Il catalogo è questo…

O meglio, dovremmo dire “la lista è questa”, forse sarebbe più opportuno in questo caso – anche se perdiamo la citazione mozartiana 😉
La lista cui si fa riferimento è quella costruita tramite il nostro account Twitter “gemello”, raggiungibile all’indirizzo http://twitter.com/gruppolocale.

Sfruttando la possibilità, abbastanza recente, di creare “liste” di utenti Twitter da poter tenere d’occhio, abbiamo idi recente naugurato una lista “astronomia” per il nostro account, ed iniziato ad inserire degli “utenti” dei quali monitorare gli aggiornamenti – chiaramente scelti tra quelli di interesse squisitamente astronomico (e ce ne sono tantissimi su Twitter, come molti sanno, anche perché più volte abbiamo avuto occasione di parlare di questa famosa piattaforma di microblog). La nostra lista si può seguire alla pagina http://twitter.com/gruppolocale/astronomia. Naturalmente gli iscritti a Twitter possono facilmente “iscriversi” alla lista stessa, ricevendo così aggiornamenti nella loro timeline. L’iscrizione è comunque semplicissima e ovviamente gratuita; se trovate comoda l’idea della lista, è una possibilità da prendere in considerazione.

la pagina della nostra lista di astronomia, su Twitter:
gli iscritti sono solo due, ma speriamo in una rapida “inflazione” del numero 😉

Al momento la lista comprende un certo numero di siti in lingua inglese ma molto rappresentativi (tipo la NASA), e qualche sito di lingua italiana (come il nuovo account Twitter di mediainaf). In futuro vorrei cercare di enfatizzare la percentuale di siti in lingua italiana : visto infatti di liste di astronomia in lingua inglese ve ne sono moltissime (a titolo di esempio, la NASA, al momento in cui scrivo, risulta presente in 15.773 liste!), ritengo non sarebbe male “specializzarci” verso l’italico linguaggio..

Se avete voglia, fateci sapere cosa pensate della lista. Vi pare uno strumento utile, oppure le occasioni di aggiornamenti sono già tante anche senza di questa? Aspettiamo i vostri commenti 😉

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Aggiornamento e restyling per Qaiku

E’ davvero un peccato che il servizio di microblogging Qaiku ancora non abbia trovato – in generale, e presso la comunità italiana in particolare – il credito che a mio avviso meriterebbe, alla luce delle caratteristiche e della flessibilità della sua struttura (meno minimalista ma decisamente più efficace di Twitter, ad esempio).
Caratteristiche come i gruppi tematici, la possibilità (unica nel suo genere) di selezionare i messaggi per lingua, l’invio nativo di immagini (e ora anche di attachment più generici), il modello conversazionale evoluto (possibilità di aggiungere commenti ai post, notifica agli interessati) sono tutte cose che potrebbero portare più di qualcuno ad una analisi attenta della piattaforma (che tra l’altro è stata tradotta per gran parte in italiano, indovinate da chi…)

Nella giornata di ieri Qaiku è stato offline per qualche ora, dopodichè gli utenti hanno avuto la sorpresa di ritrovare il sito con un sostanziosa “rimessa a nuovo” del sito, che proprio in questi giorni festeggia il suo primo anno di vita. 
Qui a SegnaleRumore è stata seguita l’avventura di Qaiku fin dai primi momenti in cui l’infrastruttura è uscita dalla fase di test “interno”, sempre con deciso interesse. Tra l’altro, gli utenti di Ubuntu trovano in Gwibber  – un client di microblogging già incluso in Ubuntu 9.10 – un valido strumento per accedere al servizio senza nemmeno dover aprire un browser.
Con l’occasione, pubblichiamo qui una schermata del gruppo tematico dedicato a linux (che come ogni altro gruppo, permette di lavorare selettivamente in italiano, inglese, o qualsiasi altro linguaggio) .. si sa mai qualcuno voglia passare da quelle parti…

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Qaiku, lavori in corso (e nuova piattaforma)…

Ve lo devo dire, provo una certa eccitazione nel saltare dentro un progetto che a mio avviso presenta delle buone potenzialità, e seguirne gli sviluppi dall’interno, giorno per giorno… Vederlo crescere pian piano, interagire con gli sviluppatori (spesso molto più attenti e disponibili dei gestori di un grosso progetto pienamente avviato). Proprio questo mi sta accadendo al momento attuale con la piattaforma di microblogging Qaiku, della quale ho già parlato in varie riprese, in questo blog.

Sono saltato dentro Quaiku nel mese di marzo (per quanto ne so adesso, potrei essere uno dei primi italiani ad essersi iscritto: sicuramente il primo messaggio in italiano è del sottoscritto), perchè attirato dal fatto che si presentasse dichiaratamente inspirato a Jaiku (la piattaforma prima comprata da Google e poi praticamente… lasciata in naftalina ed infine dismessa, con codice rilascito sotto open source), che ho molto apprezzato in passato per alcune sue caratteristiche, come il supporto nativo ai gruppi e la possibilità di appendere veri commenti ai posts (diversamente da Twitter, come sappiamo).

Qaiku si presentava all’epoca quasi come un clone di Jaiku o appena poco più, ma con una serie di cose in via di sviluppo assai promettenti, tra i quali un supporto embrionale al filtraggio per lingua, e soprattutto con un fervore di sviluppo interessante e contagioso. Le premesse iniziali sembra fossero fondate, perchè il tasso di sviluppo è rimasto piuttosto elevato e costante, con l’aggiunta progressiva di una serie di importanti funzionalità.

Ora è appena stato rilasciato un importante aggiornamento che ha il pregio anche di esaltare alcune delle caratteristiche peculiari di Qaiku (che personalmente ho trovato subito attraenti): tra queste spicca a mio avviso il pieno supporto ai filtri per linguaggio. Ora è possibile accedere in maniera rapida e semplice a tutti i messaggi scritti in un dato linguaggio (all’atto di inviare un aggiornamento, si può infatti specificare in che linguaggio viene inviato).

Ottima mossa dunque per Qaiku, piattaforma sempre più interessante. Da considerare per chi avverte come insufficiente il modello “conversazionale” di Twitter e affini. Peccato solo la presenza italiana sia assolutamente esigua al momento. Ma chissà, le cose possono sempre andare meglio…

… Let’s go forward, qaiku 😉

Powered by ScribeFire.

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Identi.ca compie un anno!

Sicuramente di “successo” il primo anno del servizio di microblogging Identi.ca, visto il numero di adesioni e anche di clients che già sono stati sviluppati per la piattaforma: iniziata quasi come un clone di Twitter, ha aggiunto nel tempo una serie di importanti innovazioni sul lato tecnico, come il supporto ai gruppi, alle tags, e molto altro…

Ora Identi.ca celebra il suo primo compleanno, e nel medesimo tempo aggiunge altre importanti innovazioni sul lato tecnico, come il supporto alle conversazioni: ottima aggiunta senz’altro, che dovrebbe contribuire a diminuire il senso di frammentazione proprio, in una certa misura, di tali sistemi di comunicazione “veloci”, muovendo verso un sistema più fruibile e “consistente”… e c’è qualche importante novità in cantiere anche per Linux (in specifico riferimento al software che costituisce il “motore” di Identi.ca, che è open source), a giudicare dal post su Control Yourself:

“With our private beta of the status.net platform and the release of version 0.8.0 of Laconica this week, I think that the coming year will be even more exciting. We’ve got a great piece of software for users to communicate with and for developers to build on; we want to make it easier for admins to install, monitor, upgrade and configure. Among other things, we plan release version 1.0 in the fall of 2009, and get into major Linux distributions and onto one-click install programs for major Web hosting companies.”

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Lo vogliamo sistemare, il GuardaFuori ?

A quanto pare Microsoft ha confermato che intende continuare ad utilizzare il motore di rendering di Word per mostrare le mail in HTML nel prossimo OutLook (in italiano, il GuardaFuori, tanto per capirci). La cosa in se non avrebbe nulla di allarmante, ma a quanto pare il motore stesso non è aderente agli standard del web (o è aderente solo in parte), e questo per l’utente comporta una serie di problemi nella visualizzazione di alcune mail, appunto non in plain text ma in formato HTML.

Microsoft vuole un feedback; ebbene, cosa meglio che sfruttare la rete – e magari il popolarissimo sistema di microblogging Twitter – per collezionare in real time tutti i messaggi di protesta per la decisione del gigante dell’informatica statunitense? Tra l’altro, un ottimo esempio di web2.0…

Ok, ma basta con le parole, guardate ora cosa appare collegandosi a http://fixoutlook.org/

🙂

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Twitter is the front channel — NevilleHobson.com

What looked clear to me on Friday was that Twitter (in particular) has emerged into a spotlight, a place now at the forefront of attention and which attracts that attention because it’s simplicity itself to not only track and follow something that interests you but also be an active participant in an evolving conversation if you want to, with people literally anywhere in the world.

Posted via web from SegnaleRumore Express

In effetti, credo si possa dire per Twitter qualcosa di simile a quanto si può dire per Facebook: al di là dei pregi e dei limiti della specifica piattaforma, il valore aggiunto importante e decisivo, è la grande base di utenti (insieme alla disponibilità di applicazioni di terze parti che si giovano delle API pubbliche), e dunque di informazioni e aggiornamenti nei campi più diversi, dalle notizie in generale a quelle più di settore…

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Microblogs, prosciutto e mortadella…

Riflettendo sui diversi modelli di microblogs (quei siti dove si inviano frequenti aggiornamenti di stato, perlopiù di dimensioni non superiori ai 140 caratteri), mi pare che vi sia, al di là delle sottili distinzioni tra le diverse piattaforme tecnologiche, una distinzione di fondo tra due tipi di modelli “di conversazione”, quello nel quale è possibile aggiungere veri e propri commenti ad un dato status, e quelli in cui invece si può commentare “rispondendo” con un proprio messaggio di status, rivolto alla persona alla quale si vuole rispondere.

Innegabilmente quest’ultimo modello è di gran lunga quello dominante, essendo adottato da Twitter (o anche il più recente Identi.ca), assolutamente preponderante in termini di user base, rispetto ai concorrenti. Il “problema” è che Twitter non è nato come strumento di conversazione, ma sono gli utenti stessi ad aver inventato lo schema di base di “risposta”, adottando la convenzione ben nota di premettere il nome utente con la “@” per segnalare che lo status è una risposta allo status del dato utente.

Chiaramente in questo modello il commento non è concettualmente diversa dal normale post; sottostà alle medesime regole (lunghezza max etc). E’ altresì chiaro che non risiede sul microblog dell’utente il cui status si vuole commentare, ma sul proprio.

Essendosi diffusa questa convenzione tanto da diventare standard, Twitter ne ha “preso atto” e ha semplicemente reso più facile la consultazione delle risposte con appositi link.

Un esempio di microblog a modello conversazionale è invece Jaiku (e il recente Qaiku, giovane ma promettente). Tali piattaforme permettono di appendere ai post di un dato utente un vero e proprio commento. Il sistema “risolve” la differenza tra post e commento, il che permette naturalmente l’esistenza di regole specifiche e distinte per le due categorie: in Jaiku/Qaiku, ad esempio, i post sono di lunghezza limitata ma non i commenti; il che può avere un senso in diverse occasioni (post del marito “Vado a casa”, commento della moglie “ricordati di passare a prendere il latte e fare la spesa e riprendere quei vestiti a casa di mia madre e non dimenticarti dell’impegno che abbiamo per la serata dai vicini”)

Twitter in sè ha molti pregi; qui però volevo porre in evidenza come il modello di risposta che adotta sia limitativo in molti casi. Ad esempio: mettiamo che io – preso un bel dì da una irrefrenabile curiosità – immetta nel mio microblog preferito la domanda “preferite il prosciutto o la mortadella?”.

Se è un blog Twitter-like, ogni utente risponderà dal suo microblog, con un link alla mia domanda. Il mio caro amico (diciamo) Ciccio Baciccio, che segue il mio microblog, vedrà però di queste risposte solo quelle i cui estensori sono puta caso anche suoi contatti. Quelle degli altri utenti (ai quali io non rispondo direttamente a mia volta, originando un link verso di loro) non saranno nè visibili nè ipotizzabili, per Ciccio Baciccio. Poco male, ordinariamente. A meno che non sia interessato, per qualche motivo, allo spettro completo delle risposte alla mia importante questione, a prescindere da chi le invii.

Se invece è un microblog di tipo conversazionale, al di sotto del mio post troverà ordinati per tempo, tutte le risposte effettivamente pervenutemi. E senza dover “saltare” da un sito ad un altro, in aggiunta. Immaginate un qualsiasi post che collezioni abbastanza feedback, come è ad esempio in Jaiku, oppure in Qaiku o come potrebbe invece essere in Twitter (ovviamente per quest’ultimo caso non posso mettere un link, perchè non è contenuto in una pagina soltanto).

Questo non per dire che una soluzione è necessariamente meglio di un’altra, essendo concettualmente differenti (non si confrontano mele con pere, come insegnano anche a scuola).

Però però… è anche vero che tutti sanno quanto sia frustrante, a volte, cercare di rannodare i fili di una estesa conversazione su Twitter… cosa ne pensate?

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Control Yourself » Identi.ca acquires Twitter

Identi.ca acquires Twitter

In a bold but savvy business move, Montreal, QC-based Control Yourself, Inc., creators of Open Source microblogging site Identi.ca, have acquired San Francisco’s Twitter.com for an undisclosed sum. Control Yourself will begin stripping Twitter.com of its two main assets — a cartoonish look-and-feel and a plethora of Weblebrity user accounts — immediately, with other valuable assets to be transferred in the coming days.

via controlyourself.ca

That’s really great… but take attention on which day is today……. 😉

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