Piazza Navona (foto dell’autore) |
Questa poesia appare nel numero di Aprile 2020 della rivista Frascati Poesia Magazine.
“…sì, per me Roma non è un luogo come gli altri, né a livello personale, né a livello storico destinale”
Piazza Navona (foto dell’autore) |
Questa poesia appare nel numero di Aprile 2020 della rivista Frascati Poesia Magazine.
“…sì, per me Roma non è un luogo come gli altri, né a livello personale, né a livello storico destinale”
Disegno di Davide Calandrini (diritti riservati) |
– mi dico dal bagno –
va tutto bene.
La figlia grande e la più piccola nel salone,
le loro voci che mi arrivano
portando densità di energia
buona un
campo d’onde salutare
nella giornata della
poesia, tranquilla ritorna
la possibilità infinita,
l’articolazione inaudita
di fare
versi.
Da “Imparare a guarire” (Di Felice Edizioni, 2018).
Disegno di Davide Calandrini (diritti riservati) |
Bene ed ora,
lasciati andare nel
mistero del
tuo essere.
Dimmi, quanto ancora ti manca
per essere completa cioè per
rifulgere, ringraziare
esattamente ringraziare, intendo,
della tua imperfezione:
direi quindi, direi
lasciati precisamente andare
al tuo lavoro così
come è ora alla
tua vita proprio
com’è adesso non
mi fare più
resistenza
ti prego non
farne più,
affatto ma
lasciati andare a come sei perché
sei inaccettabilmente splendida
come sei, se appena
di moto quasi involontario
lo ammetti, di quasi piana distrazione
finalmente, lo permetti.
E basta cercare, basta.
Non cercare mai più
non cercare mai più di essere
altro non provarci
proprio più
ad essere diversa differente
altro da questo ed invece
ràdicati in tutto quello
che sei, che finalmente
sei diventata.
Ti supplico ancora, per piacere,
non cercare altro ma
ràdicati, cerca radici fonde
spesse e robuste, risplendi luminosa
di ciò che adesso sei, mostralo
mostralo al mondo ciò che sei
rivolta ciò che nascondi verso fuori –
e fallo pure con orgoglio che l’unico
l’unico tuo possibile vanto
è accogliere, l’unico
vento nuovo è
quello di radicarsi e
accogliere nel Sì tutto
quanto ti è stato donato in questi
lunghi preziosi anni,
tutto quanto hai assorbito e
lo splendore di quello che sei ora e non
quello che decideresti d’essere ma appena
quello che ora sei. Purissima
contraddittoria
sporca impresentabile così
dolce e luminosa. Oro e fango,
insieme: come veramente tu sei.
Stasera,
celebra danzando, la
tua imperfezione di
diamante.
Ama perdonandoti il tuo
tenero peccato, il luogo dove
sei più te stessa sei
senza difesa, più.
Dillo dunque, urla finalmente quel Sì
a ciò che ora sei. E pacificati, facci casa,
facci tiepido nido, dentro quel Sì:
tenero nido riparo glorioso, conforto nelle
tempeste dei giorni e nella cara quiete
dell’anima stanca.
Tutto riposati, in quel solo Sì.
Da “Imparare a guarire” (Di Felice Edizioni, 2018).
La mia piccola fragilità
che diventa una barca
e tu più non fuggi
ma sali ed insieme
partiamo.
Da “Anni diVersi” (Lulu, 2009)
Disegno di Davide Calandrini (diritti riservati)
La risposta alla paura
– l’unica vera risposta –
è un cammino.
Una strada bella
faticosa ed aspra
che porta a casa.
Da Per prima è l’attesa (Ilmiolibro, 2011)
Fotografia dell’Autore
Follia inutile è il cercare
di non migrare non
decadere sullo
stato fondamentale.
Quale senso nel restare
aggrappato
al margine incerto di un proposito se è
uno sforzo quando è solo
uno sforzo,
come appena può piegare
la linea magnetica del campo,
se tutto non è una pace.
Poi chini sorprendersi a mormorare
nell’ombra segreta del chiostro con
strana dolce fiducia d’acqua pietà di me
peccatore…
Da “In pieno volo” (Ilmiolibro, 2014)
Ogni giorno è sempre il
primo giorno,
di questo lavoro ed è tutto
ancora nuovo e non importa
non ci importa affatto
quante volte cadi se una
o dieci cento mille (che di questo
nulla rimane, sai) ma
soltanto resta l’adesione a questo
lavoro cordiale
(da sempre, in tua attesa)
piacevole ed impegnativo
che può far la vita bella.
Di nuovo, bella.
Da “Imparare a guarire” (Di Felice Edizioni, 2018). Disegno di Davide Calandrini (diritti riservati)
Così dicevi nel giardino spazzato dal sole
prima di andare, forte e lieve della
tua più fonda età.
Salutandomi ricordavi
mi raccomando non smettere
non smettere di scrivere.
Non smettere. Parole che rimanevano appese.
Appiccicate dentro, arrese.
Acciottolate strette
restano, tuttora.
Non smettere.
Da “In pieno volo” (Ilmiolibro, 2014)
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