Blog di Marco Castellani

Categoria: fbreader Page 2 of 14

Mattine di sole…


Tranquil Evening
Inserito originariamente da zoom in tight

Stamattina mi sono fermato con la macchina vicino al parco, appena uscito dal garage. Portata Agnese a scuola (in ritardo già per io secondo giorno di scuola, ma eravamo almeno riusciti a finire i compiti!), ho fatto appena due passi vicino al parco per andare al bancomat.

Ebbene, era una mattina di sole così deliziosa, con le strisce di sole che si adagiavano sul parco così limpide.. che avrei volentieri lasciato la macchina parcheggiata e mi sarei messo a passeggiare. Certe volte la voglia di natura si fa quasi prepotente, e magari uno avrebbe preferito una passeggiata al parco, oppure anche (sapendolo fare) una gita in canoa invece che la giornata davanti al computer…

Ok, non che il lavoro non sia interessante (fortunatamente in astrofisica ci sono sempre cose da capire). Giusto così, un’impressione… 😉

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Ripresa … lenta!

Accipicchia. E’ quasi un mese che non scrivo sul mio blog, direi poveretto che lo sto un pò trascurando!

Riepilogando, dovrei parlare un pò delle vacanze al mare in Molise, di cui ho mandato brevi accenni, eppoi della vacanza di una settimana a St. Moritz fatta con moglie e prole (tranne la più grande, tornata appena ora da una megavacanza in Canada a Montreal, dallo zio) e con tanti amici. Sì ci sarebbe da parlare, ma magari è più interessante mettere online qualche foto e lasciare spazio alle immagini (lo so, è una scusa per rimandare ancora…)

E poi certo, c’e’ il fatto di essere stato chiamato in causa dalla primogenita, per cui bisognerà pur rispondere, no? Mmm.. cara figlia, fammi pensare ad altri blog da nominare, però!

Certo, potrei dire che – da attento fruitore (!) del web2.0 – mi sto allineando al flusso generale per cui diversi osservatori indicano come il fenomeno del microblog sia in salita mentre i blog stanno un pò perdendo terreno (tanto che in effetti già si vedono diversi blog che sono in realtà ninete altro che aggregatori automatici dei vari lifestreaming, il flusso di cose che segnano la propria presenza online in vari servizi – tipo il box di friendfeed che è qui a lato). Certo posto più nel microblog che nel blog vero e proprio; un pò perchè è più semplice un pò perchè non sempre si ha tempo e voglia di organizzare le proprie idee in un post più articolato. Ehm. Potrà questo giustificare il mio postare un pò “rallentato”?

Io comunque, per non sbagliare, ho messo anche l’avviso “bloggo quando posso”. Ovviamente acchiappato dal blog Miculae et Nubes. Che quasi mi scoccia dirlo (chè temo l’interessata si monti la testa), trovo piuttosto interessante…

Oh vabbè, un post l’ho fatto, allora… anche se non so ancora bene di cosa ho parlato ! 😉

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Peace & relax


Peace & relax
Inserito originariamente da marco rubini

No.. questa è troppo bella, che la voglio davvero acchiappare per metterla nel mio blog!

Certo devo dire che da un pò non lo aggiorno con la frequenza che vorrei e che meriterebbe (mia figlia ad esempio mi batte di molto; se poi facciamo a gara nel numero dei commenti…….. perdo alla grande!!)

Il fatto è che.. insomma se vogliamo, le solite scuse: il lavoro, la famiglia, gli impegni, le cose da fare che non mancano mai… Sarà questo, sarà altro chissà. Sarà che magari a volte mi accontento di mandare qualche messaggio su Twitter, che si fa prima: certo, manca l’approfondimento, manca la riflessione, sono solo brevi appunti quelli inviati dal microblog.

Sarà forse che sono sempre un pò “ritroso” nel parlare di me.. ecco qui la cosa: che ogni volta che si scrive si fa un pò il punto sulla propria situazione, e certe volte preferisco attendere, aspettare che il contesto si metta a fuoco; magari ha cose in movimento, in definizione, in attesa di chiarimento. Soprattutto nell’età di mezzo che lo scrivente si trova a percorrere; a volte c’e’ il bisogno di lasciar sedimentare, sensazioni, stati d’animo, sorprese ed attese. E uno aspetta. Ma scrivere è sempre terapeutico e salutare; anche le volte che come questa uno scrive ma senza sapere bene dove va a parare. Chissà.

Insomma che dire, scritti leggeri di mezz’estate, quando magari uno è arrivato al lavoro presto e si sentirebbe di stare davanti ad uno scenario di bella natura come nella foto!

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Cartolina da Vasto


Vasto
Inserito originariamente da mcastellani

E così, nonostante il giorno piuttosto ventoso e parimenti piovoso, siamo andati ieri in perlustrazione nell’ambiente circostante (tanto non si poteva stare in spiaggia) e siamo finiti a visitare Vasto, in Abruzzo.

Nonostante la passeggiata sia stata “bagnata” da diversi scrosci di pioggia, pur zuppi come pulcini siamo riusciti a fare un giro nel bel centro storico, e affacciarci sul suggestivo panorama delle terrazze sul mare. Bello, tutto sommato.

Anche oggi giorno piuttosto piovoso e con vento molto teso. Stamattina con Paola siamo corsi in spiaggia per vedere se i giochi dei bimbi fossero volati via; per fortuna sono tutti al loro posto!

Niente mare oggi, mi sa… magari se non piove andiamo un pò in giro.

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Balli di gruppo (chi sa fare i…) ?

Agnese che si diverte come non mai ai balli di gruppo, Claudia che – inizialmente spaesata perchè non trovava compagnia della sua età – ora comincia ad ambientarsi, Andrea che mi sottrae il computer ogni volta che non sta in spiaggia (avendo poi lasciato il gameboy sperso da qualche parte in casa o in macchina) .. Simone che fa il solito simpatico rompiscatole ogni volta che può (ma ha un cuore d’oro)..

Primo pomeriggio a configurare l’eeepc di Claudia, ieri sera le ho sisteato pidgin il clone di msn, per poter chattare con le sue amiche (“torna!!!!” le hanno scritto appena ripristinata la connessione.. e tè pareva…). Poi con Claudia in paese a prendere delle cose (e per un pelo non ci siamo persi..)

Stamattina hanno preso le canoe, poi il pedalò. E come si è divertito Andrea a prendermi in giro perchè (a suo dire, ma non troppo sbagliato) non ero propriamente bravissimo a pagaiare e mi impicciavo talvolta… e Agnese piccola com’è.. a dirmi stasera che ero ridicolo ai balli di gruppo (e detto tra noi, penso abbia abbastanza ragione, ahimè) !

Riposo? beh insomma, ogni tanto. Ma non tanto come magari mi piacerebbe…
Eh beh. Scene di vita familiare in ambiente di mare, si potrebbe giustamente dire 🙂

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Parchi e passaporti…

Sabato soleggiato e decisamente caldo. La moglie al telefono mi dà la buona notizia dell’ottimo preso da Andrea all’esame di terza media… sono contento! Insieme mi ricorda del passaporto della primogenita, da andare a ritirare in questura: ormai sarà pronto…

Esco nel caldo incredibile di questi giorni, per fortuna il traffico è sopportabile. Arrivo alla questura; c’è poca gente, faccio presto e in pochi minuti esco con il passaporto in mano. L’addetta all’ufficio vede che sono ricercatore e si informa sulle possibilità di lavoro nel settore scientifico, mi pare per la figlia. Rispondo cercando di non essere pessimista: comunque non è un momento facilissimo, si sa. Però però non è nemmeno detto che non si trovi… dipende certo da tante cose. Mi saluta contenta, credo, che mi sia reso disponibile per una piccola conversazione.

La giornata è luminosissima; ho bisogno di luce e sole quasi come una lucertola; sento come un bisogno di risanamento, di ampia e lieve solarità, di positività mediterranea, robusta. Vera, non superficiale.

Dietro la questura si apre il parco, vi è un ampio parcheggio, delle case dall’aria simpaticamente popolare, alberi, forse una scuola. E’ un posto che mi è sempre piaciuto: a volte basta stare in alcuni posti per sentirsi rigenerati; forse solo per il fatto di essersi presi un attimo per stare dove ci va, dove ci piace – senza tanti pensieri.

Faccio la spesa al discount adiacente la questura, poi decido di ripassare con la macchina nella zona verso l’ampio parco. Mi fermo un attimo: è bello, nella mattinata sfolgorante, ed è un posto pacifico, quieto. Esco dall’auto e ammiro la distesa sconfinata del parco; gusto la quiete del posto, che mi trasmette serenità.

Riporto a casa la spesa; riporto i miei angolini belli dentro me. Curioso, più vado avanti, più formo in me un particolare elenco di posticini, il più delle volte assolutamente ordinari, che mi piacciono, con i quali sono in consonanza. Ad esempio l’angolo presso la banca, vicino a casa di mia moglie quand’era coi suoi; il mercato coperto, di cui ho già scritto… e altri posticini, come quadretti delicati e semplici. Il trionfo della microgeografia, magari? Non posti lontani, esotici, ma frammenti di un microcosmo cittadino, sfaccettature di ambienti a volte anche poveri, ma suggestivi per il mio animo?

Non c’e’ molto da pensare; piuttosto, ogni tanto bisogna ripassare, come salutare dei vecchi amici…

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Pesce azzurro

Al mercato coperto, una mattina soleggiata di sabato. Ogni banco, ogni esercizio è incastrato in una composizione grande; ogni banco è un universo a se. Colori, odori, temperatura, tipo di merce; guardiamo la panoplìa di colori del banco della frutta e verdura, per esempio. Sentiamo odori e immaginiamo consistenze, gradi di maturazioni, sapidità; chiediamo dei meloni e altra frutta. Una serie di colori perlopiù morbidi, a tappezzare l’estensione delle cassette, accostate a riempire lo spazio disponibile.

Pochi metri oltre, il banco del pesce, ci porta in un reame il cui colore dominante è l’azzurro, insieme al color argento del lucido metallo, la temperatura si suggerisce bassa, guardando il ghiaccio tra il pesce. I crostacei in questo sfondo, spiccano facilmente del loro arancione vivo. Delle donne stanno valutando il pesce da comprare, una con la lista della spesa; è bello che ci si consiglia su cosa comprare e quanto, con l’esercente. Mia madre chiede un certo pesce, se fa bene. Certo è pesce azzurro, contiene Omega 3. Risponde l’esercente, mostrando cordialità e una cerca competenza nel suo settore.

Camminiamo oltre e traversiamo di sfuggita altri diversissimi universi; tutti incastonati nel meta-universo dello spazio del mercato, con sufficiente ombra per ristorarci nonostante la calda giornata estiva.

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Jamaica farewell… in Monteporzio

Sounds of laughter everywhere and
the dancing girls swaying to and fro
I must declare my heart is there
thou I’ve been from Maine to Mexico…

Mattina. Mentre mi arrampico in auto verso Monteporzio, questo piccolo paesino nei dintorni di Roma, risuonano in auto le note di Jamaika farewell reinterpretata da Eugenio Finardi nel bel disco Acustica, di un pò di anni fa…

… il sole bacia l’ampio colle di fronte, affollatissimo di verdi alberi, in direzione del quale la strada si inerpica. E pare tutto uno sfondo luminoso, una cornice di bella natura; la chitarra esegue leggerissima ed espressiva gli arpeggi della canzone, e la musica sembra mirabilmente adattarsi all’ambiente, ricavarci uno spazio suo, farlo risuonare..

….. E siamo lontanissimi (…purtroppo?) dalla Jamaica, dalle palme, dall’ambiente della canzone che interpretò con successo – imparo ora – Harry Belafonte. Nulla di che stupirsi, mi dico: la forza espressiva della musica, il suo significato universale…

…I must declare my heart is there…. 😉

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