Certe volte guardo il cielo
i suoi misteri le sue stelle
Ma sono troppe le notti passate senza te
Per cercare di contarle
Come entra direttamente il cielo, nelle faccende umane! Biagio Antonacci mette insieme il cielo e le notti passate senza te, senza tanti complimenti. Un’abbondanza di misteri e di stelle, insieme con una mancanza. Tutto si parla, in questa interrogazione si cerca qualcosa di più di una sbrigativa risposta. Il rimando al mistero è quel punto di fuga che ci serve per non essere inchiodati alla nostra percezione della realtà.
Le notti sono troppe, le avverti come troppe. Non puoi rimanere lì, a questo dato. Perché ti fa male, mi urta. Ti fa piangere, ti fa perdere assetto. Devi guardare il cielo, almeno certe volte. Perderti nel suoi misteri, nelle sue stelle. Anche le stelle, sono tante, sono tantissime. Forse le notti lo sono di più, ma a questo punto diventa una gara in cui ti perdi proprio, ti sganci un attimo dal tuo cruccio. Se metti insieme le notti da solo e le stelle, alla fine le prime vengono un poco illuminate delle seconde. Mica per una volontà, per una capacità, per qualcosa che hai tu. Niente affatto. Non per come sei tu, ma per qualcosa a cui ti appoggi. Se ti appoggi la solidità non è in te, ma nell’appoggio stesso. Ci pensa lui, a te. Sono problemi suoi a questo punto. Dell’appoggio.
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