Per capire cosa si nasconde dietro gli stranissimi crateri di Iperione, niente di meglio che andare a vedere. L’ha fatto per noi alcuni anni fa la sonda Cassini che orbitava intorno a Saturno. Con l’occasione ha preso alcune immagini ad un livello di dettaglio assolutamente straordinario.
Siamo davanti ad un mondo di crateri e soprattutto una superficie stranissima, davvero simile ad una spugna. Iperione ha un diametro di cerca 250 chilometri ed è strano perfino nella rotazione, che è caotica, ovvero il suo asse di rotazione si sposta in modo imprevedibile nel tempo. In realtà è l’unico corpo del Sistema Solare, a quanto ne sappiamo, che mostri una rotazione caotica. Inoltre possiede una densità così bassa che si ritiene molto probabile che ospiti al suo interno un sistema incredibilmente vasto di caverne.
Correva la fine degli anni Novanta del secolo scorso. Mentre sulla Terra eravamo alla prese con gli effetti della fine della guerra fredda e – qui in Italia – anche con gli strascichi del caso tangentopoli, la sonda Galileo intanto proseguiva la propria tranquilla indagine nei dintorni di Giove, regalandoci alcune stupende immagini della luna Europa. Immagini che in seguito sono state rimasterizzate e ricalibrate per aumentarne la chiarezza, secondo una palette di colori che si accorda meglio a quello che potrebbe percepire l’occhio umano, in questa situazione.
Li vedete i gamberetti? Ancora no? Forse in futuro… Crediti: NASA, JPL-Caltech, SETI Institute, Cynthia Phillips, Marty Valenti
La cosa proprio forte comunque è che diversi indizi fanno di Europa uno dei posto migliori per cercare vita extraterrestre. Si ritiene infatti che sotto la superficie di Europa esista un oceano di acqua, probabilmente mantenuta allo stato liquido dall’energia generata per le forze di marea che, a loro volta, si originano dall’orbita chiaramente ellittica Europa che mantiene rispetto a Giove.
Colti proprio nel momento giusto, potremmo dire. Il grande disco intorno alla stella PDS 70, sede di formazione di pianeti. Anche, il pianeta gigante già formato, sulla destra della stella. Si chiama PDS 70c e pare simile in grandezza e massa, al nostro Giove. Ma non è tutto qui.
La cosa veramente strabiliante – che non si era mai vista prima – è quell’alone opaco intorno a PDS 70c. Anche quello si ritiene che sia un disco di gas e polveri, verosimilmente destinato a produrre delle lune intorno al pianeta stesso.
L’immagine ci viene dall’Atacama Large Millimeter Array, una schiera di sessantasei radio telescopi posti in una zona desertica del Cile. Dalle caratteristiche del disco intorno al pianeta, sembra che sia destinato a produrre una spicciolata di satelliti delle dimensioni della nostra Luna. Più o meno come i quattro satelliti medicei di Giove, insomma: Io, Europa, Ganimede e Callisto.
Siamo dentro un Universo che non rinuncia a nascere nuovo, ogni giorno. Dobbiamo essere grati alla tecnica perché, fortunatamente abbandonata l’idea di un cielo “perfetto” ed immutabile, possiamo accorgerci di questi processi di nascita, onnipresenti e quotidiani. Forse anche, perché possiamo far nostra questa esigenza di rinascere, sempre e di nuovo.
Nei momenti difficili, possiamo sempre guardare al cosmo, sintonizzarci a vivere la sua stessa avventura. E ristorarci, in questa sommessa partecipazione all’immenso.
Ma allora… vado a vivere sulla Luna! Questa poteva essere una frase (magari dettata da un momento di esasperazione) con un suo senso compiuto – fatta salva ovviamente una sua difficile attuabilità, perlomeno in questo momento. Ora però, per colpa del progresso nella conoscenza e comprensione della caratteristiche del sistema solare, rischia di perdere il suo significato originale. O meglio, rischia di perdere la sua univocità. Difatti diventa lecito chiedere, di rimando: ma quale luna?
La domanda è lecita. Eh sì perché ormai di lune potenzialmente abitabili ne sono state rintracciate diverse. E a volte l’idea di abitare sulla luna (o meglio, su una luna) risulta assai meno peregrina – perlomeno per un astrobiologo – rispetto al progetto di provare a colonizzare un pianeta vero e proprio.
Al proposito, il sito di APOD per la giornata di oggi ci offre una interessante compilazione delle quattro lune in questo senso più attraenti del Sistema Solare. Ovvero, quelle dove le condizioni sembrano essere le più favorevoli per la vita. Nell’immagine, che riportiamo qui sotto, sono riprodotte in scala: così potete agevolmente scegliere anche quella che più vi aggrada,magari in base ai metri quadri di cui volete disporre… C’è da dire che viaggi organizzati ancora non esistono: questione di tempo, probabilmente 🙂 Noi ci limiteremo qui ad un breve tour immaginario.
Iniziamo da Europa (la luna di Giove, non il nostro continente). E’ anche uno dei satelliti più massicci di tutto il sistema solare. La sonda Galileo a Giove ha scoperto che la superficie è probabilmente formata da una crosta ghiacciata al di sotto della quale dovrebbe trovarsi un oceano di acqua allo stato liquido. Certo la temperatura media è un po’ bassina per girare in maglietta e pantaloncini (siamo intorno ai -170 gradi sotto zero) ma decisamente c’è di peggio, possiamo accontentarci. Comunque, in caso, il messaggio è: portatevi roba pesante.
Anche per Ganimede, il principale satellite naturale di Giove, il più grande di tutto il nostro sistema (tanto che sorpassa in grandezza lo stesso pianeta Mercurio), il discorso sull’abitabilità è piuttosto interessante. Anche per lui ci sono robuste indicazioni dell’esistenza di un oceano sotto la superficie. Vale anche qui la prescrizione di portarsi maglioni pesanti, perché la temperatura media è praticamente quella di Europa.
Possiamo poi spostarci nei pressi di Saturno, dove, osservando la luna Encelado, la sonda Cassini ha trovato fantastiche fontane di ghiaccio d’acqua, che indicano naturalmente la presenza di uno strato acquoso sotto la superficie. Sulla superficie non è bene andar troppo scoperti, però: ci aggiriamo intorno ai meno duecento gradi sotto lo zero.
Cercando tra gli annunci immobiliari lunari, è bene anche non trascurare Titano, un’altro dei satelliti naturali di Saturno (il più grande, per la verità). Titano è composto principalmente di ghiaccio d’acqua e di rocce, e – manco a dirlo – è comunque piuttosto freddino (ma ormai siamo abituati). La cosa interessante è che è considerato simile alla Terra primordiale, ma appunto con temperatura molto più bassa, tanto cheil ciclo del metano (che si trova vicino al suo punto triplo, dove coesiste in forma liquida, solida e gassosa) riesce a sostituire il normale ciclo idrogeologico presente su nostro pianeta. Per la precisione, su Titano si possono trovare agevolmente (basta camminare un po’…) dei suggestivi laghi di idrocarburi, mentre la densa atmosfera è composta principalmente di azoto.
Questo per chi non volesse andar troppo lontano, è il quadro dei posti più appetibili. Se non sembrano davvero così invitanti, possiamo consolarci pensando che – per quanto le condizioni sembrino proibitive – è sempre il meglio che il nostro sistema solare può offrire. Terra esclusa, ovviamente!
Per chi è disposto a viaggiare un po’ di più, guardando anche al di fuori del sistema solare, ci sono comunque ottime notizie: le nuove ricerche ci dicono che le lune potenzialmente abitabili potrebbero tranquillamente superare, nel complesso, il numero di esopianeti. E’ così: le lune potrebbero benissimo rivelarsi il posto più abitabile in tutto l’universo.
Insomma, tirando le somme: cominciamo a renderci conto che anche per quanto riguarda le lune abitabili, potremmo presto avere l’imbarazzo della scelta.
Andiamo a vivere sulla luna? Sì ma quale, in caso?
Crediti: Cassini Imaging Team, ISS, JPL, ESA, NASA. Sorgente: APOD
Decisamente inusuale questa vista di Saturno, tanto che verrebbe da pensare… di aver sbagliato pianeta! Difatti, nel nostro immaginario, Saturno è sempre e comunque il pianeta con gli anelli, e fa abbastanza impressione vederlo così “nudo”, senza la sua fascia che lo circonda e lo esalta in maniera così mirabile…
Ok. Qual è il trucco? Dove sono gli anelli? A pensarci, non è una domanda nuova. E’ un problema che ha suscitato perplessità allo stesso Galileo, nel lontano 1612. O quasi. In realtà lui notò la scomparsa delle “protrusioni” del pianeta (più tardi si capì che appunto la protrusioni viste dallo scienziato italiano erano proprio questo, un sistema di anelli).
La spiegazione è semplice. Vi sono momenti in cui la terra interseca il piano di rotazione degli anelli, e visti così di taglio gli anelli stessi sembrano semplicemente scomparire. Questo ci fa imparare qualcosa, ci fa capire difatti quanto il piano degli anelli sia veramente sottile.
D’accordo sulla teoria, mi direte. Ma questa foto? Bene, qui siamo all’epoca moderna, ed entra in ballo Internet.
Meno male che al giorno d’oggi una gran mole di dati scientifici viene sistemata in archivi aperti al pubblico. E mano male che c’è la rete, per un facile accesso. Così dobbiamo ringraziare un appassionato spagnolo, Fernando Garcia Navarro, che si è preso la briga di carotare dentro il vasto catalogo di immagini grezze di Cassini, selezionando e scaricando le immagini della sonda impegnata in una serie di attraversamenti del piano degli anelli.
Il risultato di tale certosino lavoro potete ammirarlo qui sopra. Le immagini (in falsi colori) sono state elaborate e sovrapposte, per ottenere questo splendido “quadro” di Saturno… senza anelli! In realtà gli anelli sono tutti compresi nella striscia blu sottile che attraversa l’elaborazione in senso orizzontale.
Ultima cosa… Indovinate cosa sono quelle palline lungo la linea degli anelli? Esatto… sono le lune … come perline lungo un meraviglioso filo di una enorme… collana planetaria…
La sonda Cassini della NASA ha appena effettuato, proprio nella giornata di ieri, il suo passaggio ravvicinato alla luna di Saturno chiamata Dione. Il suo slalom attraverso le varie lune del pianeta continua, e stasera stessa, poco dopo le 21, si dovrebbe trovare a passare vicino a Titano (un corpo celeste estremamente interessante per la presenza di atmosfera e per la superficie ghiacciata): il passaggio avverrà, per la precisione, ad una altezza di circa 3600 chilometri dalla sua superficie.
Nella selezione delle immagini originali acquisite da Cassini, già disponibili al sito NASA, Dione si affianca talvolta ad altre lune. Ad esempio, Mimas appare in una immagine al di là del “lato oscuro” di Dione. In un’altra, si possono intravedere la coppia di lune Epimeteo e Pandora, insieme a parte del sistema di anelli.
Questa immagine di Dione è stata acquisita da Cassini appena poche ore fa, quando la sonda si trovava a poco più di centomila chilometri dalla sua superficie (Crediti: NASA/JPL-Caltech/SSI)
L’incontro con Dione è stato pensato essenzialmente per l’utilizzo dello spettrometro infrarosso e per la verifica di altri sistemi della sonda. Tuttavia, il team che presiede all’acquisizione delle immagini ha catturato istantanee di alcune interessanti fratture che solcano la superficie di Dione. Un’altra struttura che è stata messa in evidenza dalle nuove fotografie, è il promontorio chiamato Janiculum Dorsa. Le immagini a risoluzione più alta di questi flyby hanno scale che vanno da circa 350 a 500 metri per pixel. Nel maggio del prossimo anno, la stessa struttura di Janiculum Dorsa sarà ripresa da Cassini ad una risoluzione maggiore.
Saturno possiede un gran numero di satelliti naturali (oltre sessanta, di diverse dimensioni). Titano è la più grande, ed anche la più interessante, per le caratteristiche cui accennavamo in apertura. Le più piccole in realtà si confondono con i frammenti ghiacciati che compongono i suoi stessi anelli, sicché è difficile tracciare una linea chiara di distinzione, nel regime delle piccole masse. E’ un mondo davvero interessante che grazie alle sonde più recenti, si sta finalmente cominciando a conoscere nel dettaglio che merita.
Non possiamo che essere contenti degli ultimi risultati di Cassini e anche – perché no – fieri che la sonda che tanti preziosi dati ha già inviato a Terra, porti il nome di un astronomo italiano, quel Giandomenico Cassini che già alla fine del seicento diede un contributo fondamentale nello studio di Saturno e dei suoi anelli. Oggi, credo, sarebbe assai contento di quello che la sonda ci sta rivelando su ciò che già tanti secoli orsono fu oggetto della sua preziosa curiosità.
Appena un paio di giorni fa, la sonda Cassini della NASA è passata accanto a diverse intriganti lune di Saturno, e non ha perso l’occasione di prendere qualche “foto ricordo” durante il viaggio. In particolare, la sonda è passata entro 60.000 chilometri da Encelado e entro 28.000 da Elena (sembra molto ma non lo è, per gli standard spaziali…).
Non pago di tutto ciò, ha anche preso una istantanea di Mimas davanti agli anelli di Saturno. E’ interessante come in una delle immagini si veda bene il famoso “getto” che fuoriesce dal polo sud di Encelado.
Un'immagine di Elena, ottenuta da Cassini il 31 gennaio 2011 (Crediti: NASA/JPL/SSI)
Sono a disposizione del pubblico anche le immagini “non elaborate”. Per vederle, basta andare al sito apposito e cliccare su “Search Images” (bisogna però specificare i criteri di ricerca). Ricordiamo che Cassini-Huygens – di cui tante volte ci siamo occupati – è un progetto in cooperazione tra NASA, ESA e la nostra Agenzia Spaziale.
Qualsiasi cosa sabbia colpito Mimas, nei tempi passati, deve averla quasi distrutta. Quel che rimane ora è uno dei più grandi crateri da impatto su una delle più piccole lune di Saturno. Il cratere, chiamato Herschel in onore di Sir William Herschel, che scoprì Mimas nel 1789, si estende per circa 130 chilometri. La piccola massa di Mimas risulta sufficiente a produrre una gravità superficiale abbastanza intensa da creare un corpo di forma sferica, ma ancora debole da permettere la permanenza di peculiarità superficiali (come questa) relativamente estese.
La luna Mimas è composta per lo più da acqua ghiacciata con una “spolveratina” di roccia, ed è appunto ben descritta come una palla di ghiaccio “sporca”. L’immagine qui riprodotta è stata acquisita nel passaggio ravvicinato della sonda Cassini avvenuto nell’agosto del 2005.