Blog di Marco Castellani

Tag: romanzo

Un romanzo è anche una trama di domande

L’esperienza di pubblicare un romanzo e di ottenere delle informazioni dai lettori, dei commenti, delle indicazioni, è davvero qualcosa di stimolante e unico. Poter verificare che certe frasi, certi passaggi, che per te hanno una particolare importanza, vengono scelti anche da altre persone. Vedere già da questo che riesci a far passare qualcosa.

Se riesci a far passare qualcosa percepisci che quello che hai fatto non lo hai fatto “soltanto” per te. 

Che poi – lasciami dire – già se lo avessi fatto soltanto per te, lo avresti comunque fatto per gli altri. Seguendo il tuo cuore, assecondando una tua vocazione, avresti realizzato un atto di amicizia con la vita, realizzato un accordo con la struttura dell’universo, per cui ne sarebbe venuto bene per te e dunque per chi ti sta intorno. Perché poi, vedi, il bene non lo puoi confinare, è contagioso. Vedi dunque che è impossibile, in un certo senso, scrivere soltanto per te.
E questa è una cosa. Ma siamo d’accordo, se a questo si aggiunge un canale di contatto con i tuoi lettori (siano uno o mille, la dinamica non cambia), il gioco diventa ancora più bello e il senso di aver fatto qualcosa per gli altri diventa deliziosamente percepibile. 
Così invece di presentare degli estratti del libro scelti da me (come avevo inizialmente programmato) preferisco affidarmi a delle voci altre, delle diverse sensibilità. E tanto più mi stupisce quando, come nel caso che sto per presentare ora, queste sensibilità risuonano con la mia. Una gentile lettrice, Carola Di Blasi, ha avuto l’interesse e la cortesia di approfittare della pagina facebook del romanzo, per inserire alcuni brani da lei ritenuti più significativi.  Qui ne riporto alcuni.

“Stai sempre a ruminare su tutto, lasciati andare per qualche momento almeno. Prendi le cose come vengono, non bloccarle, non analizzarle sempre. Abbassa le difese. Cedi, ogni tanto” (link)

“L’aereo è una buona palestra per la mente, per questo forse molta gente ne ha paura. Un poco come andare in macchina quando guida qualcun altro. In aereo lasci il controllo, ti devi affidare, per forza. Capisci che non è tutto in mano tua, nella tua stessa vita.” (link) 

Forse non va perso mai nulla, in fondo. E la somma di tante piccole cose non è mai uguale a zero. (link) 

E’ una legge dell’universo, è stato fatto così. L’essenziale non è fare, ma lasciar fare. Cioè cedere a ciò che accade, non impuntarsi. Io ci ho messo un sacco di tempo per capirlo. (link 

Può una persona soddisfare veramente il bisogno di amore del cuore di qualcuno? Non ci stiamo tutti sbagliando, non stiamo sbattendo qua e là come automezzi impazziti, cercando qualcosa che non si trova? Ma non si trova perché cerchiamo nei posti sbagliati? Dove avrei dovuto cercare, io, qualcosa che mi placasse la fame di amore, di comprensione, di attenzione? Dove avrebbe dovuto cercare Francesca, e dove Arianna? Sono posti diversi per ognuno di noi? Possiamo essere risposta l’uno all’altro, o manchiamo tutti di qualcosa? (link)

 Come dicevo, i brani evidenziati spesso sono quelli che per me rivestono una particolare importanza, che va al di là della vicenda narrata. Non voglio commentarli uno per uno, perché trovo un qualcosa di fastidiosamente saccente in un autore che vada a spiegare la sua stessa opera (rubando così l’interpretazione al lettore, sottraendogli la sua specifica parte creativa).  Dirò solo che sono quei brani dove ho attinto alle domande che ho dentro e che gridano per una soluzione, o almeno un cammino verso una soluzione. E ai barlumi di risposte che scorgo in questa drammaticità bella del vivere.

Keep On Walking
In cammino…

Ma sono proprio le domande che appunto non mi fanno star fermo ma mi spingono a camminare. Quando mi fermo e mi siedo, quando cerco di dimenticarle, queste domande, il malessere che sempre mi assale mi spinge a rialzarmi e proseguire nel cammino. Grazie al cielo.

E il mio romanzo, al di là della qualità letteraria (giudicherete voi), è anche una trama di domande. Forse un romanzo è anche questo, forse deve essere anche questo. Più che dare risposte, un modo per far risuonare delle domande, farle ricircolare tra chi scrive e chi legge. Tra due diverse forme di attività sul testo, insomma: entrambe creative, per l’appunto.

Perché ammettiamolo, le domande hanno la loro importanza. E’ quando non ci domandiamo niente, che la vita diventa insopportabile. Allora domandiamo, senza paura. Ma andiamo fino in fondo, domandiamo cose enormi, come essere felici. Anche se ci hanno fatto intendere che non sta bene, non è da adulti: ve lo devo dire, io non ci sto. L’isola che non c’è invece ci deve essere.

Cerchiamo, camminiamo, impariamo, proviamo, quando sbagliamo chiediamo scusa, torniamo, ripartiamo. Immaginiamo com’è il ritorno ad essere contenti, lieti. Perché l’uomo è fatto per l’infinito, come ci ha ricordato Benedetto XVI per l’apertura del Meeting di Rimini.

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Il Ritorno, disponibile in ebook

Ecco, ce l’ho fatta. Il mio (primo?) romanzo sta finalmente uscendo alla luce del sole. Ci siamo! Ho rivisto la versione ebook, controllato, ricontrollato… eccoci. Eccoci.
Uno scienziato geniale che ormai vive nascosto, ha qualcosa per Luca. Anche Francesca, giovane e avvenente, ha qualcosa per lui. E un dolore per sè, da curare ed amare. Anche Luca cova un dolore, una ferita tracciata da una vita troppo consueta, troppo prevedibile e blindata alla sopresa. Ma le sorprese arrivano. Un viaggio, degli incontri. Una voglia di verità di tutto, una sete di capire. Un ritorno, forse.
Il libro è in vendita su Lulu.com 

Il libro che esce oggi, un primo risultato l’ha ottenuto. Ha vinto il National Novel Writing Month del 2009. Questa bizzarre competizione per cui si vince producendo un manoscritto di almeno 50.000 parole, ha avuto il grande merito di farmi scrivere senza che l’implacabile censore interno avesse l’ultima parola. Finalmente. 

Poi c’è stato il momento della revisione, lenta. Anche, del dubbio. Dell’incertezza. Ma vale, vale la pena? Ma l’incertezza è più bella quando la si supera. Quando rileggendo trovo dei brani che mi toccano, che riescono ad essere quello che avrei voluto leggere… Allora dico sì, valeva la pena. Vale la pena, scrivere, se ne senti il desiderio. Sempre.
Insomma, per diversi motivi questo libro ha già vinto. E’ una sfida vinta. Se poi piacerà, sarà una ulteriore vittoria. Bella, dolce. Ma forse non tanto importante quanto la prima. Anzi, certamente. Aver seguito un sogno, averlo accettato, coltivato, fatto crescere. Aver fatto parlare il cuore, seguito il desiderio. Creduto nel sogno. Ecco la vera vittoria.
Sono grato a tante persone, per questa vittoria. Alcune vicine, in casa. Altre conosciute attraverso Internet, attraverso dei libri. Mi piace qui ricordare lo scrittore Valerio Albisetti, per il suo libro I sogni dell’anima. Mi ha insegnato quanto possono essere seri i propri sogni, quanto sia un compito seguire le proprie aspirazioni. Grazie, Valerio!
Il libro sarà presto pubblicato anche in versione “tradizionale”. La versione elettronica comunque può avere un prezzo più basso, in virtù della sua natura, ed essendo un file epub senza vincoli, può essere letto praticamente dovunque.

“Così fanno le storie: rendono soffici gli spigoli delle cose e ti permettono di camminarci sopra.” dice Alessandro D’Avenia nel bel libro Cose che nessuno sa.

Per me è così. E’ tutto quà il segreto. Scrivo perché attraverso le parole la vita mi diventa meno spigolosa, più intellegibile. Sarò riuscito a smussare davvero qualche spigolo?  Bene, non spetta certo a me dirlo…
… ma spero proprio di sì.

Support independent publishing: Buy this e-book on Lulu.

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In poche parole, di che parla?

Insegnano i corsi di scrittura che quando hai scritto un libro devi imparare anche a presentarlo, a renderlo appetibile per gli altri. Devi far capire in poche parole perché uno dovrebbe voler leggere il tuo libro. E’ anche onesto, in fondo, che un potenziale lettore possa facilmente capire, senza perdere tempo, se il libro gli interessa.
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Gli edifici ESO a Garching,
una delle location del romanzo.

Per i tre libri che ho (auto)pubblicato finora, ho scelto di non seguire nessuna strategia promozionale. Li ho messi lì a disposizione e basta. D’altronde, era già troppo forte la soddisfazione di aver sistemato in volume degli scritti che temevo sarebbero rimasti sempre in un cassetto. Il tempo e certe letture mi hanno fatto capire però che dietro questa apparente umiltà può nascondersi anche una certa dose di orgoglio. Che è sempre una roba pericolosa. Come dire, ecco qui ho regalato questa cosa al mondo, se vi intessa andate a cercarla, io quel che dovevo fare l’ho fatto.
E invece no, non va bene. Non è corretto tirarsi indietro. Se ci credo davvero, non ho fatto tutto quel che dovevo fare. Nossignori. Se ho scritto un libro, qualsiasi sia il canale scelto per la pubblicazione, devo spiegare perché tu che stai leggendo ora, proprio tu, potresti volerlo leggere. Hai presente, quando vai in libreria, ti muovi indeciso tra gli scaffali (soprattutto di questi tempi, se poi c’è l’aria condizionata, non c’è veramente fretta di uscire…), prendi un libro, valuti la copertina, lo giri, leggi le note sul retro. Spesso magari decidi da quello. Io personalmente sono molto influenzabile dalla gradevolezza della copertina e dal breve riassunto che spesso appare nel retro. Almeno fino a qualche tempo fa. Ora acquistando prevalentemente libri digitali, mi baso in buona misura sui commenti di chi il libro lo ha già letto (facilmente reperibili in tutti i maggiori siti per l’acquisto di ebook).
Bisogna anche considerare quello che succede quando parli con qualche amico, qualche conoscente. Magari mi segue su Twitter o è uno degli amici di facebook. Mi è capitato di recente. Ti saluta e ti dice a bruciapelo, ma davvero tu hai scritto un romanzo? Di che parla? Come lo pubblichi?

E’ strano, a pensarci. E’ la mia tentazione a scivolare nel ruolo del momento, a discapito della mia stessa umanità. Come se parlando con persone in un istituto scientifico non potesse venire fuori che ti piace scrivere, che sei uno scrittore (inteso letteralmente: uno che scrive).

Di che parla il tuo romanzo? Devi risponde in maniera chiara e concisa. Non puoi perderti in analisi e considerazioni su come interpretare la trama, o sul perché lo hai scritto. Devi rispondere in un minuto e farlo in modo non banale. Certo, rinchiudere in un minuto un lavoro che – pur con alcune pause – alla fine ti ha richiesto anni, può sembrare riduttivo, impossibile. Invece no, devi farlo. È onesto che tu lo faccia. Se non lo fa sei ancora centrato su di te, invece ti devi aprire. Se veramente vuoi fatti leggere, ti devi aprire agli altri.


Insomma la cosa che più desidero e più mi spaventa allo stesso tempo… già sento che prendono forma  nella mia testa quelle parole, mi fanno paura ma sono reali, sono parole di guarigione…


Ti devi mettere in gioco, Marco.
OK. Torno al romanzo. Dunque come si potrebbe raccontare la trama in non troppe parole?
È la storia di Luca, uno scienziato di mezza età, un matrimonio apparentemente tranquillo e un lavoro solido. Niente che non va, si direbbe. Sotto l’apparente normalità però cova una tensione, una insoddisfazione, una nostalgia di tempi passati, di fuochi che sembrano spenti. A sparigliare una situazione che pare congelata in una dolorosa stasi, arriva una partenza, il contatto con un anziano scienziato e alcuni suoi misteriosa calcoli, che promettono di rivoluzionare l’approccio ad un importante progetto. E soprattutto, a sparigliare c’è Francesca, una avvenente e giovane collaboratrice, segnata da una profonda, dolorosa solitudine. I problemi di Luca e la solitudine di Francesca inseguono un contatto, baluna il miraggio di una mutua compensazione. Per Luca arriva però presto il momento di assumersi la responsabilità di una decisione, una decisione per l’esistenza. Una sfida rinnovata che abbraccia il lavoro come gli affetti. Dal moto segreto del cuore, dall’intimo attimo si coscienza, nasce la scelta di un cammino, di un sentiero. La posta in gioco è la consistenza di sé, consistenza ontologica, prima ancora che etica. Proprio per questo, una posta decisiva. Un possibile ritorno.
Il romanzo sarà disponibile entro la fine dell’estate (è tutto scritto e sto facendo delle prove di impaginazione), e potrà essere acquistato sia come copia cartacea che in formato elettronico. Nei prossimi post sarò più preciso sulla data di uscita, e inserirò qualche brano del testo. Se volete rimanere in contatto esiste un apposito hashtag Twitter, ed è #IlRitornoLibro (certo è una cosa che Balzac non poteva avere, ma la tecnica servirà pur a qualcosa…).

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