La macchia vista dalla Voyager

L’immagine della Grande Macchia è straordinaria, perché acquisita dalla sonda Voyager 1. Una delle prime sonde a darci informazioni sui grandi pianeti esterni del Sistema Solare.

La Grande Macchia fotografata dalla Voyager 1
Crediti: NASA/JPL

Voyager 1, lanciata nel 1977, inizia a fotografare Giove nel gennaio del 1979. Le immagini sono (appunto) formidabili, per l’epoca. Il progresso nella conoscenza di Giove che ne consegue, è enorme.

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E la macchia non c’è più

Niente dura per sempre, si dice. Anche nel cosmo è così (le stelle fisse sono ormai un ricordo del passato). Cosa rimarrà della Grande Macchia Rossa in futuro? Giove è il mondo più grande tra quelli che ruotano intorno al Sole, circa 320 volte più massiccio della Terra. Giove è anche sede di uno delle tempeste più estese e durevoli mai conosciute. Così grande che potrebbe contenere l’intero nostro pianeta, sebbene – attenzione – si stia riducendo. Il confronto con la storia delle osservazioni parla chiaro, ci dice infatti che la macchia oggi si estende per un terzo delle dimensioni che aveva appena un secolo e mezzo fa.

Questa stupenda immagine ci mostra Giove e la sua macchia nel 2016 (processata in modo da far risultare particolarmente intensi i colori della macchia stessa, visibile sulla sinistra). La NASA sta monitorando già da un po’ la tempesta perfetta su Giove per capire cosa ne sarà in futuro. E questo, ancora nessuno lo sa. Potrebbe anche continuare a restringersi, per condividere il destino delle più piccole macchie di Giove, ovvero… scomparire. Privando così il pianeta gigante di quella che sembra veramente il suo marchio di fabbrica.

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