Categoria: stupore
grazie per avermi mandato contributi dei giovani per il Premio Castellani,
che ho letto con piacere. Mi hanno colpito tutti, per vivacita’ espressiva
e per intensita’ esistenziale. Auguro a ciascuno dei ragazzi che la loro
capacita’ di stupirsi e di commuoversi di fronte al cielo stellato non
diminuisca nel tempo, ma che con il passare degli anni diventi una fonte
sempre piu’ grande di gratitudine e di vera conoscenza.
Un caro saluto,
Marco Bersanelli
Qui sto dicendo qualcosa… non ricordo cosa…. |
Come mi era stato anticipato, Mauro mi ha poi rivolto un paio di domande (tradimento! Secondo quanto mi era stato “promesso”, doveva farmele la simpatica presentatrice ufficiale, di aspetto – Mauro non me ne voglia – percettibilmente più … “gradevole” … vabbè…).
La prima, sul rapporto con lo stupore di mio papà, eclettico uomo di cultura (dall’astronomia alla speleologia); avendo riflettuto sulla cosa mi sembrava di aver individuato un tratto comune in tutto il suo approccio, ed era la curiosità di “come” funzionano le cose, da un termosifone, un frigorifero, fino ad una stella, oppure ad un cunicolo costruito tanti anni fa. Curiosità, stupore di fronte al dato, all’evidenza del reale.
“…effettivamente nella comunità scientifica c’è un buon numero di scienziati che, contrariamente all’immagine che normalmente se ne ha, vive un’esperienza di fede. E la vive “positivamente”: non come un problema da conciliare, in qualche modo, con la conoscenza scientifica ma proprio come allargamento della ragione, la quale trova nel metodo scientifico uno dei modi con cui rapportarsi al mistero della realtà. Questa è anche la mia personale esperienza. È come se la fede, anche in questo caso, fosse capace di rendere più bello ciò che è bello e più vero ciò che è vero, offrendo il contesto della totalità a quello che altrimenti rimarrebbe un particolare, sia pure affascinante, come quello della conoscenza scientifica” (presa da questo articolo; i neretti ce li ho messi io adesso)
Che altro aggiungere? Ho detto appena qualcosa su come possa essere più bello studiare il cosmo se si è convinti che non si sia davanti ad un universo freddo e impassibile, ma che Qualcuno si interessi del tuo destino; di te.
La tentazione di sentirsi “a posto” con la propria visione del mondo, di starsene tranquilli, può infatti prendere tutti, indipendentemente dal credo che professano, dalle proprie convinzioni. Eppure ogni verità è a mio avviso essenzialmente dinamica (e soprattutto la Verità con la maiuscola), esige un confronto continuo, una verifica, quasi una “lotta”. Soprattutto, esige una resa, un arrendersi, un cedere (come dice bene Juliàn Carron), un cedere a quello che esiste, abbandonando le proprie immagini e le proprie pretese.
E’ un lavoro continuo, esige mille ripartenze (per chi scrive, diecimila o più, e parliamo anche di partenze da meno infinito…). Ma direi che vale la pena. Anzi, che nulla vale la pena così.
Paris Exposition, vista notturna, anno 1900 |
Poi apri questi temi, di ragazzi comuni, delle scuole medie, del liceo. E che sorpresa… li trovi, spesso, intrisi di candore, di autentico stupore (al di là di certe espressioni di maniera). Si raccontano, molti, con il naso in sù, davanti al cielo stellato. Ti parlano dei racconti dei genitori, dei nonni, parole narrate sotto le stelle, in uno stupore condiviso, trasmesso. Ti si allarga il cuore. In alcuni punti, ti commuovi, davvero. E scopri che c’è qualcosa, sì. C’è un “motore formidabile” per la conoscenza, e per la vita, che è il cuore.
capacita’ di stupirsi e di commuoversi di fronte al cielo stellato non
diminuisca nel tempo, ma che con il passare degli anni diventi una fonte
sempre piu’ grande di gratitudine e di vera conoscenza.”
Così mi dice Bersanelli, che ha accettato di leggere parte del materiale del concorso, in una email recente.