Blog di Marco Castellani

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Lavori di Marco Castellani

Un silenzio stellato

– Mamma, mamma, vieni fuori, corri!

– Che c’è, tesoro? – Laura non si gira, fa come fanno gli adulti a volte, ovvero continua a fare esattamente quello che sta facendo, tentando di aprire un altro canale di comunicazione, senza distogliersi dall’attività presente. La quale, essenzialmente, consiste nel tagliare a fettine un pomodoro rosso rosso per disporre le suddette fettine in un bel largo piatto da portata, alternate a freschi e lattiginosi strati di una succulenta mozzarella di bufala. Sì, ci vuole proprio qualcosa di fresco, per stasera, pensa. Dopo tutto questo Sole, bisogna rinfrescarsi totalmente, completamente, fuori e dentro. Che c’è di meglio di una bella caprese, allo scopo?

Anzi, già che oggi si mangia tardi, per la gita che hanno fatto fino a Porto Santo Stefano. Ma niente, Anita ha insistito parecchio, voleva tornare assolutamente in quei posti, nei posti che hanno visto due anni prima, insieme con papà. Così, dopo il mare alla fine Laura, benché già stanca, ha acconsentito ugualmente a buttarsi in questa gita improvvisata.

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Questo universo

Se dico la realtà,
ecco che lei di nuovo
mi ritorna, amante.

Se la taccio,
mi assedia,
mi pungola, si rotola,
si rivolta,
punge: niente,
non dà tregua.

Sai, vuol farsi raccontare,
questo universo:
nella parola, il suo purissimo,
esclusivo compimento.

Dalla raccolta “Imparare a guarire”

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La tua essenza

Prendi la tua essenza
adesso, con lei fai memoria
del tempo tuo più bello, giocala

in uno spazio di Sole nuovo, ridente
e fresco, che germogli tra le tue mani
e ogni paura filtri via, piano piano.

Prendi la tua delicata ansia e
dille sì puoi venire, sì puoi stare
tu sei qui con lei e la culli, perché

niente rimane sotto le stelle,
niente che non possa essere cullato,
niente di così sporco che adesso
non possa essere amato

per quel che è, per come
esattamente è.

Poesia inedita.

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Modello stazionario

Che vi sia creazione,
creazione continua anche
anche e soprattutto nella

nella situazione apparentemente stazionaria stabilita
rappresa nell’onda del tempo

E’ cosa necessaria appena
e sufficiente
a respirare,

impernia e fissa ogni respiro attorno
intorno al

punto di valore, fuga all’infinito
rifrangenza stagnante a sorpresa
a sorpresa di misericordia
spezza di nuovo la logica interna
del modello

di ogni modello.

Dal volume “In pieno volo” (2014)

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Pentecoste

Queste gocce di luce stellare
che ora ti scendono addosso
pian piano liberando la tua pace,
finora incattivita dalla paura.

Ora ascolti la novella buona
che dice questo soltanto:

che non c’è più niente
da temere, realmente niente
(tantomeno Dio).

Piccolo bambino mio,
sei totalmente al sicuro,
puoi accettare di crescere.

Perché finalmente
una nuova storia
si può scrivere sulla tua,
una Nuova Umanità
può essere liberata

ed anche zoppicando,
correre verso il Giorno
festoso che viene.

Poesia inedita.

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Centro Commerciale

Ogni cosa
– luce, rumore –
mi rutila nella mente in
diecimila pazzi rimbalzi e

non che trovi un luogo
uno spazio appena per
guardare il cielo.

Eterno e pazzo a far rotolare
su di noi queste
misteriose dolcissime

gocce di speranza.

Dal volume “In pieno volo” (2014)

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Multiversi

Guardo intanto
la poesia più nostra

la modulazione flebile
di onde elastiche tese
rese trasparenti dal sole
e l’ombra.

Che si succedono intime
negli immensi spazi interni

Dove aspetti me è dove io ti aspetto
a balbettare l’idea pazza di compimento
di là di ogni ombra, ogni male.

Così le campane suonano – adesso – che impudica inarchi
la pazienza non detta, portata a pelle come diadema.
L’unico ornamento del resto

più bello ed essenziale
di te nuda.

L’unico profumo più soave
del tuo stesso odore.

E ogni tuo piegarsi
è mostrare, invitare:
creare tempo e spazio.

Perciò lo vedo.
Tra chi non si mischia di poesia e chi si imbratta invece
– camminando a filo tra ridicolo e sublime –
piovono grappoli di orizzonti, miriadi di universi.

Come tra no e così sia,
tale è distanza
che l’infinito stesso è poca cosa.

Dal volume “In pieno volo” (2014)

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Acceleratore

Vuoto.
Come gigantesca autostrada vuota.
Di venti corsie vuote.

O acceleratore d’enorme
promètea fattezza
che nella ricerca d’elusiva particella
– nell’esito incerto dell’esperimento –
solo riverberi
vuoto più vuoto.

Tu vieni, ora.
Tu riempi il mio vuoto.

Dal volume “In pieno volo” (2014)

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