Blog di Marco Castellani

Categoria: Olanda

Quinto giorno a Leiden


Leiden
Inserito originariamente da Eisbeertje

Arrivo un pò in ritardo.. ad appuntare qualche nota del giorno di venerdì scorso, ultimo della mia breve permanenza a Leiden.

La mattina colazione in albergo, come al solito, a noi però si è unita la ragazza olandese (che parlotta italiano) che avevamo conosciuto il giorno prima. Dopo colazione a prendere i bagagli chè si deve lasciare l’albergo.

Dopo aver pagato, io e Luigi ci dirigiamo alla fermata. Hester non c’e’, probabilmente ha già presto l’autobus. Dopo un pò che parlottiamo, noto un biglietto incastrato in un angolo appoggiato al vetro del gabbiottino della fermata; con sorpresa ne scopriamo la natura, un breve messaggio di saluto indirizzato a noi dalla ragazza bionda. Penso, forse non abbiamo fatto una pessima figura come italiani, in questa occasione. Una conversazione gentile e null’altro, può far nascere un’amicizia, una cordialità? Siamo noi italiani troppo chiusi e “cinici”, talvolta, mi dico.

La mattina all’istituto ancora lavoro, che si protrae nel pomeriggio. Questo è bene perchè riusciamo a chiudere una procedura ancora “pendente” in maniera soddisfacente, il chè dà un bel senso di compiutezza – pur nelle mille cose ancora da fare – al nostro soggiorno di lavoro.

Poi si va in aereoporto. Si fanno un pò di spese, si mangia qualcosa e si va. La KLM ci tratta bene e ci mangiamo un curioso cibo (olandese?) freddo con frutta verdura e altre cose, e poi anche pastigliette di cioccolato a mò di dessert.

Penso ancora che se ho imparato qualcosa, è che uno deve far bene il proprio lavoro, e preoccuparsi meno del resto. E’ quello che uno può fare, è la ragione per cui ci hanno pagato il viaggio, l’albergo e tutto il resto. Semplice ma a volte non così evidente, per me: bene che me ne ricordi!

Arriviamo un pò tardi per via di un ritardo nella partenza dell’aereo; stanchi ma tutto sommato contenti. E’ stato un viaggio utile; ora siamo a casa.

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Quarto giorno a Leiden


Leiden
Inserito originariamente da natalija2006/ (out in the wild)

Quarto e ultimo giorno che passiamo completamente a Leiden. Domani sera ‘l’aereo dell’Alitalia (se la compagnia esiste ancora..) ci riporterà in terra italiana, nella capitale.

Oggi altri passi avanti nel lavoro, anche se la teleconf di stamattina e il seminario di istituto di oggi pomeriggio ci hanno sottratto parecchio tempo. Però qualche altro tassello alla situazione l’abbiamo aggiunto.

Stasera cena ad un locale finalmente “olandese”. Mangiato una cosa che sembrava un “frittatone”, ma non era male, comunque. Poi il posto è molto bello e accogliente, colori caldi e legno chiaro, ti fa sentire a tuo agio. Poi una ragazza olandese davvero incantevole che serviva ai tavoli; hanno certi sorrisi e dei volti aperti, espressivi, che indubbiamente potresti subirne una certa fascinazione…

Come pure la ragazza olandese che parlava piuttosto bene l’italiano che si è fermata a parlare con noi in albergo per un’oretta. C’è una espressività nei loro volti, che a volte rimane impressa. Saremo noi che stiamo troppo tempo a studiare Java e la “pipeline” di Gaia dentro una biblioteca che manco si vede fuori, sarà certamente questo… Te li dicevo io che Java fa male.. 🙂

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Primo giorno a Leiden

 Siamo arrivati ieri pomeriggio con il volo da Roma, io e Luigi, per questa settimana da passare al lavoro per la riduzione dati del futuro satellite Gaia. Volati da Roma fino a questa cittadina olandese, vicino ad Amsterdam.
   Bella Leiden. Come una piccola Venezia, con i canali con l’acqua che passano intorno alle case, agli edifici. Con le piccole casette di mattoni, così olandesi. Le luci gialle di sera che fanno un senso di calore, di accoglienza. Con le penombre e il desiderio di caldo, di casa, che si staglia nel nitido freddo della sera, rientrando dopo la cena a casa di amici. Con il senso di modernità e di antico insieme caratteristico di questo posto, dell’Olanda, per come la vedo adesso.
  Con le case dalle ampie vetrate, che anche nei palazzoni vedi a colpo d’occhio l’interno di decine di appartamenti, e non ti sembra di essere escluso, cacciato fuori, tanto potresti spiare dentro le abitazioni e la vita delle persone. Senza diffidenza, sembra. I prati a ridosso dei canali, i gabbiani; i cigni che camminano indisturbati e senza timori. Così camminando tra il tragitto verso l’istituto e ritorno, vedo persone davanti alla partita (quale partita, quale squadra, chissà), due bimbi dai capelli chiari che seduti davanti alla TV vedono qualcosa, forse cartoni animati.
   Alla sera, davanti allo scenario delle piccole piazzette contornate di canali e bagnate di luce gialla dei lampioni mi prende uno struggimento di bellezza, una nostalgia lontana. Mamma mia, chissà cos’è, non so definirlo.
   Torniamo dalla cena a casa di Paola, contenti del cibo dell’accoglienza e dei ragionamenti, dei discorsi. L’autobus ci porta vicino all’albergo, siamo a casa, la nostra casa di questa settimana. Buonanotte, Leiden; tutto sommato, è una bella sopresa incontrarti.

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