Blog di Marco Castellani

Tag: concorsi

Rodari, verso la premiazione

Bello far parte della giuria del Concorso Rodari, perché si è esposti alla fantasia di tante ragazze e ragazzi che, per una volta, si liberano dagli obblighi scolastici più consueti e si permettono di inventare storie, di percorrere l’universo esattamente con le loro storie (che vanno più lontano di qualsiasi astronave e qualsiasi sonda, e non inquinano).

E poi le storie sono tutto. Considero un privilegio far parte del Gruppo Storie di INAF, perché lavoriamo con i mattoncini stessi dell’universo, con le narrazioni di cui è intrisa la materia. Niente si dà senza narrazione. Forse una Storia grande regge tutte le altre, c’è chi lo pensa. Comunque, è una fitta intelaiatura di storie che rende tutto sempre e di nuovo vivibile, percorribile. L’universo è fatto di storie, ce lo dicevamo già nello svolgimento della prima edizione del concorso.

Ganni Rodari (1920-1980), un grande inventore di storie.

Gianni Rodari poi di storie ne ha create tante, ed è proprio bello che per l’occasione i ragazzi ne possano inventare ancora altre. Le storie sono sempre generative, sono delle proposte per la fantasia, si mettono volentieri in relazione: una chiama l’altra.

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Un romanzo… in un mese!

Ebbene sì, finalmente posso riscrivere il titolo del post di inizio novembre sostituendo il punto interrogativo con il punto esclamativo… e non è sostituzione da poco! Questa bizzarra competizione a cui ho aderito quasi per gioco, sono incredibilmente riuscito a portarla a termine, nella giornata di oggi, raggiungendo la famosa quota delle 50.000 parole.

Ora ho un “romanzo breve” chiamato “Il Ritorno”, di circa 50.300 parole; non avevo mai tentato di scrivere nulla di così esteso, grazie al NaNoWriMo finalmente sono riuscito a dribblare il mio implacabile editor interno che tante volte mi aveva fermato, e andare dritto – con un paio di momenti di crisi in cui il progetto effettivamente è stato “a rischio” – fino alla volata finale di oggi pomeriggio.

Ora ci vorrà senz’altro un esteso e paziente editing. Ma la cosa è andata, l’obiettivo è raggiunto. Ho scritto un piccolo romanzo! Non so da quanto l’ho volevo fare!

Devo sinceramente ringraziare mia moglie Paola, che durante questo periodo mi ha più che sopportato: mi ha incitato e incoraggiato e punzecchiato affinché non lasciassi perdere. Ogni giorno mi chiedeva quanto avevo scritto, ogni giorno mi incitava a continuare. Addirittura (e avendo quattro pargoli non è banale) aveva cura che io avessi tempo e tranquillità per scrivere. Mi sono chiesto più volte come mai., nel corso di questo mese. Perché teneva a questo concorso, in maniera particolare? Non credo. Piuttosto, credo che abbia a cuore che io riconosca e segua le mie inclinazioni e le mie attitudini, tra le quali scrivere é senz’altro una delle importanti, come capisco più chiaramente in questo specifico periodo.. Questo a parer mio, senza tanti giri di parole, è un reale segno di amore, per il quale le sono grato.

 Anche i miei figli (e specialmente Simone) si sono a vario titolo interessati, e talvolta mi hanno spronato.
 
Sono contento di essere riuscito ad arrivare fino in fondo e scrivere la mia novella, superando i momenti di dubbio e di indecisione. E’ realmente buffo, ma ho scoperto che a volte puntare a “scrivere e basta” nonostante tutti i dubbi, alla fine paga. Alla fine imbrocchi due o tre frasi in qualche pagina, e sei proprio contento. Quelle due o tre frasi ti fanno sentire in pace, contento di essere riuscito a scriverle finalmente come le volevi. Fosse solo questo, già sarebbe un ottimo motivo per scrivere 50.000 parole, o anche di più.

Poi ancora, il fatto di scrivere mette in moto dinamiche interessanti, ti porta a pensare, a lavorare sui personaggi, a ricercare correlazioni tra i caratteri, le vicende, ad avere fiducia in una storia. Avere fiducia in una storia è bello perché, mi sembra, non possa essere svincolato da avere un atteggiamento positivo verso l’esistenza… Bene, potrei andare a scrivere ancora (evidentemente oggi non mi è bastata la mia quota di parole del NaNoWriMo!), ma non vorrei vincere anche il concorso, se c’è, di post più lungo. 🙂

Scrivere è un’avventura che mi piace (oserei dire anzi che mi appare quasi necessaria). Credo che proseguirò.

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Un romanzo… in un mese?

Mi sembrava una pazzia, anzi un pò mi sembra ancora adesso. Però ho deciso di provare: l’ idea del National Novel Writing Month indubitabilmente mi attirava. Per un mese intero, provare a scrivere un “romanzo breve” o “novella” (50.000 parole, da raggiungere entro la fine di novembre). L’idea di questa pazza attività di scrittura è anche quella di ridurre al silenzio il cosiddetto editor interno almeno una volta ogni tanto, scrivendo per il gusto di scrivere senza preoccuparsi troppo della qualità (anzi idealmente, per nulla) ma puntando sfacciatamente sulla quantità.

Il fatto di avere una deadline in effetti aiuta a far si che – una volta tanto – uno si metta a scrivere veramente, invece che a ragionare sull’idea o sull’utilità o sulla sua propensione a farlo. E il dover buttar giù le 50.000 parole, ci si riesca o non ci si riesca, fa sì che uno si lasci andare anche al rischio di scrivere una cosa mediocre o proprio imbarazzante. In ogni caso si sarà imparato qualcosa. E il fatto di lasciare le correzioni per dicembre, e dedicare novembre solo a buttar giù testo, aiuta a comprendere come effettivamente non si può pretendere quasi mai di scrivere da subito una versione ottimale di qualcosa, ma bisogna rischiare di buttar giù il testo e poi passare attraverso le necessarie e inevitabili revisioni.

Dall’altro lato, la dimensione “sociale” che ha assunto tale competizione, con forum, microblogs (provate solo a cercare per “nanowrimo”, su Twitter…!) e altre iniziative meno virtuali, come gli appuntamenti per scrivere, nelle varie città, fornisce un valore aggiunto e soprattutto un incitamento quando, dopo i primi giorni di entusiasmo, sopravviene comunque il senso critico e uno magari inizia a dubitare…

Non so se riuscirò a “vincere” il mio primo NaNoWriMo, se alla fine del mese sarò arrivato al fatidico traguardo, ma già sono contento che in questi primi nove giorni abbia scritto le prime 13.410 parole del mio racconto “Il ritorno”. Comunque vada, è già un bel risultato per me.

Ok, ora dovrei tornare a pensare a qualche sviluppo per la mia trama. Vediamo….

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