphone)
Certo siamo lontani da sistemi integrati (ma blindati) come quelli appartenenti all’ecosistema di Amazon, tanto per dire, che in più offrono il WhisperSync tra un device e l’altro: grazie a questo si può iniziare a leggere sul Kindle, continuare sull’iPod, riprendere la lettura sull’iPad o sul tablet Android, aprendo ogni volta il libro alla posizione esatta in cui si è lasciato. Ma appunto è un sistema chiuso, ancorché apprezzabile, i cui libri non possono essere letti che con quel dato software. 
Insomma, per leggere gli epub “aperti” o con social DRM (l’unico sistema di “protezione” che mi sembra non imponga inaccettabili restrizioni agli utenti) per semplicità ed efficacia, FBReader fa secondo me un ottimo lavoro. Che ne dite? Avete un altro software di preferenza?

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Terzo giorno a Leiden

Oggi finalmente degli spiragli di sole allietavano Leiden, anche se tratti. Ma che freddino la mattina e la sera. Abbiamo atteso l’autobus, io e Luigi, questa mattina per più di mezz’ora, non abbiamo per nulla capito come mai. E l’altro che ci doveva portare all’istituto di astronomia non sembrava passasse in orari accettabili. Abbiamo ipotizzato fosse festa nazionale, vedi a non conoscere il posto. Mah!

Avanti ancora con il lavoro, anche se a volte uno avrebbe la fretta di voler fare di più e meglio; purtroppo il presto a volte, mi sembra, è nemico del bene. Bisogna pure avere pazienza, e vedere le cose che si costruiscono piano piano. Anche con i rapporti tra le persone; lavorare fianco a fianco, parlare, interagire, scherzare, prendere il caffè insieme: mi rendo conto che non sempre si può lavorare a distanza via E-mail. Scopro l’acqua calda, ma lo dico lo stesso. Ebbene, no, anche nell’epoca del web, non si può prescindere dal contatto; dopotutto non viviamo (ancora) solo dentro uno schermo: voglio dire che tutto questo si traduce anche in effetti positivi sul lavoro.

Anche, credo, il fatto che si sia stati bene alla cena al ristorante indoesiano, dove ci ha portato Antony. Tante cose passano, ma i rapporti umani veri, lavoro o no, rimangono e stabiliscono delle connessioni che – insomma – non si lavano via col tempo, che portano qualcosa, che arricchiscono. Le persone sono delle ricchezze, ognuna avrebbe qualcosa da farti capire, una visione del mondo dalla quale potresti imparare. Mah, dico cose sconclusionate? Troppo ingenuamente romantiche? Forse sarà l’ora… ora vò a dormire, che è meglio. Domani ci aspettano i datataker. Cosa sono ? Ah cose di Java, lassa stà… 😉

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Secondo giorno a Leiden


Nice house in Leiden
Inserito originariamente da Michiel2005

Premessa: poichè ho ben pensato di non portare il cavetto per scaricare le foto digitali, ho pensato di appoggiarmi a qualche foto che trovo su Flickr. Tra l’altro, ormai le foto su web sono così tante e di tanti posti, che uno potrebbe andare in giro senza fotografare niente, al limite, e scaricarsi le foto dei posti che ha appena visitato!

Oggi giorno piuttosto piovoso; colazione abbondante e varia in albergo (ma quanti tipi di pane hanno, qui??). Poi autobus e giretto a piedi fino a prendere il secondo autobus per l’istituto di astronomia. Ma stavolta abbiamo capito, domani dovremmo andare più diretti!

Mattina e pomeriggio a dedicarsi al “javismo” (come dice Luigi), ovvero alla comprensione e alla sistemazione delle procedure in Java per la pipepeline del satellite Gaia. Alternando momenti di esaltazione (finalmente si capisce) ad altri di … sconforto (per le cose ancora da capire). Ma ha ragione Luigi, si va avanti, piano ma si va avanti! E il fatto che il gruppo sia assieme fisicamente è confortante perchè uno capisce pure che i dubbi che ha… non li ha lui solo. E insieme si dipanano meglio. Certo che è una cosa molto diversa dal lavoro che ho fatto finora: è un grande progetto in cui tutti devono riempire ordinatamente la loro casellina. Eppure c’e’ spazio per la creatività e l’inventiva: tu hai quella casellina ma lì, come dire, sei tu che comandi: tu hai le competenze per mettere quel pezzettino a posto. Curioso, ma interessante. Staremo a vedere come la cosa evolve. Certo che senza questo progetto chissà se sarei mai venuto a vedere Leiden.

La sera cena con amici/colleghi in un posticino simpatico della cittadina. Sono venuti anche dei colleghi che lavorano qui in Olanda e non vedevo da una vita: è stata una bella sorpresa, ho trovato persone molto simpatiche e soprattutto umane. L’umanità scalda – e qui ci vuole perchè stasera il tempo era freddino alquanto e sempre piovoso. Bello però, già l’ho detto, il gioco delle luci gialline sui canali a sera, sembra proprio una piccola Venezia, benchè il tipo di case sia certo piuttosto diverso.

Ora a nanna, domani altro javismo. E’ come un grande puzzle da riempire questo progetto, ma pian piano vuoi vedere che mettiamo i pezzettini a posto? Ci vorrà un pò, ma se manteniamo un atteggiamento positivo e costruttivo (almeno ogni tanto eh), vedi che ce la facciamo.

Macchine avanti piano, e ora a ninna a ricaricare le batterie per un altro giorno 😉

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Primo giorno a Leiden

 Siamo arrivati ieri pomeriggio con il volo da Roma, io e Luigi, per questa settimana da passare al lavoro per la riduzione dati del futuro satellite Gaia. Volati da Roma fino a questa cittadina olandese, vicino ad Amsterdam.
   Bella Leiden. Come una piccola Venezia, con i canali con l’acqua che passano intorno alle case, agli edifici. Con le piccole casette di mattoni, così olandesi. Le luci gialle di sera che fanno un senso di calore, di accoglienza. Con le penombre e il desiderio di caldo, di casa, che si staglia nel nitido freddo della sera, rientrando dopo la cena a casa di amici. Con il senso di modernità e di antico insieme caratteristico di questo posto, dell’Olanda, per come la vedo adesso.
  Con le case dalle ampie vetrate, che anche nei palazzoni vedi a colpo d’occhio l’interno di decine di appartamenti, e non ti sembra di essere escluso, cacciato fuori, tanto potresti spiare dentro le abitazioni e la vita delle persone. Senza diffidenza, sembra. I prati a ridosso dei canali, i gabbiani; i cigni che camminano indisturbati e senza timori. Così camminando tra il tragitto verso l’istituto e ritorno, vedo persone davanti alla partita (quale partita, quale squadra, chissà), due bimbi dai capelli chiari che seduti davanti alla TV vedono qualcosa, forse cartoni animati.
   Alla sera, davanti allo scenario delle piccole piazzette contornate di canali e bagnate di luce gialla dei lampioni mi prende uno struggimento di bellezza, una nostalgia lontana. Mamma mia, chissà cos’è, non so definirlo.
   Torniamo dalla cena a casa di Paola, contenti del cibo dell’accoglienza e dei ragionamenti, dei discorsi. L’autobus ci porta vicino all’albergo, siamo a casa, la nostra casa di questa settimana. Buonanotte, Leiden; tutto sommato, è una bella sopresa incontrarti.

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Al chiaro di luna


clair de lune violacé
Inserito originariamente da artkor

Che gelida manina!
Se la lasci riscaldar.
Cercar che giova? Al buio non si trova.

Ma per fortuna è una notte di luna,
e qui la luna l’abbiamo vicina…

Niente da fare; quando vedo una luna così grande, così vicina (e questa sera sembrava fosse appena sopra il mio palazzo: non molto più alta del piano più alto, appena un poco più in sù) mi viene in mente il celebre passaggio della Bohème

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Ritorno da Teramo

Tornato ieri sera dalla tre giorni all’Osservatorio di Teramo, per il progetto del software del satellite GAIA prossimo venturo. Partito un pò dubbioso sull’esito e sull’utilità del piccolo meeting. Sono contento ora invece, perchè tra le nebbie piuttosto oscure delle cose da fare (in questo ancor misterioso linguaggio chiamato Java) grazie ad uno sforzo congiunto di diversi cervelli (oltre il mio, su cui non farei un affidamento esagerato…), si è cominciato a vedere un pochino di luce….

…ed è quello che ci vuole per andare avanti, bastano dei piccoli risultati per aver la spinta a procedere (almeno per il sottoscritto!)

Come contorno, deliziose cene a base di arrosticini e altre ottime pietanze, il che certamente non nuoce ! 🙂

Pubblicato con Flock

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