Blog di Marco Castellani

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Un gioco di anelli

Certo, sapeva tutto, ma non conosceva la domanda. Sicuro, era ben consapevole che ci sarebbe stata una eclisse anulare del Sole, visibile dalla loro destinazione: il Lago Abert nell’Oregon. D’accordo, ci volevano dieci ora di macchina, per arrivarci. Ma ne valeva la pena.

Sapeva bene anche che il prossimo evento di questo tipo si sarebbe verificato, negli Stati Uniti, solo dopo altri sedici anni. Il che senz’altro rendeva questo un evento veramente speciale, con un’opportunità imperdibile di poterlo fotografare. Di poter immortalare un momento così particolare (e non sapeva quanto particolare, questo non lo sapeva ancora).

Anche il piano di azione, il piano che avevano concordato, anche quel piano le andava bene. Era un piano semplice, dopotutto. Lei ed il suo ragazzo sarebbero apparsi davanti all’eclisse nelle loro silhouette, sia da soli che insieme. Era anche ben consapevole che l’evento si sarebbe consumato in pochissimi minuti.

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Gli anelli di Nettuno in infrarosso

Il Telescopio James Webb continua a mostrarci quel nuovo universo al quale ci dobbiamo progressivamente abituare, quel nuovo modo di vedere le cose che avrà inevitabili ricadute (anche fuori dall’ambito astronomico, ne sono certo) che noi, con la nostra scarsa immaginazione, ancora difficilmente possiamo valutare. Meno male che la scienza ci aiuta.

La bellezza degli anelli, non riguarda solo Saturno…
Crediti: NASA, ESA, CSA, STScI

Questa è la visione più chiara degli anelli di Nettuno che abbiamo in più di 30 anni, dalle immagini della venerabile sonda Voyager 2. Lo strumento NIRCam a bordo del James Webb ha catturato questa bellissima visione dei sottili anelli che circondano il pianeta, domandoci la prima immagina infrarossa in assoluto di questa meraviglia celeste. In questo intervallo di frequenza il pianeta appare piuttosto scuro, eccetto dove sono presenti nuovi a grande altitudine. Difatti, queste nubi di metano ghiacciato sono particolarmente visibili a queste frequenze infrarosse, riflettendo la luce solare prima che sia assorbita dal gas metano.

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Altre tracce di eleganza cosmica

Sarebbe davvero bellissimo osservare il cielo su Teti, anelli ed ombre e tutta la meraviglia che già intuiamo in questa foto di Cassini. L’immagine è stata acquisita nel 2005 e rimane ancora splendida, adesso.

Saturno, Teti, anelli ed ombre…
Crediti: Cassini Imaging TeamSSIJPLESANASA

Teti ha un diametro di circa 1000 chilometri e orbita a meno di cinque raggi di Saturno dal centro del pianeta gigante (e gassoso). A tale distanza appare ben fuori degli anelli principali di Saturno. Teti è una delle cinque lune più grandi (in totale i satelliti naturali di Saturno, con orbite confermate, sono ben ottantadue) e nonostante la sua lontananza dal pianeta, si trova ancora all’interno del più impalpabile e tenute anello E.

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Tracce di eleganza cosmica

Girare tra gli anelli di Saturno è decisamente un privilegio concesso a pochi. Uno dei più attenti osservatori è stata la sonda Cassini, che ha preso questa bellissima immagine poco più di un decennio fa.

Lune ed anelli di Saturno, in una visione di quieta bellezza.  
Crediti: NASAESAJPLCassini Imaging Team

Si vede la luna Rea parzialmente coperta dagli anelli e, più in lontananza, la piccola luna Giano. Mentre Rea fa certo la sua figura con un diametro superiore ai 700 chilometri, Giano è una delle lune di Saturno più piccole: misura infatti appena 180 chilometri di diametro. In automobile si farebbe agevolmente tutto il giro nell’arco di una giornata (compresa sosta all’autogrill, se ve ne fossero). Colpisce riuscire a vedere un corpo celeste così piccolo a tanta distanza da Terra (più di un miliardo di chilometri). Cassini ha fatto davvero un ottimo lavoro.

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Attraverso gli anelli, noi

Ma davvero, poter osservare gli anelli da questa prospettiva, non è niente male! Questa magnifica foto, come alcuni avranno indovinato, si deve alla sonda Cassini.

Crediti: NASAESAJPL-CaltechSSICassini Imaging Team
Processing & LicenseKevin M. Gill

E quei due piccoli puntini luminosi? Bene, poco più di tre anni fa, a motivo di un allineamento per cui la luce diretta del Sole veniva bloccata dal corpo stesso del pianeta Saturno, Cassini è riuscita a regalarci questa magnifica foto del Sistema Solare interno. Pensate, quei due minuscoli puntini che si vedono, appunto, a sinistra degli anelli, sono la Terra e la Luna, visti alla distanza stratosferica di quasi un miliardo e mezzo di chilometri.

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Dove sono gli anelli?

Un attimo. Se questo qui sotto è Saturno (come in effetti è), dove sono andati a finire gli anelli? Non era proprio Saturno il “pianeta con gli anelli”? E’ accaduto qualcosa? Li abbiamo persi? Oppure è un fotomontaggio?

Crediti: NASAESAJPLISSCassini Imaging TeamProcessing: Fernando Garcia Navarro

Niente di tutto questo (e la foto è reale). E’ un’altra cosa, piuttosto. E’ che non siamo troppo abituati ad accorgerci che le cose cambiano, se osservate da un’altra prospettiva. Non c’è un solo modo per osservare la realtà, non esiste mai un punto di vista unico ed oggettivo, non c’è mai una sola narrazione: tutti lo sappiamo, in teoria, e tutti ce lo scordiamo. Nella vita pratica, lo dimentichiamo con grande facilità.

Torti e ragioni, bianchi e neri, ci sembrano granitici, scolpiti nella roccia. Siamo affezionati al pensiero assoluto, perché è il più facile, anche se ormai è dimostrato che è anche il più pericoloso, perfino per la nostra salute.

Poco male, ci pensa (stavolta) Saturno a sbalzarci fuori dai pensieri pigri, dalle architetture di ragionamento e di visione troppo logore.

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Saturno, tra lune ed anelli…

Se decidete per un giro per i dintorni di Saturno, siete avvisati: state molto attenti a non perdervi l’occasione di osservare lo spettacolo che può sprigionarsi dalla combinazione di lune, anelli, ed ombre. La configurazione che potete ammirare qui sotto si è verificata nell’anno 2005, ed è stata sapientemente catturata dalla sonda Cassini.

Crediti: NASA, JPL-Caltech, Space Science Institute

Nell’immagine, si scorgono agevolmente le lune chiamate Teti e Mimas, ai bordi del sistema di anelli, che è incredibilmente sottile nella sua parte principale: poche decine di metri, in effetti. Laddove altre parti si possono estendere in larghezza anche per chilometri e chilometri.

La sonda Cassini ha compiuto un egregio lavoro intorno a Saturno, durato molti anni: arrivata in zona nel 2004, ha continuato ad inviarci dati (e stupende fotografie) dell’ambiente fino a settembre dello scorso anno, quando a conclusione della sua missione si è tuffata dentro la turbolenta atmosfera del pianeta, evitando di proposito di terminare la sua vita “contaminando” una delle diverse lune.

Tali lune infatti – come abbiamo visto più volte – sono risultate, proprio grazie alle indagini di Cassini, ambienti molto più interessanti per lo studio della vita rispetto al pianeta stesso:se pure non vi sono state rilevate tracce inequivocabili di vita, alcuni di questi ambienti appaiono decisamente come “prebiotici”. Dunque non era il caso di inquinarli, anche per non pregiudicare futuri studi di questi posti decisamente interessanti, anche sotto il profilo dell’esobiologia. Saggiamente la NASA ha deciso – prima di perdere il controllo della sonda – di farla sprofondare dentro Saturno, un ambiente decisamente inospitale.

Una fine che è stato il coronamento di una vita piena, vissuta fino all’ultimo momento possibile. Ed anche un segno di rispetto, per il cosmo: per questo nostro universo, che comprendiamo essere un mondo frizzante, incredibile ed  incantato. O meglio, incantato di nuovo.

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Il primo sistema di anelli attorno ad un asteroide

eso1410c

L’asteroide Chariklo in una rappresentazione artistica con due anelli. Crediti: ESO/L. Calçada/M. Kornmesser/Nick Risinger. Fonte ESO: http://www.eso.org/public/italy/images/eso1410c/

La grande scoperta è arrivata dall’ESO: il remoto asteroide Chariklo è circondato da due densi e stretti anelli.

Telescopi in ben sette luoghi differenti nel Sud Ameria, tra cui il telescopio danese di 1,54 metri e il telescopio TRAPPIST all’Osservatorio di La Silla dell’ESO in Cile sono stati utilizzati per fare questa sorprendente scoperta ai confini del nostro Sistema Solare interno, ossia oltre l’orbita di Nettuno.

Questo risultato suscita grande interesse e dibattito dato che Chariklo rappresenta il più piccolo oggetto, oltre che estremamente lontano, all’interno del nostro Sistema Solare ad avere un sistema di anelli. E’ il primo asteroide ad avere questa caratteristica a parte i quattro pianeti giganti gassosi: Giove, Saturno, Urano e Nettuno.

La scoperta è avvenuta durante un transito sul disco della stella UCAC4 248-108672 il 3 giugno 2013, visibile dall’America meridionale. La stella è svanita per pochi secondi quando l’asteroide è transitato davanti, una vera e propria occultazione. Lo stesso metodo che usa il Telescopio Spaziale Kepler della NASA per osservare pianeti extrasolari.
In questo caso i cali di luce sono stati due. Grazie alle osservazioni in punto differenti è stato possibile calcolare la forma, la larghezza e le altre caratteristiche degli anelli appena scoperti.

Si fa l’ipotesi che tale sistema di anelli si sia formato dai detriti lasciati da una collisione. Ma ora ci si aspetta che Chariklo abbia almeno una piccola luna che gli ruoti attorno.
I responsabili del progetto hanno provvisoriamente chiamato questi anelli con i nomi di Oiapoque e Chuí, due fiumi alle estremità Nord e Sud del Brasile.

Ulteriori informazioni su ESO-http://www.eso.org/public/italy/news/eso1410/ in italiano.

Fonte ESO: First Ring System Around Asteroid – http://www.eso.org/public/news/eso1410/
ESO Cast – episodio 64 First Ring System Around an Asteroid – http://www.eso.org/public/announcements/ann14022/

Sabrina

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