Parole (una strada nelle)

Parole parole parole. Ogni cosa è avvolta di parole, può essere avvolta, può, in modo che non fa male, entra docile con le altre cose, non fa male. Un mondo che finalmente non fa male.
Ogni respiro è avvolto di parole.
Le tue gambe sono avvolte di parole, di ragioni.
Le tue gambe sono fasciate di parole, come mattini di aprile.
Il tuo sguardo intero è sempre pieno di parole,
dette, non dette.
Troviamo una strada nelle parole,
come nido di uccelli in primavera.
Il tuo sesso è odoroso di parole,
se tace fa male, colpisce fitto.
Se parla è dolce, lento, leggero. Mi culla.
Lo posso respirare.
Così percorri le strade gialle di luce
nel piccolo borgo
e appena capissi che senza parole non ho più te,
non ho te non ho
nessuno, non sono niente.
E il coraggio lo bevo dalle luci gialle
dalle donne che allegre passano in strada
non posso amarle tutte, averle tutte e devo scrivere.
Sto scrivendo, vedi.
Non torni qui che in luce riflessa.
La tua figura oggi mentre ti vestivi 
dicevi “sì tu ne hai pieno diritto”
– di vederti nuda, intendevi.

Diritto di parole tese, teso muscolo verbale. Genitale.
Ti inchinavi al mio diritto generativo eppur mi domina intera – adesso –
la tua architettura di femminilità in potenza, 
gemito elettrico nelle placide ore estive.
In Provenza,
ove le parole gemmavano dalla tua giovane pelle, 
specchiavano il mio futuro
incastonato icasticamente fra le tue ossa.
Di vederti nuda, intendevi.
Nuda. Congiunzione, impavida legatura del discorso.
La scrittura è nuda, le parole sono ormai spoglie:
tu sei fatta di parole, alla fine.
Sei detta quindi sei.
Quale verbale ardire penetrare tra le parole 
come aprirmi strada tra le tue labbra
farti di parole e bianca schiuma di sostantivi.
Riprendersi lieve l’ordine delle cose,
parlandole. Finalmente. Aspetta!
Ordinare la sequenza del tempo
nella linea fecondativa dell’inchiostro
Ecco, è il lavoro. E’ questa, 
la costruzione.
La bocca parla e la bocca bacia 
unisce vocaboli e corpi.

Da “In pieno volo” (Ilmiolibro, 2014)

Illustrazione di Davide Calandrini (diritti riservati)

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Stato fondamentale

Follia inutile è il cercare
di non migrare non
decadere sullo

stato fondamentale.

Quale senso nel restare
aggrappato
al margine incerto di un proposito se è
uno sforzo quando è solo
uno sforzo,

come appena può piegare
la linea magnetica del campo,
se tutto non è una pace.

Poi chini sorprendersi a mormorare
nell’ombra segreta del chiostro con
strana dolce fiducia d’acqua pietà di me
peccatore…

Da “In pieno volo” (Ilmiolibro, 2014)

Disegno di Davide Calandrini (diritti riservati)

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In pieno volo

Così dicevi nel giardino spazzato dal sole
prima di andare, forte e lieve della
tua più fonda età.

Salutandomi ricordavi
mi raccomando non smettere
non smettere di scrivere.

Non smettere. Parole che rimanevano appese.
Appiccicate dentro, arrese.
Acciottolate strette

restano, tuttora.

Non smettere.


Da “In pieno volo” (Ilmiolibro, 2014)


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