Blog di Marco Castellani

Tag: blog

La magia di 3C273… e lo stupore di una bimba

L’immagine presa da Hubble, attraverso la sua “gloriosa” Wide Field and Planetary Camera 2 (WFPC2) – uno strumento al quale dobbiamo una non piccola fetta della conoscenza attuale dello spazio attorno a noi . è probabilmente la migliore che abbiamo. Si parla dell’antico e assai brillante quasar 3C273, che si trova in una galassia ellittica gigante nella costellazione della Vergine. E’ così lontano che la sua luce ha impiegato la bellezza di 2,5 miliardi  di anni per arrivare fino a noi. Malgrado la distanza possa apparire enorme, bisogna considerare che è comunque uno dei quasar più prossimi a noi. E’ anche il primo quasar ad essere stato identificato, poiché fu scoperto addirittura agli inizi degli anni ’60, dal celebre astronomo Allan Sandage (fu lui a pubblicare una prima stima della costante di Hubble, alla fine degli anni ’50).

trecci

Il quasar 3C273 (familiarmente… Treccì!)
Crediti: ESA/Hubble & NASA

Come molti sapranno, il termine quasar  sta per “quasi stellar radio source” (sorgente radio quasi stellare), e sono così chiamati perché in effetti sembrano quasi delle normali stelle, in cielo. Niente di più sbagliato, invece: i quasar sono i centri di galassie distanti e attive, e sono alimentati da un enorme disco di particelle che circonda un buco nero di grande massa.

I quasar sono capaci di emettere centinaia o anche migliaia di volte la luce di una intera galassia, il che li rende senza dubbio tra gli oggetti più luminosi dell’intero universo. Tra tutti questi brillantissimi oggetti, 3C273 è senz’altro il più luminoso nel cielo. Se lo potessimo posizionare a 30 anni luce da noi – circa  sette volte la distanza tra la Terra e Proxima Centauri, la stella a noi più vicina dopo il Sole, – apparirebbe  luminoso addirittura come il Sole (che è appena a pochi minuti luce da noi!).

3C273 è senz’altro un oggetto celeste capace di suscitare curiosità e stupore, se pensiamo alle sue caratteristiche (qui la Press Release originale). Anche da qui è partita l’idea di scriverci un piccolo racconto, chiamato La bambina e il quasar.  Il racconto, una volta postato su Internet, ha avuto il privilegio di essere ripreso su Scientificando, il blog di Annarita Ruberto. Annarita è insegnante di matematica presso una scuola secondaria di primo grado a Solarolo (in provincia di Ravenna), e ha rilevato nel racconto una valenza educativa tale da spingerla a proporlo ai suoi alunni (cosa di cui le sarò sempre grato).

Il fatto è che non si abitua mai. Non riesce ad abituarsi; segno che probabilmente ancora non è diventata grande. I grandi, da come la vede lei, sono quelli che si sono abituati. Più o meno sono abituati a tutto, non solo alle partenze. I grandi, per Anita, sono quelli che non reagiscono quasi mai con preoccupazione o con agitazione scomposta. Loro sanno sempre cosa fare (o fanno sempre finta di saperlo, difficile insomma coglierli in castagna). Al massimo, ecco, puoi trovarli un po’ irritati, o magari scontrosi. Alle brutte, ammettono che sono arrabbiati con qualcuno. Che qualcuno li ha trattati male, che qualcuno non è stato alle regole. Ecco il punto: si comportano in maniera proprio diversa. Comunque inutile girarci intorno. Il fatto è questo, parecchio evidente…

Se avete voglia potete andare a leggere il racconto (si scarica anche in PDF), che ha anche una bellissima illustrazione ad opera di Ilaria Zof, o anche soltanto a vedere, in coda al post di Annarita, i commenti pervenuti, molti dei quali ad opera degli stessi bimbi stessi che hanno letto il racconto (davvero tenerissimi).

bambinaQuasar

E’ certamente confortante vedere che la stupore e l’entusiasmo per l’astronomia non è affatto prerogativa degli studiosi, anzi raggiunge e contagia anche le persone più giovani. Educare allo stupore è forse una delle cose più belle, e lasciatemelo dire, sono davvero contento di essere stato immeritato latore di tale compito così delicato ma esaltante, almeno in questa occasione…

Loading

Cosa è un nome?

“What’s in a name? That which we call a rose
By any other name would smell as sweet.”


Così dice la celebre Giulietta (non quella della porta accanto, e nemmeno l’autovettura. Trattasi di Shakespeare).
Così un cambio di nome di per sè non indica un mutamento di qualità, una modifica nell’essenza. Ma in questo caso specifico, aver portato questo blog sotto il nome www.marcocastellani.it coincide con una decisione. 
Scrivere più assiduamente (qui e altrove).
Il blog è un’ottima palestra di scrittura. In più è aperta al pubblico, così l’autore può farsi anche un’idea di quali siano i post più letti e apprezzati. Mentre scrivendo trova la sua “voce”, capisce anche quali sono le frequenze che più interessano. 
Per questo mi è prezioso.

Loading

Siamo già nudi

Da qualche tempo stato cercando un modo per… presentare al mondo (detto così suona un pò troppo pomposo.. va beh) qualcosa delle mie poesie o dei miei racconti. Certo, potrei anche metterli qui, in questo stesso blog, come ho fatto più volte, in passato. Tuttavia mi piaceva dare spazio di esistenza a  qualcosa che fosse programmaticamente dedicato a delle elaborazioni creative, in modo che fossero separate dalle altre varie considerazioni che vengono ospitate in questo sito.
Non penso sia  scontato che le persone che leggono questo blog siano interessate anche alle poesie o ai racconti. Ecco che allora mi sono deciso, ho ripreso un modello di blog che avevo aperto quando stavo valutando quale piattaforma scegliere, ed ecco che è nato il secondo Diario di Viaggio
Ma non è solo questo, siamo onesti. E’ piuttosto qualcosa che ha a che vedere con i sogni. Ci sono certi sogni che possono rimanere sottotraccia, anche per molto tempo. Mentre magari fatichi e ti applichi per raggiungere un traguardo, una laurea, un dottorato, un lavoro. Lavoro che è – diciamocelo – un gran bel lavoro (stipendio a parte…  forse) ed è invidiato ed ammirato da molte persone. Poi formi una famiglia, una casa, una dimora… Vedi nascere i figli, guardi la fecondità della tua donna…. un miracolo. Un cammino, un compito.
Accanto a questo arriva però un momento in cui i sogni che ti porti dentro devono essere espressi. Altrimenti rischi che la tua anima si ammali. Rischi di perdere il gusto, il senso, l’entusiasmo nelle cose che fai. Rischi di non apprezzare quello che hai. Molto mi ha fatto capire Valerio Albisetti, nel suo libro “I sogni dell’anima”. Dire che per me è stato illuminante è dire certamente poco, certo è rendere giustizia a quello che sta avvenendo, alla capacità di guardarmi dentro che mi ha regalato. Mi ha permesso di andare in fondo alle ragione del mio disagio di tanti momenti, di tanti giorni, di una irrequietezza misteriosa, di una insoddisfazione appiccicosa, persistente. 

More about I sogni dell'anima. Realizzare le proprie aspirazioni

Leggendo e rileggendo le sue pagine (ce l’ho anche sull’iPod, ogni volta che rileggo un passaggio acquisisco qualcosa), ho capito che sono ad un punto chiave, un punto di svolta. L’età matura, o la mezza età, è proprio il momento si può fare un confronto più sereno con le proprie aspirazioni, finalmente dar loro spazio. Così per me scrivere è qualcosa che non può rimanere nascosto, rimandato. Qualcosa dentro di me non mi lascia tregua, mi impone di scrivere. Potrà sembrare enfatico, ma non riesco a dirlo in modo più aderente alla realtà.

Così il nuovo blog è prima di tutto un’occasione per me stesso di vivere un pò di più in mezzo a quello che ho scritto e che scrivo. E se possibile, interessare altre persone.
L’importante è continuare a scrivere. Troppo tempo ho passato spaventato dal giudizio altrui. Anzi no, neanche questo è vero. Spaventato prima di tutto dal mio stesso giudizio. Piuttosto severo, sempre pronto a dire ma lascia perdere, lo vedi che non sei bravo abbastanza? Ma ora basta, bisogna correre il rischio. Diceva bene Steve Jobs “siete già nudi, non c’è ragione per non seguire il vostro cuore.”

Scrivere. Attraverso questa attività – a prescindere dall’esito – la realtà ritorna più amica, come se si trovasse un filo per passarci dentro con un gusto ulteriore, con una maggiore chiarità.

Sto meglio se scrivo con continuità. Posso essere più gradevole, più amabile con le persone che ho intorno, se non censuro le mie aspirazioni.

Non credo sia poco.

Loading

Ragionando di Hubble..

Diamo ancora spazio al Telescopio Spaziale Hubble, decisamente sotto i riflettori della comunità astronomica in questo periodo, a motivo della recente missione che con pieno successo ha rimesso “in attività” (e anzi migliorato) l’ormai longevo telescopio in orbita attorno alla Terra.

Astronauti al lavoro sul telescopio spaziale Hubble
Crediti: NASA/Hubble

E’ appena stato istituito un nuovo blog, Speacking of Hubble (“Parlando di Hubble”) che è una sezione del sito assai interessante HubbleSite, una miniera di materiale per gli interessati al telescopio spaziale. Gli autori sono Frank Summers (che ha anche un account su Twitter) e Mario Livio. Dalla presentazione del blog: “Parlando di Hubble, è un blog fatto dagli astronomi che vi porta la scienza del Telescopio Spaziale Hubble, gli scienziati e  i ricercatori che hanno trascorso la loro vita immersi nel mondo dell’astronomia, come pure di quelli appena all’inizio….”

Unico potenziale ostacolo alla fruzione, per chi sia al di fuori del mondo anglosassone, è il fatto che sia – inevitabilmente – in lignua inglese. Ma ormai anche il traduttore automatico di Google ha imparato a lavorare abbastanza bene, nel caso.. 😉

Loading

Splash of red!


Splash of red!
Inserito originariamente da ineedathis

Ce l’ho sul monitor da stamattina quando l’ho vista… ogni tanto me la riguardo.. Beh dài, mettiamo sul blog pure questa, non resisto!

Ho parlato da poco con Azul in ritorno alla sua città, dopo il passaggio a Roma: alla fine non ci siamo potuti vedere, per impegni di entrambi, ma è stata lo stesso una … piccola gradita emozione poters scoprire “una voce” dietro un nickname, e ricordare che oltre i blog e le mail e i messaggi.. vi sono sempre persone (!).

Il blog poi è curioso, secondo me, perchè avvicina le persone “all’opposto”: ovvero, prima ti accorgi che una persona ha degli interessi o una visione delle cose (in tutto o in parte) simile alla tua, leggendo il blog, poi magari ti può venir l’intenzione di conoscerla meglio; nella vita ordinaria incontri prima “nello spazio fisico” (e non nello spazio dei byte) una persona e poi puoi scoprire delle “affinità”… un’altra particolarità, mi pare, di questo “nuovo mondo” virtuale. Che forse ha più valore – appunto – quando non è solo del tutto virtuale, ma spazio di possibilità verso una connessione reale… 😉

Loading

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén