Blog di Marco Castellani

Tag: LRO

Prove di navigazione lunare

La Luna diventa sempre di più un ambiente nostro, giorno dopo giorno. CAPSTONE (sigla che sta per Cislunar Autonomous Positioning System Technology Operations and Navigation Experiment) è un CubeSat della grandezza di un forno a microonde che è inserito in una orbita ellittica intorno alla Luna, l’orbita che sarà poi del Gateway, il futuro avamposto orbitante appunto intorno al nostro satellite, di importanza strategia per le varie missioni.

La foto lunare presa da CAPSTONE
Crediti: Advanced Space 2023

Pochi giorni fa CAPSTONE ha inviato un segnale al Lunar Reconnissance Orbiter il quale ha emesso un segnale di ritorno, cosa che ha permesso a CAPSTONE di misurare la distanza e la velocità relativa. Il test è servito a capire la fattibilità di un sistema di navigazione che poi aiuterà a determinare la posizione delle varie missioni. Ha anche preso una foto di una parte vicina polo nord lunare.

Siamo già in viaggio, in pratica. La Luna diventa ogni giorno di più, casa nostra. Dai primi passi alle future basi lunari, è un cammino di coraggio, fiducia e confidenza. Un viaggio per diventare ancora più umani, dopotutto.

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Visti dalla Luna…

E’ veramente suggestiva questa visione del nostro pianeta, avvolto in una densa coltre di nuvole ma riprodotto con una precisione veramente mirabile.

Crediti: NASA / GSFC / Arizona State Univ. / Lunar Reconnaissance Orbiter

L’immagine è stata acquisita dalla sonda Lunar Reconnaissance Orbiter che, orbitando attorno al nostro satellite, si è permessa di girarsi indietro per fare una “scansione” del nostro intero pianeta (si può intravedere anche l’ombra che proietta la Luna stessa, che appare piuttosto come un tracciato scuro sopra il Kentucky).

Siamo ormai in grado di vederci da fuori con un dettaglio che potremmo definire come felicemente impressionante. E’ un pianeta spettacolare il nostro. Siamo responsabili di tenerlo da conto: una sfida, ed una prospettiva emozionante.  Insieme.

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Se ci fosse stato LRO…

Sappiamo che la missione Apollo 14 fu un pieno successo. Gli astronauti riportarono a casa una serie incredibile di immagini del nostro satellite, ed anche dal punto di vista strettamente scientifico, tutti gli obiettivi prefissati furono rispettati. Tuttavia, per l’equipaggio fu anche l’occasione di un grande disappunto: quello dell’aver perso la possibilità di godere della vista spettacolare che deve esserci al bordo di un cratere largo circa 300 metri!

Se solo avessero potuto avere le mappe ad alta risoluzione del Lunar Reconnaissance Orbiter, probabilmente questo non sarebbe successo. Ma raccontiamo la storia con ordine.

La missione Apollo 14 venne lanciata il 31 gennaio del 1971. La tensione aleggiava palpabile fin dall’inizio; era la missione lunare successiva a quella sfortunata dell’Apollo 13: come sappiamo, era stata annullata a causa dello scoppio di una bombola di ossigeno nell’astronave mentre era in rotta verso la Luna (all’origine della famosa frase “OK, Houston, abbiamo avuto un problema”). Fu già un enorme successo e uno sforzo eroico (epico, nel vero senso della parola) riscire a far tornare sulla Terra l’equipaggio sano e salvo…

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LRO fotografa il sito di atterraggio dell’Apollo 12

Quattro anni dopo il successo della missione Apollo 11, la NASA varò la numero 12 delle missioni Apollo: era il lontano  12 novembre 1969. Esattamente 40 anni più tardi, il Lunar Reconnaissance Orbiter ha individuato e fotografato il sito di atterraggio.

Ragioni di sicurezza avevano dettato, per questa tra le primissime missioni lunari con uomini a bordo, un sito di atterraggio in posizione equatoriale, su una distesa di lava sufficientemente piatta: la scelta cadde allora su un sito prossimo a dove la sonda Surveyor 3, senza uomini a bordo, era atterrata due anni prima, nella parte ovest dell’ “Oceanus Procellarum”. Inoltre si sarebbe potuto prelevare delle parti della sonda ormai inattiva (per la precisione, fu attiva dal 20 aprile al 3 maggio del 1967) per portarla all’attenzione degli ingegneri delle missioni lunari, cosa che effettivamente venne fatta dagli astronauti.

Le immagini dalla sonda Lunar Reconnaissance Orbiter mostrano il luogo di atterraggio dell’Apollo 12. Sono anche visibili, nella stessa area, i siti di atterraggio delle sonde Intrepid lunar module descent stage, experiment package (ALSEP) e del Surveyor 3. Le impronte degli astronauti sono indicate con delle freccie bianche. L’immagine nel complesso è larga poco più di 800 metri.

Crediti: NASA/Goddard Space Flight Center/Arizona State University

Sappiamo bene che la missione fu un successo e si svolse senza problemi. In tutto, l’Apollo 12 riportò più di 32 kg di campioni lunari. Da questi preziosi campioni gli scienziati impararono che il cratere da impatto “Copernico” si fornò circa 810 milionidi anni fa; inoltre furono trovati ben quattro tipi differenti di basalto, di età molto diverse di quelle trovate dall’Apollo 11; altri campioni di roccia fecero comprendere ai ricercatori qualcosa della notevole complessità del suolo lunare, destinato ad essere ancora studiato nelle successive missioni Apollo.

Davvero, la missione fu – da tutti i punti di vista –  un successo incredibile…

NASA LRO Press Release

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Le prime fotografie di LRO dei siti di discesa delle Apollo

Il Lunar Reconnaissance Orbiter della NASA (LRO, in breve) ha inviato a Terra le prime immagini dei siti di allunaggio delle missioni Apollo. Le foto sono abbastanza dettagliate da mostrare gli stadi dei moduli di discesa ancora appoggiati al suolo lunare: le lunghe ombre nelle immagini aiutano a rendere più evidente la locazione dei moduli stessi.Il suolo lunare nei pressi della zona dove atterrò l’Apollo 11.
Crediti: NASA/Goddard Space Flight Center/Arizona State University

Finora, la camera a bordo di LRO è riuscita a prendere le immagini di cinque dei sei siti degli atterraggi delle Apollo: manca al catalogo ancora quello dell’Apollo 12, che ci si attende possa essere fotografato nelle prossime settimane.

NASA Press Release

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