Blog di Marco Castellani

Tag: nebulosa

NGC2174: stelle contro montagne…!

E’ una lotta, una sorta di “tiro alla fune” cosmico, tra le stelle e le montagne di gas, quella che sta avvenendo in NGC 2174. E le stelle stanno vincendo. Per la precisione, la radiazione luminosa, molto energetica, e i venti stellari provenienti da oggetti giovani di grande massa, stanno disperdendo lontano gas e polveri, le stesse dalle quali sono nati. La lotta è tra la autogravità delle strutture gassose e le spinte disgregatrici provenienti dalle esuberanti giovani stelle.

La struttura di NGC 2174, benché appaia così “compatta” nella foto, è in realtà molto più eterea dell’aria; le strutture che ci appaiono quasi “montagne” nella foto sono dovute alla quantità relativamente esigua di polvere interestellare opaca. La nebulosa NGC 2174 non è certo la più famosa della regione di Orione, ma risulta visibile già con un semplice binocolo. Distante appena 6400 anni luce, copre un’area più grande della luna piena, e circonda alcuni ammassi aperti, oggetti legati non molto compatti e legati solo da una debole attrazione gravitazionale, formati da stelle giovani.

NGC2174, ovvero stelle contro montagne... (Crediti: ESA, Hubble, NASA)

L’immagine qui mostrata (nella vetrina di APOD per il giorno di oggi) è stata ottenuta tramite il Telescopio Spaziale Hubble e mostra una regione più interna abbastanza densa, che si estende per appena tre anni luce.

A proposito della “battaglia” in corso, possiamo anticipare che, in un tempo di pochi milioni di anni, le stelle la avranno finalmente vinta e le intere montagne di gas, pur così suggestive, saranno completamente disperse…

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Una nebulosa tutta da scoprire

di Sabrina Masiero, Dipartimento di Astronomia dell’Università di Padova, Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) – Osservatorio Astronomico di Padova


La debole nebulosa Gum 19 nella costellazione della Vela, a circa 22.0000 anni luce di distanza da noi, è stata osservata dagli strumenti dell’European Southern Observatory (ESO), in particolare dallo strumento SOFI (Son of ISAAC, che significa letteralmente “figlio di ISAAC”) montato sopra il New Technology Telescope (NTT) dell’ESO presso l’Osservatorio di La Silla in Cile. Lo strumento “padre” di SOFI, ISAAC, è all’Osservatorio del Very Large Telescope dell’ESO al Paranal, nella zona nord di La Silla.

La nebulosa Gum 19 nell’infrarosso appare scura da una parte e luminosa dall’altra per la presenza di V391 Velorum, una stella supergigante blu che illumina il gas idrogeno caldissimo. In essa si stanno formando nuove giovani stelle, sia nella parte più scura che in quella luminosa. Con l’esplosione di V391 Velorum sotto forma di supernova, tra qualche millennio, le giovani stelle modificheranno l’aspetto della nebulosa, che appare molto vicina all’immagine di Giano bifronte.
Attualmente, V391 Velorum è una stella massiccia, classificata come stella variabile (ossia, la sua luminosità può cambiare improvvisamente in conseguenza di un’intensa attività), con una temperatura superficiale di circa 30.000 gradi Celsius. Si stima che la sua evoluzione sarà estremamente breve, di circa 10 milioni di anni, a causa della sua notevole massa e si concluderà come supernova: un’esplosione che, come intensità, sarà sicuramente pari a quella di un’intera galassia e che riverserà nello spazio circostante il materiale processato dalla stella, creando una nebulosa tutto intorno alla stella finale. E questa immagine andrà a finire nell’archivio storico.

Il nome della nebulosa deriva da quello dell’astrofisico australiano Colin S. Gum, che nella pubblicazione del 1955 rappresentò la prima importante indagine sulla regione nel cielo del sud, nota come HII, ossia il gas idrogeno molecolare ionizzato che è stato eccitato fino a che i due atomi di idrogeno della molecola del gas hanno perduto gli elettroni. Queste regioni HII emettono luce a ben precise lunghezze d’onda dando alle nubi molecolari la spettacolare brillantezza e luminosità che si osserva e che cambia nel corso del tmpo. In questa immagine, Gum 19 ha un aspetto che è confrontabile con quello di una regione stretta, quasi verticale, che taglia la nebulosa. Qualcuno potrebbe immaginare uno “squarcio spaziotemporale”. Lascio a voi la scelta.

Le regioni HII sono luoghi di intensa formazione stellare in cui grandi quantità di gas e polveri hanno iniziato a collassare sotto la forza della loro stessa gravità. Questa materia, contraendosi, nell’arco di alcune migliaia di anni, raggiungerà nella parte centrale una densità talmente elevata tanto che permetterà l’innesco di reazioni di fusione nucleare. I venti stellari che si verranno a produrre e la nuova fonte di energia verranno a cambiare radicalmente la composizione e distribuzione del gas di Gum 19.

Eso Press Release: http://www.eso.org/public/italy/press-rel/pr-2010/pr-14-10.html e http://www.eso.org/public/news/eso1014/

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PSR B1509-58, o la mano di una giovane pulsar…

Un oggetto molto denso e piccolo (solo alcuni chilometri di diametro) è all’origine di questa bella nebulosa in banda X, una struttura che si estende nello spazio circostante per circa 150 anni luce.  Al centro dell’immagine, ottenuta con il Chandra X-ray Observatory della NASA, si trova una pulsar molto giovane ed “esuberante”, nota con la sigla PSR B1509-58 (B1509 in breve).

La pulsar è costituita da una stella di neutroni in rapida rotazione, che emette una cospicua quantità di energia nello spazio circostante, che contribuisce a creare strutture complesse e piuttosto suggestive, inclusa una che sembra molto somigliare ad una grande … “mano cosmica”!

La suggestiva nebulosa, vista da Chandra
Crediti: NASA/CXC/SAO/P.Slane, et al.

In questa immagine in falsi colori, la radiazione in banda X di energia più bassa è rappresentata in rosso, quella un poco più energetica con il colore verde, e quella di più elevata energia in colore blu. Gli astronomi ritengono che B1509 abbia un’età di circa 1700  anni, misurata nel sistema di riferimento della Terra (ovvero, in riferimento a quando gli eventi sono osservabili dal nostro pianeta), e si ttrovi a circa 17000 anni luce da noi.

Chandra Press Release

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