Blog di Marco Castellani

Tag: ammassi globulari Page 1 of 3

L’universo abbondante

Questa coloratissima immagine, regalataci dal Telescopio Spaziale Hubble, rappresenta un esempio spettacolare di quanto il nostro universo sia essenzialmente costituito di stelle.

Il meraviglioso ammasso stellare Terzan 12
Crediti: NASA, ESA, ESA/Hubble, Roger Cohen (RU)

Il meraviglioso Terzan 12 è uno dei quasi duecento ammassi globulari nella nostra galassia. Come ben sappiamo, un ammasso globulare è un insieme di stelle disposte – in modo molto compatto – in forma sferoidale. A legarle è la gravità, con una maggiore concentrazione di stelle verso il centro dell’ammasso.

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La sfarzosità di NGC 6652

L’ammasso globulare NGC 6652 brilla come un gioiello cosmico, in questa bellissima immagine inviataci dal Telescopio Spaziale Hubble.

Lo splendore di NGC 6652, visto da Hubble
Crediti:ESA/Hubble & NASA, A. Sarajedini, G. Piotto

Come si vede dall’immagine il nucleo dell’ammasso è quasi soffocato dalla luce blu pallida di innumerevoli stelle giovani, mentre nella periferia si trovano anche stelle più mature, di colore più rosso.

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Una risposta che non pensavo possibile

Questa meraviglia è una vista di Hubble dell’ammasso globulare chiamato NGC 6544, una regione densamente popolata (decine di migliaia di stelle) a circa ottomila anni luce da noi, dentro la Via Lattea.

L”ammasso globulare NGC 6544 visto da Hubble
Crediti: ESA/Hubble & NASA, W. Lewin, F. R. Ferraro

Di ammassi globulari ce ne sono circa 170 nella Galassia, variamente popolati. Sono preziosissimi non solo per la loro bellezza (pienamente svelata da Hubble) ma per quanto abbiamo imparato e stiamo ancora imparando, sulle stelle e sul nostro universo in senso più generale.

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Un gioco sottile di equilibri

State osservando una meraviglia. Messier 15 è uno sciame cosmico di oltre centomila stelle. Un relitto – possiamo dire – degli anni di formazione della nostra galassia, la Via Lattea. Uno dei tanti, perché se ne trovano circa centosettanta, in totale, più o meno estesi, più o meno popolosi.

M15, un densissimo ammasso di stelle
Crediti: NASAESAHubble Legacy ArchiveProcessing: Ehsan Ebrahimian

Il diametro di M15 è di appena duecento anni luce, ma più di metà delle sue stelle sono impacchettate in una zona centrale di appena dieci anni luce (circa). Il che rende la parte interna di questo ammasso globulare, semplicemente, la concentrazione di stelle più densa che sia mai stata osservata.

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Qualcosa da riscoprire

A circa 26000 anni luce da noi (inezie, per gli intrepidi navigatori del cosmo), c’è questo tesoro: si chiama NGC 6325, è un ammasso globulare ma soprattutto è un agglomerato di stelle così bello, a vedersi, che non so come mai non ne ho scritto prima di oggi.

Il meraviglioso ammasso globulare NGC 6325 visto da Hubble.
Crediti: ESA/Hubble & NASA, E. Noyola, R. Cohen

Gli ammassi come NGC 6325 contengono molte migliaia – a volte milioni – di stelle, finemente impacchettate in una meravigliosa struttura sferica. Si trovano praticamente in tutti i tipi di galassie e sono meravigliosi laboratori naturali per studiare la formazione e l’evoluzione delle stelle. Chi non è nel campo non può avere idea di quanto abbiamo capito sul fenomeno stella osservando, negli anni, questi ambienti così ricchi!

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NGC 2419, viaggiatore intergalattico

Bella questa immagine dell’ammasso globulare NGC 2419 acquisita da Hubble. NGC 2419 è uno degli ammassi più remoti nella Via Lattea, si trova infatti a circa trecentomila anni luce dal Sistema Solare. Al confronto, la Grande Nube di Magellano, esterna alla Galassia, si trova a poco più di metà distanza. In sè è un ammasso molto grande, sul tipo di Omega Centauri: lo vediamo debole soltanto a motivo della sua enorme distanza.

NGC 2419, bellissimo e lontano…
Crediti: ESA/HubbleNASAS. Larsen et al.

Ma è proprio la distanza che ce lo rende difficile da studiare, da confrontare con gli altri ammassi globulari presenti nell’alone della Via Lattea. Peccato, visto che quel poco che sappiamo tratteggia una storia già molto interessante. NGC 2419 è infatti un vero viaggiatore intergalattico, perché per le sue caratteristiche sembra davvero essere venuto da fuori della nostra galassia.

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Un mondo di ammassi

Una volta governavano la Via Lattea. La facevano da padroni, insomma. Ai tempi della formazione della Galassia, si ritiene che fossero addirittura migliaia gli ammassi globulari che, in gran parte, migrarono poi verso l’esterno. Adesso ce ne sono rimasti un poco meno di duecento, a contar bene.

L’ammasso globulare galattico NGC 6355
(Crediti: ESA/Hubble & NASAE. Noyola, R. Cohen)

Non è stata solo una fuga. Nel tempo, molti ammassi che avevano scelto di rimanere, sono stati anche distrutti da incontri ripetuti con altri ammassi oppure con il centro galattico, altra regione densissime di stelle. La cosa interessante è che i relitti rimasti sono antichissimi, più antichi di ogni altra struttura esistente nella Galassia, tanto che i più vecchi, stabiliscono un limite inferiore all’età dell’universo.

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M53, un gioiello

Non può che sembrare un gioiello cosmico, l’ammasso globulare M53. Uno dei tanti, ammettiamolo. Nella Galassia ce ne sono più di duecento, alcuni scoperti anche molto di recente.

L’ammasso globulare M53. Crediti: ESA/HubbleNASA

La maggior parte delle loro stelle sono più vecchie del Sole, e più rosse. Quelle che nell’astrofisica vengono chiamate stelle di Popolazione II, in pratica. Eppure c’è anche qui, l’intruso, a spaginare un quadro troppo tranquillo. Ci sono stelle che appaiono più blu e più giovani del Sole, e non si capisce bene come mai. Certo, visto che gli ammassi globulari sono tra le cose più vecchie in circolazione, in questo universo.

Queste stelle birichine, suggestivamente indicate come vagabonde blu, sono stranamente abbondanti nell’ammasso M53. E sparigliano allegramente le opinioni consolidate, queste vagabonde. Hanno smantellato l’idea un po’ semplicistica che avevamo prima, che tutte le stelle degli ammassi globulari fossero nate nello stesso momento (prendete un qualsiasi testo di astronomia del secolo scorso, c’è scritto proprio così).

Vivaci dibattiti e svariati dialoghi (e scontri) tra scienziati, sono serviti a capire meglio. Ora si pensa che queste stelle siano in realtà “ringiovanite” da materia che cade loro addosso da una compagna vicina (molte stelle sono in sistemi binari, in effetti). Intanto, l’idea che gli ammassi globulari abbiano un solo episodio di formazione stellare, è tramontata. Grazie anche ad un contributo sostanziale di ricercatori italiani.

Ma questo M53 non lo sa. Lui continua ad impreziosire il cielo notturno con la luce di oltre 250.000 stelle, incastonate in questa struttura così ammirabile. Così semplicemente, perfetta.

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